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Ar-Men, un faro leggendario

Ar-Men, un faro leggendario, il faro delle Anime perse, un fantasma di luce sull’Oceano. In un labirinto infernale, c’era una volta il guardiano che governava il suo fuoco, frammenti di luce salvifica per i naviganti attraverso il caos roccioso della Chaussée de Sein.

Ar-Men, un nome che, ancora oggi, evoca timore, stupore, solitudine e un’ambigua relazione d’amore.

Alla luce della lanterna, il guardiano osservava la piccola fonte luminosa diffondersi sopra il regno delle acque; anche se il vento scardinava i vetri, la lanterna continuava a irradiare di luce, ma… cosa accadeva nella mente di un uomo immerso nel ruggito dell’Oceano, rinchiuso in una torre mentre la tempesta bussava con veemenza alla porta?

Si racconta di guardiani resi pazzi dalla paura o divisi da odi incurabili, prima di sprofondare nell’ubriachezza. E ancora, voci che provenivano dai meandri del faro, gli Spiriti dei Morti che lì trovavano la porta per l’aldilà. In Bretagna li chiamano gli Anaon, i Trapassati senza pace e sepoltura: gli Spiriti della lanterna.

Oggi, nell’occhio del ciclone c’è una lampadina, ma un tempo era un’evolversi d’incandescenza, energia inimmaginabile dalla quale il guardiano si lasciava sedurre e soccombere, un fantastico gioco di luce, e prismi capaci di moltiplicarla.

Storie, leggende, superstizioni: perché i guardiani impazzivano? Forse semplicemente per i vapori di mercurio o per lo smarrimento davanti alla vastità del mare.

Un alone di mistero ha sempre circondato i fari. Ancora oggi, amiamo immaginare ciò che è stato, e se si ascolta con l’immaginazione, dalla torre di Ar-Men si possono percepire ancora le baruffe dei guardiani, perché dentro ogni faro si cela un po’ di eternità.

“Il vascello affrontò la tempesta che durò nella sua furia per tre giorni e tre notti, poi la luce del faro gli indicò la rotta”

Buongiorno romantici sognatori che vorreste risvegliarvi in un faro! Mi presento: Susy Zappa scrittrice di storie e leggende di Bretagna, viaggiatrice sulla rotta dei fari bretoni, eterna sognatrice.

Tutto iniziò quando vidi per la prima volta Goulenezil Gran Faro di Sein, ai suoi piedi, scrissi il primo libro: Sein, una virgola sull’acqua. Ritratto di un’isola bretone leggendaria.

Un’isola in balia della tempesta, dove i Celti presupponevano la fine del Mondo; una zattera sul mare circondata da un cordone di fari leggendari: Ar Men, La Vieille, Tevennec.

Streghe, miti e leggende, personaggi reali e creature eteriche esistite, forse, solo nella memoria; pirati e corsari; racconti di morte, naufraghi e naufragi, tempeste e vascelli…il faro ne custodisce i segreti, anche quello dei naufrageurs.

Ho proseguito la rotta dei fari con il secondo libro: Fari di Bretagna. Storie di uomini e di mare. Una lettura del lato oscuro dei fari che per lungo tempo sono stati punti di riferimento vitali per le navi in balia dell’immensa furia dell’oceano. Un itinerario tra paesaggi che mutano secondo la luce e le maree, dove la voce del faro si mescola a presagi di tempesta.

Un viaggio senza tempo, dritto nel cuore della storia dei celebri fari, alcuni dei quali maledetti come Tévennec.

Paradiso, Purgatorio, Inferno…categorie che evocano le difficoltà per costruire questi Giganti del mare e invitano alla riflessione: di fronte al mare in burrasca, ogni volta resto impressionata dal fascino coraggioso e solitario delle Sentinelle del mare.

E poi ci sono i racconti dei pescatori, i Diavoli del mare” che conservano i ricordi in vecchie scatole di latta.

Druidi e Druidesses, la Vita e la Morte, Ankou; leggende che inebriano le giornate dei guardiani del faro; accanto alla bellezza architettonica del faro, un pensiero è rivolto alla figura eroica del guardiano che per secoli ha servito la sua lanterna.

