Giulia: Ciao a tutti! Benvenuti a questo nuovo appuntamento con la rubrica Gen Z!
Argo: Ciaoo, Giulia!
Giulia: Argo, sono sicura che hai già sentito parlare di Erin Doom, vero?
Argo: Certo! È la giovane scrittrice di romance che ha sollevato tanto scalpore nel mondo dell’editoria. Ha esordito su Wattpad, per poi essere pubblicata da Magazzini Salani, e fino a qualche tempo fa nascondeva la sua identità sotto lo pseudonimo: recentemente si è mostrata al pubblico con il suo reale volto e ha rivelato il suo nome, Matilde.
Giulia: Wow, sei informato!
Argo: Sì, ti ricordo che c’ero anch’io quando tu e Claudia parlavate di Fabbricante di lacrime, l’altro giorno, e l’ho anche letto.
Giulia: Ahh, giusto!
Argo: Sono curioso: Fabbricante di lacrime, di Erin Doom, è stato il libro più venduto in Italia nel 2022, con oltre 500 mila copie. Un best seller coi fiocchi, tradotto anche all’estero.
Giulia: Esatto. Oggi proveremo a fare luce su questo fenomeno editoriale.
Argo: Vai, ti ascoltiamo.
Giulia: Vorrei iniziare con una premessa: la rinascita dello YA e il BookTok, due fenomeni che interessano soprattutto i giovani.
Argo: Parlaci dello YA.
Giulia: Lo Young Adult comprende le storie adolescenziali, definito dall’età dei protagonisti, di solito durante gli anni teen. Ciò che lo differenzia dal romanzo per ragazzi è che al suo interno sono trattati i “temi importanti” della vita – l’amore, la morte, le discriminazioni, le droghe, la sessualità ecc. –, visti per la prima volta dagli occhi di un adolescente, ancora libero dai pregiudizi degli adulti. Ultimamente, lo YA ha subito una vera e propria rinascita, determinata soprattutto dall’exploit de Fabbricante di lacrime , in Italia. Questo genere sta interessando progressivamente anche i lettori che hanno già superato l’adolescenza: uno dei motivi è che l’età della giovinezza si è ormai abbassata nella popolazione, ma c’è da dire anche che i contenuti dei romanzi sono stati rivalutati. Il pubblico ha capito che non si tratta solo di “roba per ragazzi”, di storie futili e insignificanti, e che lo YA trasmette in realtà dei messaggi importanti, i quali rispecchiano e criticano la società odierna.
Argo: Lo YA è un genere libero, la voce dei giovani nella società che incitano al cambiamento e all’apertura. Il razzismo, l’omofobia e le barriere sociali sono raccontati con rabbia: sono gli adulti ad aver bisogno di schemi e punti fermi, mentre la generazione Z scorre fluida al di là di quei pregiudizi che non le appartengono più. I giovani vivono in una realtà libera, fatta di emozioni forti e di sentimenti devastanti, di scoperte senza tabù. Mi vengono in mente l’amore tra Achille e Patroclo ne La canzone di Achille di Madeline Miller e la graphic novel Heartstopper di Alice Oseman. Le discriminazioni razziali e fisiche sono eliminate, come in The Skin I’m In. Il colore della mia pelle di Sharon G. Flake o in Wonder di Raquel Jaramillo Palacio.
Giulia: Però io non sono rimasta soddisfatta da Fabbricante di lacrime , da questo punto di vista. Trovo che il romanzo non trasmetta alcun messaggio significativo per gli altri: è semplicemente la storia d’amore tormentata tra Nica e Rigel. Qualsiasi punto di partenza per una riflessione interessante è stato liquidato banalmente: l’autrice avrebbe potuto, ad esempio, approfondire il modo in cui i protagonisti, provenienti da un orfanotrofio, si sono integrati nella società dopo essere stati adottati. Anche la sottotrama rosa tra Billie e Miki, le amiche di Nica, è stata sviluppata male.
Argo: Concordo.
Giulia: Ad ogni modo, i lettori e gli autori di YA si fanno portavoce, insieme, attraverso i social, delle necessità che accomunano tutti gli adolescenti, di quei valori dimenticati che i cittadini del domani vogliono radicare nel futuro a partire da ora.
Argo: Già, è quello che succede con il BookTok.
Giulia: Il successo degli YA è merito dei lettori stessi: gli adolescenti condividono le proprie letture sui social, principalmente su TikTok, invogliando altri coetanei ad acquistare quei libri, e a loro volta prendono spunto da altri tiktoker che praticano la loro stessa attività. TikTok è la piattaforma ideale per diffondere questo genere di contenuti: i romanzi che verrebbero sicuramente criticati su altri social, come Instagram, ormai invasi dai cosiddetti boomers – utenti di età avanzata che non capiscono il mondo dei giovani e che lo attaccano attraverso critiche molto forti – trovano qui libero spazio per scorrere e per mettere in contatto persone dapprima sconosciute attraverso la lettura. Questo fenomeno è noto come BookTok.
Argo: Ad esempio, io ho letto online moltissime citazioni de Fabbricante di lacrime , soprattutto le epigrafi.
