Home / Arte & Cultura  / Libri  / La mia prediletta

La mia prediletta

Caso editoriale di qualche anno fa, La mia prediletta è il romanzo d’esordio di Romy Hausmann, che si è imposta all’attenzione dell’editoria con oltre 250mila copie vendute e traduzioni in 19 Paesi.

La trama è da thriller psicologico e sfrutta topoi classici del genere: una capanna isolata nel bosco; ambiente claustrofobico con aperture murate, quindi assenza di luce naturale; tema della personalità multipla.

La vicenda verte attorno alla scomparsa di una studentessa tedesca, Lena Beck, di cui non si hanno notizie da 14 anni. Nessuna richiesta di riscatto, nessun cadavere: sembra sparita nel nulla.

Karin e Matthias Beck non hanno mai smesso di cercarla e sopravvivono alla tragedia contando i giorni che sono trascorsi da quando si è verificata, innescando una sorta timelock al rovescio che ha un effetto altrettanto ansiogeno sul lettore.

La situazione si sblocca quando una donna viene portata in ospedale dopo essere stata investita da un’auto, accompagnata da una bambina, Hannah, che sostiene di essere sua figlia. Sembra che sia Lena, ma lo è?

Fin qui quello che posso raccontare della trama.

La narrazione si sviluppa su un unico piano temporale – quello del presente –, intervallato da flashback brevi e non invasivi, ed è portata avanti attraverso la voce di più narratori, che raccontano in prima persona: Lena, Jasmin, Hannah, Matthias.

Questo permette un’immersività totale del lettore nella storia, che si trova a viverla man mano dal punto di vista del narratore di turno, con una focalizzazione interna che a volte è variabile, altre multipla, nel qual caso l’effetto si amplifica provocando straniamento perché chi legge si trova a dover decidere da che parte stare, distinguere chi mente da chi dice la verità. Particolarmente riuscita è la caratterizzazione di Hannah, il personaggio a cui, dal mio punto di vista, più che ad altri è affidata la gestione della componente drammatica della trama.

Nella costruzione del personaggio di Hannah convergono diversi elementi di disturbo per chi legge: costrutti ripetitivi, comportamenti ossessivi, alterazione della personalità, tutte caratteristiche che, attribuite a un bambino, risultano amplificate che se fossero associate a un adulto, come da tradizione thriller/horror, da Shining (Stephen King) al recentissimo La reincarnazione delle sorelle Klun (Manlio Castagna).

Al centro di tutto, un bisogno universale e ancestrale, che si racchiude in una domanda: Mamma, mi vorrai bene per sempre?

Claudia Cocuzza

Sono una farmacista e una scrittrice. La domanda è: con due figlie, un marito, un cane e un lavoro così impegnativo, come fai anche a leggere, studiare e scrivere? Facile: non saprei vivere senza tutto questo.