Le lettere e i registri della duchessa estense custoditi presso l’Archivio di Stato di Modena gettano nuova luce sulla figura di Lucrezia. I documenti digitalizzati in altissima definizione sono adesso disponibili online su Lodovico Media Library.
«Lucretia Estense de Borgia» o «la duchessa di Ferrara», così si firmava Lucrezia (1480 – 1519) nelle lettere redatte tra il 1502 e il 1519, in gran numero conservate presso l’Archivio di Stato di Modena e oggi digitalizzate grazie al sostegno della Fondazione di Modena e all’Art Bonus.
Figlia del cardinale Rodrigo Borgia, poi papa Alessandro VI, e di Vannozza Cattanei, la sua figura controversa ha ispirato nel corso dei secoli numerose opere letterarie, teatrali e cinematografiche.
Una vita segnata dalle malelingue e dai giochi politici della potente famiglia Borgia, fu accusata di vendetta, intrighi e incesto, ma Lucrezia è stata anche una grande sostenitrice delle arti e delle lettere.
Nota per la sua bellezza, fu tra le donne più ambite del suo tempo. Dopo le sfortunate nozze con Giovanni Sforza, signore di Pesaro, e con Alfonso, figlio illegittimo di Alfonso II d’Aragona, re di Napoli, il terzo matrimonio con Alfonso I d’Este, duca di Ferrara, fu felice e fortunato.
Al periodo ferrarese risale il corpus di lettere autografe conservate tra i preziosi documenti dell’Archivio Segreto Estense, custodito presso l’Archivio di Stato di Modena.
Il nucleo modenese di missive comprende grossomodo un terzo delle circa 900 lettere totali oggi note e riconducibili a Lucrezia, dunque costituisce un punto di osservazione privilegiato sotto diversi aspetti. Il carteggio della duchessa, infatti, è una fonte di grande importanza per comprendere la quotidianità di una delle nobildonne più famose del Rinascimento italiano.
Tra le lettere emergono dettagli sulle questioni politiche che il Ducato Estense stava affrontando all’inizio del Cinquecento, sono inoltre numerose le informazioni che gettano nuova luce sui tanti volti di Lucrezia e forniscono agli studiosi maggiori approfondimenti sul contesto storico-culturale delle corti rinascimentali, sulla rete di relazioni e legami che venivano mantenuti e sulle strategie comunicative utilizzate.
L’ambizioso progetto di studio, riordino, messa in sicurezza, descrizione e digitalizzazione promosso dall’Archivio di Stato è stato reso possibile grazie al sostegno della Fondazione di Modena e all’Art Bonus, con l’obiettivo di promuovere la conoscenza e la valorizzazione di un nucleo di documentazione del patrimonio culturale estense.
A seguito degli interventi di messa in sicurezza dello stato conservativo a cura del Laboratorio interno di restauro dell’Archivio di Stato di Modena, le 280 lettere che compongono il corpus modenese sono state acquisite recto e verso con risoluzione gigapixel da Haltadefinizione, tech company della casa editrice Franco Cosimo Panini specializzata nella digitalizzazione di dipinti, documenti e manoscritti antichi.
Non solo gigapixel, tra le tecnologie messe in campo durante la campagna d’acquisizione sono state condotte anche indagini multispettrali. La transilluminazione, o luce trasmessa, è stata associata alla ripresa fotografica visibile gigapixel al fine di evidenziare le filigrane della carta. La tecnica prevede l’illuminazione di un oggetto dalla direzione opposta rispetto al punto di osservazione. In questo modo, se l’oggetto presenta delle trasparenze, la luce viene trasmessa attraverso l’oggetto solo nelle aree più sottili. Questa tipologia di ripresa evidenzia dettagli altrimenti non visibili o difficili da individuare come le filigrane, e si rivela particolarmente adatta per lo studio e la conservazione di documenti storici, libri antichi, fotografie e materiali fragili.
La digitalizzazione delle lettere di Lucrezia Borgia è un tassello importante per la conservazione del nostro patrimonio. L’acquisizione digitale ha infatti permesso di avere una panoramica completa e dettagliatissima dello stato conservativo, fissando un punto di riferimento per il futuro.
La campagna di digitalizzazione ha interessato anche 16 registri del guardaroba, delle gioie, dei beni, delle rendite e delle spese di Lucrezia, per una consistenza di circa 3.158 scansioni.
Le riproduzioni digitali dei documenti lucreziani, corredate da un esaustivo apparato informativo, sono adesso liberamente consultabili su Lodovico Media Library, la biblioteca digitale sviluppata dal Centro Interdipartimentale di Ricerca sulle Digital Humanities dell’Università di Modena e Reggio Emilia (DHMoRe). Basata sui più moderni software per la visualizzazione in alta definizione e la manipolazione delle immagini digitali, Lodovico Media Library è una piattaforma federativa che mira a valorizzare in maniera integrata il patrimonio storico e culturale del territorio modenese e, più in generale, emiliano-romagnolo, e a promuoverne la disseminazione presso il largo pubblico, senza per questo rinunciare a una rigorosa scientificità.
“La digitalizzazione delle carte di Lucrezia Borgia d’Este rappresenta il coronamento del ciclo di eventi e manifestazioni dall’alto profilo culturale avviati nel 2019 per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte della duchessa. Un’occasione per raccontare la versa storia di questo notissimo personaggio femminile, una sfida per far conoscere e apprezzare il nostro ricco patrimonio non solo alla platea di addetti ai lavori”, commenta Lorenza Iannacci, Direttrice dell’Archivio di Stato di Modena.
Ad oggi, dopo poco meno di due anni di attività, Lodovico Media Library ospita già quasi 10mila documenti digitali o digitalizzati e collabora con una ventina di enti pubblici e privati delle province di Modena, Bologna, Reggio Emilia, Parma e Rimini. Lo sviluppo della piattaforma è stato affidato a un gruppo di aziende leader nel settore della digitalizzazione di beni culturali (Haltadefinizione e Mida Informatica), della catalogazione (Hyperborea), dell’archiviazione e della gestione di immagini in alta e altissima definizione (Memooria) e nella conduzione di biblioteche digitali (Horizons Unlimited).
Un esempio di come la collaborazione e la contaminazione tra saperi tradizionali e nuove tecnologie possano portare alla realizzazione di prodotti di altissima qualità, fruibili a diversi livelli, che diventano veri strumenti di conoscenza e diffusione di cultura per tutte e tutti.
In copertina, “Ritratto di donna”, presunto ritratto di Lucrezia Borgia, opera di Bartolomeo Veneto, esposto alla National gallery di Londra.