Intervista con l’autore: Maria Laura Caroniti

Maria Laura Caroniti è nata a Sant’Agata Militello (Messina). Laureata in Lettere Moderne, nel 2006 si è trasferita in Val di Susa dove ha lavorato come insegnante per alcuni anni. Ha vissuto in Germania e in Francia, insegnando lingua e letteratura italiana nelle scuole internazionali. Attualmente vive tra l’Italia e i Paesi Bassi. Ha pubblicato: “Generazione Bataclan” (Mursia); “La Casa de la Abeja” (Dark Zone editore); “Il faro delle anime ritrovate” (Triskell editore).

Ciao Laura, come sei arrivata alla pubblicazione?

Ciao, ho esordito con il romanzo “Generazione Bataclan” (Mursia editore), dopo che il testo inedito è stato finalista nella prima edizione del premio letterario “Mursia-RTL 102.5, Romanzo italiano”.

Qual è il tuo approccio con la scrittura, ti lasci guidare dall’istinto o pianifichi tutto prima?

Sono una strutturalista di formazione. Prima di iniziare a scrivere devo avere ben chiaro l’impianto, la struttura che deve sorreggere l’intera storia. Una volta pianificato le macro sezioni, l’incipit e l’epilogo, lascio assoluta libertà ai personaggi.

Dove trovi l’ispirazione e cosa fai quando ti viene in mente una storia?

Spesso dai viaggi. Ascolto le storie raccontate dai luoghi o dai viaggiatori incontrati per caso, poi lascio correre l’immaginazione e se un personaggio o una trama esplode in testa, e vi resta per un periodo sufficientemente lungo, decido di raccontarli. Nel frattempo annoto tutto -dialoghi, descrizione e caratterizzazione dei personaggi, ambientazione-, giro sempre con un taccuino, un altro lo tengo sul comodino accanto al letto; mettere nero su bianco, a qualsiasi ora del giorno o della notte, mi aiuta a chiarirmi le idee, a percepire il grado di maturazione di una storia o, anche, per abbandonare un progetto.

Crei i tuoi personaggi oppure ti vengono a cercare, quanto c’è in te di Maria Elena, la protagonista di Madre Medusa?

I miei personaggi mi vengono a cercare. Ho la mente squatterata dai soggetti più improbabili per ruoli e caratteri; non tutti sopravvivono, ma quelli più tenaci, quelli in grado di raccontarmi una storia e di farlo così bene da convincermi a scriverne, meritano una voce che li racconti. Maria Elena non è Maria Laura, ma per diversi passaggi ho attinto dal mio vissuto, senza contare che l’ambientazione è a me cara, come cari sono i poeti o gli scrittori citati.

Quando termini un libro è dura dire addio ai tuoi personaggi?

No, una volta ultimata una storia, i personaggi restano con me ancora per un po’. Più complicato è il momento della pubblicazione, perché a quel punto so che la storia non apparterrà più a me, ma sarà di chi le darà fiducia, scegliendo di leggerla.

Se potessi scegliere, con quale personaggio della letteratura andresti a cena?

È una lei, ma il nome resta segreto perché direttamente collegato al prossimo progetto di scrittura. Incrociate le dita per me!

Maria Elisa Aloisi