Bretagna: cale ciottolose, acque che trasudano colori dal cobalto al turchese, bizzarre rocce di granito; un orizzonte in continuo divenire, lingue di sassi che appaiono e scompaiono con la marea, praterie di alghe, e ancora il vociare minaccioso degli uccelli che s’intreccia con il vento e l’Anima del faro.

Relitti di velieri in fondo al mare; storie di corsari e pirati che cavalcarono le onde della speranza.

A questo punto della mia avventura, era essenziale calarmi nella parte del guardiano, per scrivere il terzo libro La magia del faro.

Le storie che parlano di magia non finiranno mai di stregarci. Sulla costa ventosa dei Pays des Abers, a nord di Brest, un faro si erge sopra una piccola isola deserta, accessibile solo con la bassa marea, il faro di Wrac’h in bretone il faro della Strega. A esso si legano le vite di due donne, o forse di una sola, due Destini che s’incrociano in quest’angolo di Bretagna.

Pensieri vaganti di due Anime corsare. Una narrazione che diventa poesia ed evasione per raccontare i luoghi e i profumi attraverso le emozioni, di fronte a un mare impetuoso; un altalenarsi di momenti di pura bellezza e momenti d’inquietudine, alla ricerca dell’Anima del guardiano che mai lascerà il suo faro.

“Vivere al faro schiude un universo in cui è difficile distinguere il confine tra realtà e suggestione mentre la marea trasforma il paesaggio”

L’inquietante meraviglia della solitudine al faro, ma anche lo stretto rapporto con la natura per disintossicarsi da una società che non sempre rappresenta i veri valori da seguire, ma spesso una mera realtà illusoria.

Consapevole che l’isola sarebbe potuta diventare una prigione a cielo aperto, la gioia di esserci non mi ha permesso di scappare. Un’esperienza sospesa tra gli elementi della natura, nonostante la fragilità umana di fronte alla solitudine; un viaggio nella libertà di riflettere, lontano dall’attesa spasmodica di scandire la giornata. Una porta aperta alla percezione, dove s’impara ad ascoltare il vento; dove anche la propria Ombra prende forma, perché il buio non è solo mancanza di luce; dove non si teme di scendere nella propria interiorità e si apprezza l’inquietante meraviglia della solitudine.

In una sorta di “giornale di bordo” ho cercato di riportare il più fedelmente possibile sia l’avventura, ma soprattutto le sensazioni e riflessioni, anche se nessuna parola potrà mai descrivere esattamente ciò che è rimasto indelebilmente tatuato nell’Anima.

La solitudine può essere stressante per chi fa parte di una società tecnologicamente avanzata, dove tutti sono sempre e ovunque connessi, ma mai con se stessi. Sull’isola della Strega tutto è palesemente scollegato.

“Ascoltare il silenzio avvolta dalla tempesta e dal vento sferzante, è stata la sensazione più silenziosa che abbia mai ascoltato!”

Bretagna: un sentiero di storie nascoste tra le pieghe del libro. Da un linguaggio acquerellato, traspare tutta la mia passione per questa terra ricca di misteri.

La saga bretone prosegue, a breve con Ar-Men, un faro leggendario, un libro dedicato al più mitico faro bretone. Ar Men, “l’Inferno nell’Inferno”, mi ricordo la prima volta che il capitano mi disse che mi avrebbe accompagnata a vederlo… d’istinto, quel giorno mi feci il segno della croce prima di salire a bordo dello zodiac. Da allora, ogni volta che vado a Sein, è sempre un’avventura “cavalcare le onde” per raggiungere Ar Men, soprattutto quando il mare è agitato, ma vi lascio la magia di scoprire la sua storia.

Vi ringrazio appassionati Amici dei fari, se siete stati in Bretagna e volete condividere le vostre sensazioni, mi trovate sulla mia pagina @susyzappa.fari. Buona lettura e buon vento, con l’augurio, prossimamente, di viaggiare insieme alla scoperta dei fari.

Susy Zappa