Domenica d’agosto ad Averna in Ciociaria. Ci si prepara per l’evento dell’anno che si terrà per l’appunto nella notte dell’ultima luna piena d’estate. Si tratta di un palio a cui parteciperanno le quattro contrade del centro storico della cittadina sfidandosi in varie competizioni con l’arco. Qualche giorno prima però un cruento e drammatico evento turba il clima festivo e mette a rischio l’effettuazione dello stesso palio. L’ingegnere Renzo Moscati, nonché maestro d’arco di una delle contrade, viene trovato in un fossato trafitto da tre frecce. Le motivazioni del delitto si muovono in due direzioni. La prima conduce gli inquirenti all’ambiente dell’arcieria. Una pista davvero complicata dato che in paese quasi tutti sanno adoperare un arco, compresa la vice commissaria Rita Salvini, vedova e madre di una ragazza in fase critica adolescenziale.
La seconda pista porta all’ambiente di lavoro della vittima che, denunciando alcuni supposti illeciti dell’ufficio tecnico comunale in cui lavora, si è fatto non pochi nemici anche per via del suo carattere scontroso.
-Grandi amici non ne aveva. Sa, era uno che pensava solo al lavoro, non veniva mai al bar, non offriva mai un caffè. Aveva il braccino corto.
Tiziano Agata, introverso, ossessionato da una relazione che non è ancora in grado di considerare chiusa e da frequentissimi e lancinanti mal di testa ma tremendamente affascinante è il nuovo commissario capo di Averna
Lo aveva visto solo una volta, eppure il ricordo si era riacceso più vivo che mai. La corrente di attrazione che si era formata tra loro […] l’intensità degli occhi azzurri[…]
-È un poliziotto. Ha un cognome tipo Giada, un nome di donna. O Adele. O Agnese. Qualcosa del genere. Però sono sicura: è un maledettissimo sbirro.
Agata è un ottimo detective ma con scarso interesse per la carriera
-Ho intenzione di chiederle di guidare le indagini
-E quale sarebbe il “ma” di questo bel discorso?
-La lascio lavorare ma sarò io a prendermi i meriti quando arresteremo l’assassino.
Si butta dunque nell’indagine con accanimento, addentrandosi con l’aiuto di Arduino Moscati, cugino della vittima, anche lui maestro d’arco, amatissimo dai suoi allievi, nel complesso mondo dell’arcieria e nell’uso armi che la caratterizzano. Il percorso, che si potrebbe definire anche formativo per alcuni dei personaggi e per lo stesso protagonista, porterà alla identificazione dell’assassino. E la motivazione del delitto?
-Tutto questo non ha senso- sbottò Rita
– Nessun omicidio ne ha- intervenne Tiziano
Ma
[…] rischiare la vita ti mette in una prospettiva diversa. Cominci a pensare che cosa è davvero importante e cosa no […] un paradosso.
Ho avuto il piacere di assistere quest’anno a Cattolica alla presentazione del giallo di Luca Di Gialleonardo e Liudmilla Gospodinoff in occasione delle attività legate al Mystfest. La prima impressione è stata quella di avere a che fare con personcine tranquille. Un po’ ritroso lui, timidina lei. Impressione durata appena una manciata di minuti perché dopo un po’ che l’intervista andava avanti, la mia mente ha iniziato a ripetermi in sottofondo come un mantra il titolo della arcinota anche se datata serie televisiva inglese Attenti a quei due.
E sì, a quei due bisogna stare attenti davvero. Se infatti Di Gialleonardo & Gospodinoff incominciano a raccontarsi, si capisce subito che il loro atteggiamento è tutto di facciata. In realtà siamo di fronte ad un’accoppiata vincente costituita da personalità forti. che abitualmente tendono ad imporsi l’uno sull’altra ma alla fine finiscono sempre per trovare quella che comunemente si chiama la quadratura del cerchio. Il risultato è quindi decisamente positivo. Ricerca accurata dell’ambientazione, scrittura perfetta, intreccio ben congegnato sono gli ingredienti della loro scrittura che oltre al Paradosso annovera altri successi come Anco Marzio – l’ultimo sabino, scritto insieme a Franco Forte per la serie de I 7 re di Roma e molto altro ancora a livello individuale. Insomma l’invito è quello di leggerli con la certezza di dare un ottimo consiglio.
Maria Lucia Martinez