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I delitti di Livorno. Il commissario Botteghi e l’omicidio del barone Corridi

Il commissario Botteghi sta vivendo una profonda crisi.

Non ha superato la morte della moglie e teme che il solo fatto di stare vicino alle persone a cui vuole bene possa metterle in pericolo; per questo allontana tutti, a partire da sua figlia Valentina, per proseguire con Mariella e Sun fino agli uomini della sua squadra, in primis Mantovan e Busdraghi.

Botteghi si odia, odia tutti, odia Livorno; lo ritroviamo, alla sua sesta avventura, ridotto a uno straccio inzuppato e stordito dall’alcool.

Per fortuna ci pensa Francesca Sannucci a sbattergli in faccia un mistero che non può non dare uno scossone alla curiosità del commissario: il suo amante, Giacomo Valenti, è morto a causa di quello che sembra un incidente stradale ma la donna non ne è convinta e, dopo averla ascoltata, neanche Botteghi lo è.

Botteghi lotta un po’ con la sua apatia, con il suo male di vivere, ma alla fine capitola: il presunto omicidio di Valenti pare legato a una morte misteriosa avvenuta nel 1867, quella del barone Corridi.

Inizia così un’indagine avvincente, affascinante, che si muove su due piani temporali e che ci porta a vivere due Livorno, quella di ieri – Villa Corridi, l’ex distilleria, lo Stillo – e quella di oggi.

Punto di forza del romanzo è di certo l’accuratezza della ricostruzione storica e la nitidezza dell’indagine, con ogni pezzo che si incastra perfettamente agli altri come da tradizione del giallo classico; ma, da giallista amante dell’hard boiled, non posso non attribuire una menzione di merito proprio al protagonista, il commissario Botteghi, combattuto e sfaccettato tanto da riportare alla memoria il miglior Philip Marlowe.

E come ogni noir, la cui funzione è di specchio della società, anche ne I delitti di Livorno. Il commissario Botteghi e l’omicidio del barone Corridi è possibile rintracciare un messaggio: da soli non si va da nessuna parte e, anche se l’opposto non è sempre vero – mica è una favola –, quanto meno insieme si prova a stare a galla e ci si può riuscire.

Il prossimo Botteghi dovrebbe essere in libreria nel 2024; nell’attesa vi consiglio di recuperare intanto questo e poi gli altri.

Buon Anno e buonissime letture!

Claudia Cocuzza

Sono una farmacista e una scrittrice. La domanda è: con due figlie, un marito, un cane e un lavoro così impegnativo, come fai anche a leggere, studiare e scrivere? Facile: non saprei vivere senza tutto questo.