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Come rieducare un cane sofferente o problematico

Un cane sofferente e in difficoltà può essere rieducato? Sì. Esistono appositi metodi che porteranno il pet a integrarsi nuovamente nel gruppo, a contatto con gli altri cani e all’interno delle famiglie che lo hanno adottato.

Ma come intervenire? Lo spiega Aldo La Spina, esperto di comportamento animale, educatore cinofilo e specialista della rieducazione, nel suo nuovo libro“Manuale di rieducazione comportamentale cinofila” (Edizioni Lswr).

Con questo libro i proprietari dei pet, spesso disorientati dalle problematiche del proprio cane, riusciranno a comprendere e affrontare le difficoltà del cane. Perché ci si può “curare insieme” e questo libro – spiega l’autore – ci dice come si fa.

I professionisti, invece, troveranno nel Manuale le indicazioni di lavoro per prendersi cura di cani sofferenti e con vari tipi di disagio: depressi, obesi, impauriti, disturbati e ossessivi.

Il testo quindi si rivolge non solo a proprietari coscienti e che vogliono informare, ma anche a educatori, istruttori e addestratori, allevatori, dog-sitter e studenti universitari di Veterinaria.

Cani e gioco: perché è importante e come educarlo al rispetto delle regole

Il gioco negli animali, e in particolare nel cane, è una delle attività primarie di sopravvivenza.
Perché?
Perché giocando impara a cacciare, correre, saltare, inseguire e scambiarsi di ruolo, cercare, possedere, lottare, annusare, scuotere, distruggere. Inoltre, è grazie al gioco che potrà scoprire il mondo” spiega Aldo La Spina, da poco tornato in libreria con il suo nuovo lavoro “Manuale di rieducazione comportamentale cinofila” (Edizioni Lswr).

Il cane che non ha giocato abbastanza con madre e fratelli potrebbe avere, nella famiglia umana, problemi di relazione. Le azioni del gioco, essenziali per imparare a vivere, sono fisiologicamente e naturalmente regolamentate grazie all’interazione con la madre e i fratellini.

Durante il gioco i fratellini simulano conflitti, si attaccano, si mordono: imparano tutto ciò che servirà loro in futuro per affrontare veri scontri.

Per questo è fondamentale non allontanare i cuccioli dalla madre e dai fratelli prima delle 7-8 settimane: è in questo periodo cruciale che apprendono tutti i rudimenti essenziali del linguaggio canino.

Purtroppo, molti cuccioli non restano abbastanza a giocare prima di entrare in una famiglia umana e questo crea loro problemi di relazione. Infatti, il comportamento del cane da adulto è fortemente influenzato dalle attività ludiche praticate quando era cucciolo.

Gli errori del proprietario nel momento di gioco
All’allontanamento precoce da madre e altri cuccioli si possono aggiunge errori molto comuni commessi dai proprietari che, quando giocano con il proprio pet, sbagliano in diverse azioni. Alcuni esempi:
• farlo giocare eccitandolo e poi dicendo improvvisamente “basta!”;
• rientrare la sera e pensare di farlo sfogare giocando con lui solo qualche minuto: ma non è sufficiente!
• lanciare la pallina sul prato tentando di farlo sfogare, ma si stanca prima lui;
• fare giocare il cane con la scarpa vecchia e arrabbiarsi quando il cane gli prende quella nuova e gliela strappa;
• giocare a rincorrere il cane e poi pretende che venga da lui prontamente al richiamo

“Educare correttamente al gioco è molto importante. Se per esempio si permette a un cucciolo di mordere le mani durante il gioco, egli impara ad applicare con i suoi denti una pressione sempre maggiore nel tempo – continua La Spina – Perché quindi sorprenderci se a sei mesi morde la mano del suo proprietario che cerca di prenderlo per il collare?”.

Rieducare il cane al gioco: ecco come
Se il cane ha vissuto con la madre e i fratelli un tempo non sufficiente per avere compreso le regole del gioco, si può rieducare.
Come?
Innanzi tutto, il cane necessita di qualcuno che gli insegni le regole del gioco e che gli indichi:
• qual è il suo posto per giocare;
• quali sono gli oggetti con cui giocare;
• quando giocare;
• come giocare;
• quando smettere perché è il momento di calmarsi e riposare;
• quando non è bravo perché non è il momento giusto di giocare;
• quando è bravo perché sta giocando.

Rieducare al gioco – la traccia del percorso di rieducazione
Nel suo nuovo libro, Aldo La Spina inserisce un esempio di traccia che il professionista fornisce al proprietario: il numero dei giorni in cui svolgere una certa attività dipende dal soggetto.
Non esiste una “ricetta” unica per tutti ma vanno valutati tutti gli elementi in gioco: età, storia personale, razza, tipo di abitazione, composizione del gruppo-famiglia e così via.
Iniziamo:
• Togliere tutti i giochi presenti e gli oggetti con i quali il cane gioca (innaffiatoio, portavasi ecc.), facendo una pulizia ambientale, per i giorni che abbiamo già precedentemente stabilito.
• Utilizzare, nella prima fase, solo giochi individuali passivi tipo la masticazione delle ossa di bufalo.
• Utilizzare “ossa-cicca arrotolati” o masticabili (che si possono ingoiare e digerire senza problemi di allergie o di “strafogamenti”) di piccole dimensioni, proporzionati alla taglia e all’età del cane, al rientro a casa, all’arrivo di ospiti, come premio in risposta a obiettivi raggiunti – per esempio la calma.
• Toglierli se il cane li lascia inosservati per un po’, attendendo che lui non veda.
• Utilizzare ossa di bufalo di medie dimensioni, sempre proporzionalmente alla taglia e all’età solo per periodi di lunga separazione.
• Introdurre giochi individuali di attivazione mentale dopo alcuni giorni, per esempio gioco tipo Kong, Buster cube.
• Introdurre giochi sociali cooperativi solo dopo alcuni giorni, per esempio cerca e trova, nascondino.
• Insegnamento del lancio delle palline, sceglierne due idonee.
• Svegliarlo quando riposa, per giocare.
• Interrompere il gioco dopo una sessione molto breve per i giorni che si riterranno necessari.
• Iniziare a introdurre più sessioni di gioco quotidiane.

Alcune avvertenze generali:
• non spostare o nascondere i giochi in presenza del cane;
• non giocare al tira-molla (troppo eccitatorio e violento, il gioco può degenerare);
• non assecondare le sue iniziative: va mantenuta l’iniziativa del gioco;
• non giocare mai usando parti del proprio corpo: il rischio è dietro l’angolo; usare sempre qualcosa che si possa interporre fra il suo e il nostro corpo per non abituarlo a venirci addosso o ad assaltare qualcun altro.