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L’inverno di Frankie Machine

A sessantadue anni, Frank Machianno, alias Frankie Machine, è un tranquillo uomo d’affari, ancora nel pieno delle sue forze: proprietario di un negozio di esche sul molo di San Diego, agente immobiliare, rifornitore di pesce e tovaglie per ristoranti. Con una figlia da mantenere all’università, una ex moglie cui pagare gli assegni, una fidanzata, giovane e bella, che ama divertirsi. E un amico poliziotto cui ha salvato la vita ma che sa tutto del suo passato, della sua lunga militanza in Cosa Nostra. Quando i suoi antichi “datori di lavoro” si fanno vivi e gli chiedono di intervenire come mediatore in una lite tra famiglie, Frank non può rifiutare. Anche se ciò significa precipitare di nuovo nel mondo della mafia. Per sopravvivere, a Frank Machianno non resta che tornare a essere il terribile Frankie Machine; e nel frattempo cercare nel suo passato, per scoprire chi, tra i suoi vecchi “amici”, è così ansioso di vederlo morto.

Recensione

Frankie sa come gira il mondo. Lo ha dovuto imparare presto, quando da ragazzo è entrato, per mancanza di prospettive, al servizio di un boss della malavita locale.

E poiché sa come gira il mondo, sa anche che nonostante sia “in pensione” dalla sua vecchia vita, la prudenza non è mai troppa. Ed è quella che gli salva la vita quando una sera, di ritorno da un appuntamento con la sua fidanzata, si trova davanti due nuove leve della mafia locale che gli chiedono aiuto cercando di attirarlo in trappola.

Sopravvissuto per miracolo all’agguato, Frankie dovrà tornare a vestire i panni che credeva di aver dismesso per sempre, cercare di scoprire chi lo vuole morto e, se possibile, essere ancora una volta il primo a sparare.

Don Winslow è un narratore incredibile. Promette una grande storia fin dalle prime pagine, e mantiene la promessa, gestendo la narrazione con un’alternanza ben calibrata di presente narrativo e ricordi di Frankie narrati usando la tecnica del flashback.

La storia risponde in un certo senso alla domanda drammaturgica: che cosa succederebbe se Mario Puzo facesse andare in pensione il Padrino, salvo poi riportarlo in servizio dopo anni di oblio?

E così nasce la deliziosa saga del vecchio mafioso che esplora i propri ricordi alla ricerca delle origini della vendetta di cui rischia ogni minuto di essere vittima.

La scrittura di Winslow è pacata, puntigliosa e metodica come il protagonista che descrive. Anche le scene più violente sono descritte con una precisione chirurgica, senza sprecare una parola di troppo.

A me Winslow è stato consigliato come fonte di ispirazione e maestro di scrittura. Dopo aver letto qualche suo romanzo, ho capito perché.

Denise Antonietti