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Sabato in giallo: Il senso delle parole rotte

Scenario del romanzo Rimini, città della riviera romagnola che lo scrittore sammarinese conosce e descrive con minuziosa attenzione nelle sue strade, nei comportamenti, nelle emozioni.

Il cielo sopra Rimini aveva preso le tonalità brunite della notte. Lungo viale Regina Margherita ristoranti e hotel, tirati a lucido per la nuova stagione, si tenevano a braccetto come bambini irrequieti. Gli edifici affacciati sul litorale splendevano di luci cangianti, diffondendo nell’aria uno strano amalgama di valzer zoppicanti e musica dance.

Protagonisti l’ispettore Macrelli, che ci ricorda per alcuni versi il detective Adrian Monk protagonista della famosa serie televisiva americana. Macrelli infatti è affetto da patologica ossessione per l’ordine e la perfetta simmetria che applica nei comportamenti, negli abiti, nelle cose, pena l’essere assalito da improvvisi attacchi di ansia e di panico.

Scese negli spogliatoi[…] e raggiunse l’armadietto, sentendosi appagato per l’ordine con il quale aveva sistemato le proprie cose: le scarpe di cuoi, la camicia inamidata, i pantaloni grigi e la cravatta bordeaux erano disposti in modo equidistante dai bordi dell’armadietto. Si vestì con calma, seguendo un rituale di gesti abituali, simmetrici…

[…] -Soffro di crisi di panico- confessò- Di solito mi vengono quando noto mancanze di simmetria, o se non compio certi rituali prima di uscire di casa, ma non solo. Ogni tanto mi vengono quando fiuto qualcosa che non va-

Per la sua indagine l’ispettore  chiederà la consulenza di  Sara Brandi, esperta grafologa ma anche lei personaggio alquanto sui generis

… Era una ragazza minuta, vestita con un top aderente a fasciare seni inesistenti, pantaloncini corti mimetici e anfibi slacciati ai piedi. Il braccio destro era tatuato dalla spalla fino al polso da una fitta rete di fantasie floreali giapponesi. Il cranio, rasato su un lato, era ricoperto da una cascata di dreadlock tinti di viola sull’altro. Diversi piercing le scintillavano dalle labbra e dal dorso del naso.

Niente di più diverso, è evidente, ma, per ricorrere ad un’interpretazione semplicistica della famosa teoria della coincidentia oppositorum,  alla fine ne verrà fuori una coppia vincente forse anche dal punto di vista dei sentimenti.

  • Allora questa sera mi porti a cena?- lo riscosse Sara- credo di essermelo meritato.

Lui sorrise, poi si osservò le punte delle scarpe, perfettamente allineate. Con uno scatto portò il piede destro più avanti[…] E si rese conto che quando era con Sara non ne aveva così bisogno.

  • Sì, credo proprio che tu telo sia meritato- annuì.[…] prima però, voglio farti conoscere i miei genitori.

La storia ha il suo incipit nel cruento sequestro di Guendalina, la figlia del sindaco di Rimini, Gustavo Altieri, La richiesta del rapitore, che si presenta di notte a casa di Macrelli celato sotto la maschera di un maiale, è alquanto inaspettata e sconvolgente. Si richiede la riapertura del caso di una ragazza, Nadine Greco, archiviato mesi prima come suicidio. L’uomo è invece convinto che si tratti di un omicidio e concede agli inquirenti solo cinque giorni di tempo per venirne a capo. In caso di fallimento la figlia del sindaco sarà uccisa.

Non aggiungiamo altro al plot narrativo di questo giallo con parecchi interventi thriller identificabili graficamente dal corsivo e sempre introdotti con la dicitura: Nel sottosuolo.

Solo due parole destinate a fare luce sul titolo che l’autore, nel corso della vicenda, lascia spiegare a Sara Brandi, quando rievoca la sorella Matilde morta di cancro ancora bambina.

  • Credo che mia sorella sapesse di dover morire. Ricordo che la sua scrittura cambiava spesso, durante la malattia.[…] ho capito solo dopo molti anni che le angolature improvvise, le linee spezzate di quella grafia, erano opera[…] del dolore che provava. Io le chiamavo le “ parole rotte”. Dopo la sua morte[le ho cercato] in ogni scrittura[…] Dare un senso alle “parole rotte” di mia sorella è diventata un’ossessione. Forse ho deciso di diventare grafologa per questo, per mantenere un contatto indissolubile con lei, per non lasciarla mai più.

Il romanzo di  Massimiliano Giri ha conquistato meritatamente il premio Alberto Tedeschi 2020.

Il giallo si presenta fin dalle prime pagine intrigante per i  numerosi colpi di scena destinati non solo alla risoluzione della vicenda ma anche  allo svelamento del carattere dei vari personaggi. Come il sequestratore, nascosto dietro l’inquietante maschera di un maiale, si scoprirà alla fine che molti di loro si celano dietro altrettante maschere ingannevoli, portate ora a difesa delle loro fragilità ora per nascondere un’indole morbosa e corrotta. Il fil rouge del romanzo in conclusione potrebbe quindi racchiudersi nella formula: Ciò che sembra, non è ciò che è. Ne consigliamo la lettura sicuri di non deludere le aspettative.

“La prof” Maria Lucia Martinez