L’incanto della natura nel documentario dedicato alla Via degli Dei

Dopo oltre un anno di preparazione, sono partite le riprese de “La strada che incanta”, un racconto di emozioni, di persone e di paesaggi mozzafiato fra Bologna e Firenze, 130 km lungo l’Appennino tra Emilia-Romagna e Toscana.

Sono circa 50 i cammini strutturati in Italia. Tutti belli, anzi bellissimi. Non tutti i cammini, però, hanno la fama della Via degli Dei, tra i più frequentati dai camminatori, e soprattutto non hanno un proprio documentario di riferimento. Un documentario realizzato da una squadra di oltre 10 professionisti riminesi che racconta o, meglio, racconterà, di emozioni, di persone e di paesaggi mozzafiato.

Racconterà, perché le riprese de “La strada che incanta. Storia della scoperta della Via degli Dei”, questo il titolo, sono da poco iniziate, dopo oltre un anno di preparazione.

Gli autori Diego Zicchetti e Serena Saporito, rispettivamente anche regista e aiuto regista, hanno raccolto testimonianze e sono andati a fondo delle storie dei protagonisti principali, recandosi assieme a loro sui luoghi, cercando materiale d’archivio, ricostruendo la storia, incrociando fonti orali, storiografiche, letterarie, archeologiche.

Protagonista assoluta di questo documentario, che avrà una durata di 60 minuti, è dunque la Via degli Dei, uno dei cammini più noti, apprezzati e frequentati del Bel Paese e d’Europa. La via che unisce Bologna, la dotta, e Firenze, la culla del Rinascimento, attraverso 6 giorni di cammino e 130 chilometri lungo l’Appennino tra Emilia-Romagna e Toscana.

LA STORIA E I PROTAGONISTI

Il documentario, prodotto da Iniziative Editoriali Srl – Gruppo Icaro, vuole raccontare la vicenda di un gruppo di amici, capitanati da Domenico Manaresi, ex docente universitario di Bologna prematuramente scomparso negli anni 2000,che negli anni ’90 andava in giro per osterie e ripuliva sentieri riuniti nel gruppo “Dû pâs e ‘na gran magnè”.

E poi la storia di Sergio Gardini di Castel San Pietro, tra i protagonisti del documentario assieme alla compagnaMarinella Frascari, per tanti anni accompagnatori volontari del CAI. Tutti loro, per il bene comune del loro territorio, l’Appennino, il gusto della scoperta e dello stare assieme, cambiarono la storia di quella che era già conosciuta dagli abitanti come la Via degli Dei, ma di cui poco o nulla si sapeva.

Una storia che si incrocia con quella di due archeologi per passione, oggi scomparsi, che hanno dedicato la vita alla ricerca delle tracce dell’antica Flaminia Militare, riportando alla luce antichi basolati romani in alcune parti del tracciato: Cesare Agostini e Franco Santi di Castel dell’Alpi.

L’originalità del lavoro è raccontare la nascita stessa di questo percorso, oggi tra i più frequentati dai giovani, alcuni dei quali accompagneranno le riprese del documentario con il loro naturale procedere lungo la Via, e riflettere sul tema del cammino come sfida, non personale ma collettiva.

Non un cammino qualunque, ma uno dei più famosi cammini italiani nel mondo, fenomeno culturale e sociale dietro al quale c’è la storia di tante persone che hanno contribuito alla creazione di quella che oggi è un’opportunità per molti.

Poi c’è il tema dell’incanto della natura, affrontato da registi e scrittori, come Pupi Avati, con il suo film ambientato proprio su questo cammino, “Una gita scolastica” del 1983, e Wu Ming 2, autore del libro cult “Il sentiero degli dei” (Ediciclo editore 2010), entrambi intervistati nel documentario. Ad accompagnare il racconto le musiche originali di Massimiliano Rocchetta, compositore e docente ordinario di cattedra di pianoforte jazz al Conservatorio G. Rossini di Pesaro.

Raccontano Diego Zicchetti e Serena Saporito: «La narrazione del racconto avviene su un doppio piano e un doppio viaggio, nello spazio e nel tempo. Nel passato, a ricostruire come è nata pezzo a pezzo questa impresa collettiva; nel presente, attraverso il viaggio, ricostruito per suggestioni, di un ragazzo e una ragazza, che incarnano lo spirito di questo cammino come oggi viene spesso affrontato: si parte da soli, ci si incontra sulla via e, allo stesso tempo, si compie un percorso interiore, rispetto alle proprie motivazioni e ai propri obiettivi di vita. Poi c’è l’altro protagonista della storia: il paesaggio, che risalterà grazie anche a un attento e ricercato utilizzo di droni e immagini panoramiche».