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Il paese del maleficio di Ellery Queen

Il famoso detective e scrittore, Ellery Queen, è alla ricerca di un luogo tranquillo dove stabilirsi per scrivere il suo nuovo romanzo. Wrightsville, una cittadina del New England, sembra fare al caso suo.

La stazione era poco più di una baracca in mattoni rosso scuro. Su una carriola di ferro arrugginito, due ragazzini in tuta blu fissavano il viaggiatore con lo sguardo assente, masticando gomma all’unisono. Sulla ghiaia del piazzale vari cavalli avevano lasciato i loro ricordi. In lontananza il signor Queen scorse alcuni edifici di una certa imponenza. In quella parte era la città propriamente detta. Dal lato opposto della stazione c’erano soltanto magazzini. Il resto era tutto bosco.[…] . Da una parte la città e dall’altra la campagna; e qui s’incontrano, qui dove la stazione di Wrightsville sembra, per così dire, volgere le spalle al ventesimo secolo. Sì, Ellery, hai trovato quello che cercavi. Facchino!…”

Lo scrittore cerca una casa in affitto e dopo vari tentativi ne trova finalmente una. Appartiene alla famiglia Wright, la più antica e ricca della città. Il detective si presenta come Ellery Smith e, pur non manifestando la sua vera identità, conferma di essere uno scrittore. La signora Wright, affascinata dall’idea di avere a che fare con un artista, alla fine acconsente ad affittargliela. La casa però ha una brutta fama. Jim Haight, promesso sposo di una delle tre figlie dei Wright, Nora, l’abbandonò alla vigilia delle nozze e l’edificio è ritenuto addirittura maledetto.

Ellery conosce nel suo soggiorno a Wrightsville tutte e tre le ragazze Wright.

Pat è quella con cui entra subito in confidenza innamorandosene persino:

Il suo solo pensiero coerente  fu che la ragazza aveva gli occhi del colore di un ruscello che scorresse placido sotto il sole.

«Sono proprio contenta» disse Pat, squadrandolo da capo a piedi. Carter si accigliò, ma il signor Queen era raggiante.

Ha modo di conoscere Nora in occasione di una cena che la signora Wright ha tenuto per presentare il suo inquilino ai notabili del posto.

Nora Wright apparve all’improvviso, mentre a tavola si stava servendo il dolce. Per un attimo il silenzio regnò nella sala, poi Hermione disse con voce tremante:«Oh, Nora cara!»

E tutti le fecero coro.[…] Nora gli porse una manina fresca e fragile come un ninnolo di porcellana e disse in tono incerto, come se si fosse disabituata a servirsi della propria voce: «La mamma mi ha parlato molto di lei.»[…] pallida in volto, senza nemmeno sfiorare il dolce che le avevano servito, né il caffè, e mormorando di quando in quando un monosillabo. Non sembrava annoiata, ma soltanto stanca… stanca al punto di non provare alcuna sensazione.

Poi, improvvisamente com’era venuta, si alzò e disse:

«Scusatemi.»[…] affrettò il passo, poi scomparve.

La terza figlia, Lola, la pecora nera di famiglia, prende l’iniziativa presentandosi da sola:

Ellery accese la luce. La donna era un po’ rannicchiata sul muricciolo pendente, di fianco alla gradinata. Lo guardava tra il fumo della sigaretta. I pantaloni di camoscio color tortora le aderivano alle cosce, e un maglioncino di cachemire le modellava il busto. Ellery ebbe subito l’impressione di trovarsi di fronte a un essere giovane, ma troppo maturo, spiritualmente, amareggiato. La donna ebbe una risatina nervosa e gettò via il mozzicone della sigaretta.

Dopo qualche settimana, la cittadina è scossa da una notizia inaspettata: Jim Haight torna all’improvviso e sposa Nora. Di ritorno dal viaggio di nozze, i due sposini vanno ad abitare nella casa  la cui maledizione sembra scongiurata. Ellery invece rimane ospite dai Wright. Un giorno però, sistemando dei libri  appartenenti a Jim, Pat e Nora scoprono tra la pagine di un libro di tossicologia  delle lettere, indirizzate alla sorella di Jim dove si dice che Nora ha contratto una misteriosa malattia che l’ha portata alla morte. Le due sorelle decidono di non lasciar trapelare la cosa. Pat però alla fine, non resiste e informa Ellery. Quando Nora inizia davvero ad accusare sintomi di avvelenamento, tutta la città comincia a sospettare che Jim l’abbia sposata per avvelenarla. Si istaura un clima di caccia alle streghe che coinvolgerà non solo Haight ma l’intera famiglia Wright che malgrado tutto sembra difenderlo.

«Quindi, se ci siamo ben capiti» disse Hermione «ci rivolgeremo al migliore avvocato dello stato perché si assuma la difesa di Jim. Dobbiamo dimostrare a Wrightsville che siamo uniti!»

«E se Jim viene dichiarato colpevole, mamma?» domandò Patricia.

«Avremo fatto del nostro meglio![…]…»

Il finale, preserva un colpo di scena veramente insospettabile.

Il giallo va collocato senz’altro tra i classici del genere sia per contenuti che per ritmo narrativo. Pur nella traduzione in italiano  è possibile cogliere tra le sue pagine l’America degli anni ’40  sia nei dialoghi che nel modo di presentare personaggi, situazioni e  descrizioni paesaggistiche. Una lettura rilassante e intrigante al tempo stesso.

“La prof.” M. Lucia Martinez