Le letture di Elisa & Argo: Il treno dei bambini di Viola Ardone
“Mia mamma avanti e io appresso. Per dentro ai vicoli dei Quartieri spagnoli mia mamma cammina veloce: ogni passo suo, due miei. Guardo le scarpe della gente. Scarpa sana: un punto; scarpa bucata: perdo un punto. Senza scarpe: zero punti. Scarpe nuove: stella premio. Io scarpe mie non ne ho avute mai, porto quelle degli altri e mi fanno sempre male. Mia mamma dice che cammino storto. Non è colpa mia. Sono le scarpe degli altri. Hanno la forma dei piedi che le hanno usate prima di me. Hanno pigliato le abitudini loro, hanno fatto altre strade, altri giochi. E quando arrivano a me, che ne sanno di come cammino io e di dove voglio andare?”
Stavolta inizio da qui, mi faccio aiutare dalla voce di Viola Ardone, anzi no, dalla voce del piccolo Amerigo Speranza, il protagonista di questo libro.
Perché?
Sono sincera, ero in libreria, sceglievo i libri da portare in vacanza e mi sono detta: “No, questo no, compra un giallo, un romanzo d’amore, ma questo no”.
Ed ero irremovibile.
Ma poi forse è vero che sono i libri che decidono da chi devono essere letti.
E allora, in preda a una strana malìa, l’ho preso in mano, ho letto la prima pagina e dentro la testa ho sentito le note di Nuovo cinema paradiso, perché c’è chi sente il coro degli angeli, beati, a me capita di sentire le colonne sonore dei film.
I colori intorno a me si sono fatti sfumati e non ero più lì, ma nel 1946.
Insieme ad Amerigo ho cominciato a guardare le scarpe intorno, le mie incluse. (1 punto).
E così sono andata alla cassa.
Una volta a casa, insieme ad Amerigo sono salita sul treno Napoli /Bologna e insieme a lui ho percorso la perfetta parabola di un piccolo eroe.
Ho visto attraverso i suoi occhi blu e ho ascoltato una storia, dotata del candore dei bambini ma anche dell’arguzia tipica dei napoletani.
“Maddalena spiega che la dignità è come una solidarietà verso gli altri. – Se io oggi ho due salami, allora ne do uno a te, così se tu domani hai due caciotte, me ne dai una a me. Che è un fatto buono, credo io. Però penso pure che se quelli dell’Alta Italia oggi hanno due salami e me ne dànno uno a me, io poi domani come faccio a dargli una caciotta che fino a ieri non tenevo manco le scarpe?”
E così Amerigo mi ha fatto ricordare, specie in giorni tristi come quelli che questo 2020 ci ha portato, “che non esistono Nord e Sud, esiste l’Italia” e sono libri con questo vigore espressivo, questa potenza emotiva che non ce lo fanno dimenticare.