Vivi nascosto di Fabiano Massimi

Il Bar Dantes è un locale alla moda  di Mutina. Gestito  dai norvegesi Oleg e Olaf, offre ai numerosi avventori i più straordinari mega panini dalle città e un sicuro e segreto punto di riunione ai membri del Club Montecristo: Lans Jula, ex pittore e un soggiorno in carcere per amore; Azzicca, ex detenuto ormai quasi avvocato; Zero Zero, in programma di reinserimento sociale, sensibile al gentil sesso;  Arno Maletti, ingegnere, sposato con una ricercatrice universitaria danese che gli ha dato due figli ancora piccoli. Arno è l’unico dei soci ad avere la fedina penale pulita, ma è stato ugualmente accettato nel club come membro onorario per la sua amicizia con Lans e per le eccezionali capacità di hacker. Il proprietario del bar, Primo, è uno degli uomini più ricchi di Mutina e ha deciso di fondare il club per aiutare gli ex detenuti a reinserirsi nella società vincendo i facili pregiudizi e offrendo loro una seconda occasione.

Di diverso parere è l’ispettore Cassini il cui motto è “chi delinque una volta, delinque per sempre”.

Quando perciò Bruno Muta, un ex stilista di successo, nonché ex detenuto per falso in bilancio, uscito da poco dal carcere, viene trovato morto nella sua abitazione e un detenuto in semi-libertà, Ares Malerba,  suo compagno di cella, evade dal carcere nelle stesse ore del delitto, per l’ispettore non ci sono dubbi: Ares Malerba è l’assassino.

Cassini non aveva ancora finito. non era lì che voleva arrivare.« Chi poteva avercela con lui a quel modo?» chiese. Poi si rispose da sé:« Solo qualcuno che aveva conosciuto al Sant’Agnese. Dietro le sbarre». Lana[…]Ancora?, pensò, ma non lo disse perché aveva capito dove voleva andare a parare il commissario.

«Un ex detenuto» concluse Cassini, gli occhi accesi.

«Quelli non cambiano mai».

Lana, la sua collaboratrice non ne condivide i pregiudizi e dunque farà da supporto ai membri del Club Montecristo, che, certi dell’innocenza dell’evaso, iniziano un’indagine parallela anche ricorrendo  a innocenti illegalità  per dimostrare l’innocenza di Malerba che invece stranamente  sembrerebbe di parere contrario.

Tu chiedi al club Montecristo di chiudere gli occhi e lasciarti assumere una colpa non tua. La risposta, Ares, è no […] Se è stato un incidente, i giudici saranno clementi[…] e se non lo saranno[…] puoi chiederci il migliore degli avvocati[…] ma non domandarci di accettare un’ingiustizia. Questo il Club non lo farà mai.

Il giallo di Fabiano Massimi, il secondo della serie legata al Club Montecristo, presenta una narrazione coinvolgente anche per capacità introspettiva nella costruzione dei personaggi. L’autore, laureato in filosofia, fa spesso riferimento a questa disciplina che padroneggia con disinvoltura, come testimoniano alcuni passi del giallo, dove se ne serve in modo ironico e scherzoso come si può evincere dal passo seguente:

Per dire che l’attributo fondamentale dell’uomo è l’Esistenza, il buon Heidegger non doveva aver mai fatto nemmeno da baby-sitter ai figli della vicina, altrimenti avrebbe saputo che a contare di più, molto di più, è la Resistenza.”

Conferma questa sua attitudine il titolo stesso del giallo che allude ad un’idea di fondo del pensiero classico greco ma con una fusione temeraria tra  la phthonos ton theon (l’invidia degli dei) e il lathe biosas (vivi nascosto).

Massimi in questo modo introduce nel suo romanzo uno degli aspetti più peculiari della nostra società: la mancanza di comunicazione con l’altro. Tutti i protagonisti della vicenda (o quasi) vivono questa sorta di isolamento ma in maniera diversa. Alcuni, come la vittima, sembrano cercarlo di proposito.

 «Ricordo una cosa che diceva sempre» […]«Un motto greco: “Vivi nascosto”. Diceva che secondo gli antichi gli dei erano invidiosi della felicità umana, perciò l’uomo saggio doveva tenerla al riparo, celata agli occhi di tutti».[…]

«Non mi sembra che Muta fosse un uomo felice» disse Lana

«Viveva nascosto per tornare ad esserlo»[…]« Aveva chiuso fuori tutti per essere felice da solo, prima o poi»[…]

Lans fu colpito da quel pensiero “Vivi nascosto”. Non era a ben vedere, ciò che faceva anche lui? e Brad nel suo stanzino fuori dal tempo e il Miglior fabbro, rinchiuso in una prigione dorata. Tutti loro, uomini feriti e condannati, che continuavano comunque a vivere ma in segreto.

Altri, invece, come Arno Maletti, vorrebbero esorcizzarlo anche a rischio di qualche disastroso “scivolone”:

Lans inarcò un sopracciglio.« Vi trovate? Tu e Lana?»

Arno mise le mani avanti «E le altre ragazze del gruppo. Non siamo solo noi due»

«Mmh. Ma a Elsie l’hai detto? Avevi promesso di non vedere più Lana, prima di averne parlato con tua moglie»[…]

Lans vedeva benissimo le nuvole che si addensavano sul futuro prossimo dell’amico […]«mi raccomando, Arno. Non scherzare con il fuoco».

Così con leggerezza, senza prendersi apparentemente troppo sul serio, Fabiano Massimi conquista l’attenzione  del lettore,  lo diverte  ma al contempo lo spinge alla riflessione.

“La prof.” M. Lucia Martinez