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Il miracolo delle dighe

Pubblicato da Fusta Editore, arriva in tutte le librerie il libro di Luca Rota Il miracolo delle dighe – Breve storia di una emblematica relazione tra uomini e montagne.

Il libro narra di un viaggio affascinante dal punto di vista autobiografico ed emozionale: un itinerario che segue le vallate alpine alla scoperta delle possenti dighe che sono state costruite dalla fine dell’Ottocento ad oggi.

Paesaggi idroelettrici caratterizzati da questi capolavori ingegneristici che, nonostante il loro impatto ambientale, che è oggetto di dibattito, destano ammirazione, al punto che molti dei maggiori sbarramenti idroelettrici alpini sono diventati mete turistiche consolidate, con migliaia di visitatori all’anno.

L’autore tratta della particolare relazione culturale che hanno saputo intessere con i territori montani persino evocando suggestioni artistiche e filosofiche, di come abbiano contribuito a un’umanizzazione tutto sommato positiva delle alte quote e di come oggi la loro presenza ci interroghi inesorabilmente sul futuro delle montagne e del nostro rapporto con l’ambiente naturale.

«Il miracolo delle dighe parla di dighe ma anche no, per come in realtà racconta molte altre cose, e non parla nemmeno di energia idroelettrica in senso ‘politico’ cioè a favore o contro, nonostante varie pagine dissertino anche su questo aspetto soprattutto in chiave presente e futura. E nonostante, a ben vedere, sia (voglia essere) un atto politico anche la narrazione dei paesaggi alpini nei quali da una vita vagabondo trovandomi spesso di fronte quegli enormi muraglioni di calcestruzzo dei quali infine ho scritto, a mio modo, nel libro: perché la nostra relazione con i territori coi quali interagiamo, da abitanti stanziali o da visitatori occasionali, e dunque la partecipazione all’elaborazione dei loro paesaggi – che i giganteschi muri delle dighe rendono così evidente – se ci pensate è politica. È la relazione con il mondo nel quale viviamo e che trasformiamo, che sfruttiamo o che tuteliamo, è appropriazione identitaria culturale, è inscrizione sul territorio come sulle pagine d’un libro della nostra storia, attraverso i segni che vi lasciamo tra i quali la diga è uno dei più ciclopici e più emblematici, per le tante antinomie in essa rapprese.

Già, perché un enorme, rude e per alcuni inquietante (se non spaventoso, ma invece per altri affascinante) muro di cemento piazzato tra i fianchi delle montagne che si tiene dietro una gran massa d’acqua come fosse un lacustre sospiro vitale arieggiante il paesaggio trattenuto dalla diga lassù tra i monti, è capace di raccontare una storia della nostra conquista e della conseguente relazione tra noi e le alte quote montane assolutamente impensabile e altrettanto originale. Una storia che ho cercato di trascrivere in un libro che è (anche) un diario di viaggio abbastanza autobiografico, una guida breve e appassionata ad alcuni dei più suggestivi paesaggi delle Alpi, un quaderno di appunti sulla bellezza delle montagne, una serie di buoni motivi per i quali riflettere su cose che altrimenti, forse, non ci verrebbe di meditare… e altre cose ancora.» (Luca Rota)

Il volume si pregia della prefazione di Elvis Del Tedesco, fondatore e amministratore del sito web progettodighe.it, principale punto di riferimento degli studiosi e appassionati di impianti idroelettrici italiani.

Nel libro ci sono alcuni paragrafi dedicati a due importanti impianti piemontesi: le dighe della Valle Gesso di Entracque (Piastra-Rovina-Chiotas) e del Lago di Pontechianale, entrambe parecchio emblematiche riguardo i temi del volume.

LUCA ROTA. Nato nel 1971 a Lecco, abita sulle Prealpi Bergamasche esattamente a metà strada tra civiltà e natura. Ad oggi ha pubblicato quattordici libri di poesia, narrativa e saggistica, nei quali esplora la relazione tra i territori, i luoghi, le genti che li abitano e i paesaggi che ne derivano, obiettivo principale dei suoi studi; inoltre, numerosi saggi sugli stessi temi sono pubblicati su vari volumi. Si occupa di progetti e produzioni culturali per i territori di montagna (ma non solo), innanzi tutto come membro del team dell’Officina Culturale ALPES di Milano. Ha curato mostre fotografiche, concorsi e raccolte letterarie, eventi e rassegne artistiche, condotto programmi radiofonici; collabora con magazine e periodici. Fa parte del gruppo cartografico di Ingenia Cartoguide per le cui mappe cura le sezioni culturali.