Giulia: Bravo. Le epigrafi, quelle frasi brevi poste all’inizio dei capitoli, sono ricorrenti negli YA: sono costituite da frasi fatte, a impatto, che hanno lo scopo di catturare subito i lettori e invogliarli ad acquistare il libro. Vi leggo l’epigrafe che introduce il capitolo 31 de Fabbricante di lacrime : Ti amo come solo le stelle sanno amare: da lontano, in silenzio, senza spegnersi mai.
Argo: Queste “frasi fatte” compongono tutto il romanzo: la narrazione avviene così, attraverso un linguaggio semplicissimo e scorrevole, pieno di aggettivi e metafore di facile intuizione. Anche questa è una caratteristica dei romance YA: devono essere scritti in modo da essere letti con un colpo d’occhio e in poco tempo. Credo però che ne Fabbricante di lacrime il linguaggio sia troppo ripetitivo: malgrado tutti i romance siano ripetitivi nello stile, questo, in alcune parti, mi ha un po’ annoiato.
Giulia: Concordo. Fabbricante di lacrime rientra in una categoria di romance detti “romance trope”. Trope è un termine inglese equivalente al greco topos, ovvero cliché. Tutti questi romanzi si sviluppano a partire da uno schema fisso, che prevede dei determinati personaggi e delle determinate situazioni che si ripetono in tutte le storie e anche più volte all’interno di esse. Concretamente, Nica e Rigel sono i classici protagonisti trope: la “brava ragazza” solare e allegra che vive nel suo mondo e il bad boy cinico, scontroso e bellissimo, il mitico “fascino oscuro”. I due personaggi, legittimamente in questo genere letterario, impiegano tutto il libro prima di far esplodere i loro sentimenti: quando sembra che stiano per compiere un passo in avanti per avvicinarsi, ne fanno in realtà dieci indietro.
Argo: Giustissimo. Ma ciò che mi ha dato fastidio, qui, è che la trama è davvero troppo, troppo lenta e ripetitiva; certe scene sono inutili e appesantiscono eccessivamente la narrazione. Nel corso di questi avvenimenti noi lettori non riusciamo ad accorgerci concretamente dell’arco di trasformazione dei personaggi, del percorso di crescita che essi dovrebbero compiere per arrivare al loro obiettivo, quello di mettersi insieme.
Giulia: Hai ragione, la causa è anche dell’editing superficiale da parte della casa editrice.
Argo: Ma allora, perché questo libro ha avuto così tanto successo?
Giulia: Erin Doom è riuscita a conquistare decine di migliaia di lettori con la sua storia struggente: pur sapendo qual è l’inizio e qual è la fine, i lettori sono interessati a conoscere il percorso “a ostacoli” che i personaggi compiono per raggiungere il loro gran finale. Le emozioni forti, raccontate principalmente attraverso gli occhi sognanti di Nica, incantano i lettori e li trasportano per un po’ nel mondo da favola dei protagonisti.
Argo: Anche lo stile “fiabesco” della narrazione contribuisce a ricreare questa atmosfera magica.
Giulia: I lettori entrano in empatia con il personaggio di Nica, che occupa il maggiore spazio narrativo, raccontando gli avvenimenti in prima persona. Dal punto di vista di Rigel vediamo, invece, i flashback di scene già accadute, raccontate questa volta in terza. Oltre a separare i protagonisti “tecnicamente”, l’autrice sottolinea anche le differenze psicologiche tra loro: Nica ama esprimere le sue sensazioni spontaneamente, mentre Rigel, che tenta invano di allontanarsi da qualsiasi emozione, è come se avesse bisogno che una “terza persona” racconti i suoi sentimenti. Il passaggio da prima a terza persona nella narrazione potrebbe anche dare fastidio al lettore, ma questa è un’opinione soggettiva.
Argo: Ai personaggi secondari, invece, è riservato pochissimo spazio. Tutta la storia ruota attorno a Rigel e Nica e il lettore non ha bisogno di avere informazioni riguardo agli altri personaggi. Purtroppo, l’autrice omette così dei dettagli che sarebbero stati interessanti da conoscere, come lo sviluppo della vicenda tra Billie e Miki.
Giulia: Ho letto questo romanzo soprattutto per curiosità: ho sentito molti miei coetanei parlarne e, alla fine, ho voluto saperne di più pure io. Ne sono rimasta piacevolmente sorpresa, non tanto per la qualità della narrazione in sé, ma perché analizzandolo ho scoperto un mondo nuovo di tecnica narrativa, quella del romance, che mi era totalmente estraneo. Ho anche capito che i romanzi ultimamente “in tendenza” hanno un loro scopo e non sono totalmente da condannare, al contrario di come pensavo prima.
Argo: Sì: Fabbricante di lacrime , come tanti altri suoi simili, è lo specchio dei cambiamenti che stanno agitando la società ai nostri giorni. Rappresenta l’emergere del pensiero dei giovani all’interno della società, con le loro convinzioni e le loro fragilità.
Giulia: Giusto. E lo straordinario successo de Fabbricante di lacrime la dice lunga riguardo a questo.
Argo: Leggetelo, amici, vi interesserà.
Giulia: E sappiatelo, con il romance non abbiamo ancora finito!
Argo: Alla prossima!
Giulia: Ciao!