Arianna e Tristano sono nati nella Cupola3 e non ne sono mai usciti.
Vivere fuori dalle Cupole non si può, il mondo all’esterno è letale: l’aria è irrespirabile dai tempi della Nube del 2029 e il Governo, per garantire la sopravvivenza dei superstiti e dei loro discendenti, ha racchiuso gli agglomerati urbani sotto un unico tetto, dove l’aria è purificata da speciali sistemi di filtraggio.
Arianna, Tristano e tutti i ragazzi nati dopo il 2029 non conoscono il mare; non sanno cosa vuol dire correre a perdifiato. A perdifiato? Ma scherziamo? L’aria è un bene prezioso e non va sprecato. Tutto all’interno delle Cupole è monitorato, contingentato, razionato.
Ragionato, studiato.
E le emozioni? Un lusso che non ci si può permettere.
Ma Tristano non si arrende: ha promesso ad Arianna che la porterà a vedere il mare, a sentirne l’odore dal vivo, non dentro una lattina “al sapore di”, e ha intenzione di mantenere questa promessa. Vuole uscire dalla Cupola, trovare i ribelli di A.Ri.A. e unirsi a loro nella lotta per la libertà.
Tristano è un elemento scomodo e, per questo, viene fatto sparire.
Le parti si ribaltano: se il coraggioso, l’eversivo, fino a questo momento è stato Tristano, adesso Arianna è chiamata a fare la sua parte, quanto meno per amore.
Volendo inquadrare il genere, A.Ri.A. è un eco-distopico che, con tratti esasperati (?), descrive uno scenario futuristico neanche troppo lontano: gli eventi climatici estremi, del resto, non rientrano più nel campo dell’eccezionale ormai da anni.
Il tema principale è quindi attualissimo ma in A.Ri.A. i temi e i riferimenti che ho intravisto sono molteplici e finemente intrecciati.
Inizio dai due protagonisti, Arianna e Tristano. “Arianna-Aria” è un’associazione immediata, fonetica, ma Arianna appartiene alla mitologia greca e il filo che dà a Teseo permette a lui di uscire dal labirinto: Arianna, in A.Ri.A., è per Tristano la spinta alla ricerca della libertà.
E Tristano? Ancora un rimando alla mitologia, con la famigerata storia d’amore tra Tristano e Isotta, ma non solo: secondo la leggenda medievale, Tristano è l’eroe che sconfigge un mostro che ogni anno chiede un tributo in vite di ragazzi. Se ci pensiamo, Teseo e Tristano hanno molto in comune e, grazie alla loro astuzia, alla tenacia e al coraggio, salvano la vita ad altri ragazzi come loro. Due eroi e due mostri, che rivedo in questo Tristano e nella società contro cui combatte.
Un altro elemento che mi ha colpita è l’evento che imprigiona il mondo all’interno delle Cupole, ossia la Nube del 2029. I motivi sono due: il primo è il richiamo alla grande crisi del 1929, con il parallelismo tra la crisi economico-finanziaria da un lato e quella odierna, di tipo ambientale, dall’altro; il secondo è legato alla testimonianza degli Anziani che hanno vissuto la Nube e la raccontano ai giovani. Non so se voi, leggendo, avrete la stessa sensazione: il lockdown imposto dal Governo, la tosse, le bombole d’ossigeno, sono tutti episodi che hanno riportato alla mia memoria una parte della nostra storia recente.
Ancora, la vita all’interno delle Cupole, con la selezione dei soggetti in base alle loro prestazioni fisiche e cognitive e la limitazione a un figlio per coppia: ho intravisto rimandi a filosofie su cui si fondano totalitarismi di ieri e di oggi.
Avrei tantissimo da dire, perché niente, secondo me, è stato inserito a caso, o meglio, ogni riferimento, se è da un lato funzionale alla narrazione, dall’altro è un intelligente invito alla riflessione in più direzioni: se dovessi racchiudere in una frase il senso di questa storia, per me sarebbe: “Eravamo felici e non lo sapevamo”.
Concludo con una valutazione sulla struttura.
A.Ri.A. è un romanzo breve che non trascura nessuno degli aspetti che un romanzo ben congegnato deve avere, dal ritmo, sostenuto da cliffhanger inseriti al punto giusto e da un forte timelock che porta verso la conclusione, allo studio dei personaggi – ho adorato un mirabile shapeshifter -, alla cura con cui ogni singola parola è stata scelta, ogni frase costruita e cesellata.
Una storia d’amore, di amicizia, di ribellione e di crescita creata dalla penna di un’autrice la cui sensibilità avevo già avuto modo di apprezzare al suo esordio, nel 2021, e che in questo YA dai contorni distopici dà un’ottima prova di maturità.
A chi lo consiglio? Ai ragazzi, che sono il pubblico di riferimento per il genere, ma anche ai genitori, ai nonni, agli adulti in generale: davvero vogliamo che i nostri figli si ritrovino a dire: “Eravamo felici e non lo sapevamo”?
Claudia Cocuzza
Carmela Gilda Tomei è nata a Caserta e ha una passione per i viaggi, i gatti e i libri, che legge senza badare al genere pur mantenendo una predilezione per tutto ciò che è fantastico: da Tolkien a Dick passando per la Cowell e la Collins, con la costante presenza sul comodino di Stephen King che, come il nero, sta bene su tutto. Laureata in lingue, sogna di fare la traduttrice o almeno di insegnare inglese, per cui aspetta di essere convocata a scuola con la trepidazione con cui si attende la lettera da Hogwarts; nel frattempo, scrive. Nel 2021 è tra i vincitori del torneo letterario IoScrittore, grazie al quale ha pubblicato il romanzo Anche domattina.