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L’altro K2. La tragedia dimenticata del Monte Api

Dopo quasi 70 anni il libro di Matteo Serafin, edito da Hoepli in collaborazione con il Cai, ripercorre la prima spedizione alpinistica italiana su una vetta superiore ai 7000 metri che costò la vita a tre brillanti alpinisti del dopoguerra, tra fatti accertati e ricostruzioni di un mistero ancora aperto.

La ricostruzione della prima salita alpinistica su una vetta superiore ai 7000 metri da parte di una spedizione italiana, avvenuta nella primavera del 1954, mentre Ardito Desio marciava verso la cima del K2 a capo di un esercito di portatori e alpinisti.

La scalata senza ritorno del Monte Api (7132 metri), al confine tra Nepal, India e Tibet, è al centro del libro L’altro K2. La tragedia dimenticata del Monte Api di Matteo Serafin, edito da Hoepli in collaborazione con il Club alpino italiano per la collana “Stelle alpine”, acquistabile da oggi in libreria.

Le vicende narrate

La spedizione sul Monte Api fu guidata dal settantunenne Piero Ghiglione, che partì con tre giovani compagni e tre sherpa. Sopravvissero in due: l’anziano capospedizione, che voleva salire in vetta a tutti i costi, e lo sherpa Gyaltzen Norbu, tornato sfinito dopo giorni di lotta tra la vita e la morte.

Messa in ombra dal successo della spedizione nazionale sul K2, la storia della più sfortunata tra le spedizioni italiane del dopoguerra fu presto relegata all’oblio, trascurata dalle cronache e addirittura messa in dubbio da alcuni storici dell’alpinismo a causa delle testimonianze contraddittorie dei due sopravvissuti.
Di chi fu la colpa del disastro che costò la vita di tre fra i più brillanti alpinisti italiani del dopoguerra? Quale trappola fece cadere Roberto Bignami nel torrente Chamlia? Che cosa spinse Giorgio Rosenkrantz e Giuseppe Barenghi a partire verso la vetta, contro il parere del capospedizione, senza sherpa, mentre il monsone si avvicinava?

Dopo quasi settant’anni Matteo Serafin, alternando fatti accertati a ricostruzioni di un mistero ancora aperto, racconta un viaggio senza ritorno verso la “montagna dell’ideale”, fra le pagine di quell’alpinismo eroico che plasmò la generazione di alpinisti cresciuti durante il Ventennio fascista.

Il volume è corredato da un ricco apparato iconografico, in larga parte composto da fotografie della spedizione e documenti originali conservati negli archivi della Cineteca del Cai.

L’altro K2. La tragedia dimenticata del Monte Api (224 pagine, 24,90 euro) sarà disponibile anche sullo store online del Cai. I soci potranno acquistarlo a un prezzo scontato.

Matteo Serafin collabora con Meridiani Montagne e con il blog Mountcity. Insieme al padre Roberto ha firmato il saggio Scarpone e moschetto (Cda&Vivalda, 1996) e Soccorsi in montagna (Ferrari Grafiche, 2004), che ha ottenuto una menzione speciale al Premio Mazzotti. Ha inoltre curato l’autobiografia di Riccardo Cassin Capocordata (Vivalda, I Licheni, 2001).

La collana “Stelle alpine” – Diretta da Marco Albino Ferrari, la collana “Stelle alpine” è nata nel 2017 per recuperare testi classici dell’alpinismo oggi introvabili, proponendoli al lettore in edizioni di pregio, con apparati iconografici di qualità, e introduzioni e postfazioni d’autore.

Insieme ai classici, diari, biografie, testi dei padri dell’alpinismo ottocentesco, la collana vuole inoltre ospitare nuove voci della letteratura di montagna e proporre a un pubblico di appassionati grandi storie di azione e il racconto di avventure negli spazi d’alta quota.

Tra i titoli pubblicati, Dolomiti cuore d’Europa di Giovanni Cenacchi ha vinto il Premio Cortina 2021 e Nel castello delle Storie di Marco Albino Ferrari il Premio Super Gambrinus 2020.