Milano, apre la Biblioteca del Memoriale della Shoah
Progettisti Guido Morpurgo, professore associato di architettura degli interni e allestimento all’Università Iuav di Venezia, e l’architetto PhD Annalisa de Curtis.
Il 14 giugno è stata inaugurata la Biblioteca del Memoriale della Shoah di Milano, alla presenza della Senatrice Liliana Segre e del Ministro Elena Bonetti, insieme al Presidente e Vice-Presidente della Fondazione Memoriale Roberto Jarach e Milena Santerini; al Presidente della Fondazione CDEC Giorgio Sacerdoti e al suo direttore Gadi Luzzatto Voghera.
Per l’Università Iuav di Venezia erano presenti i docenti Piercarlo Romagnoni, Alberto Ferlenga e Fernanda De Maio.
La Biblioteca del Memoriale, dimensionata per ospitare 45.000 volumi, è un edificio autonomo su tre livelli con telaio strutturale in acciaio a vista, inserito all’interno dell’area museale. Completata tra il 2021 e l’inizio del 2022, la Biblioteca è stata realizzata grazie all’impegno del Ministero della Cultura (MiC) quale finanziatore e stazione appaltante e di un contributo della Regione Lombardia.
I lavori, realizzati da un’Associazione Temporanea di Imprese guidata dalla società de Marco di Bari, su incarico del Segretariato regionale per la Lombardia del MiC, hanno riguardato il completamento architettonico dell’edificio (carpenterie metalliche, serramenti, arredi lignei e impianti) disegnato dai progettisti su misura, senza ricorsi a elementi di produzione corrente.
La Biblioteca, che ospita la collezione libraria e archivistica della Fondazione CDEC-Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, completa il “Laboratorio della Memoria” con gli spazi per la didattica quale parte integrante del complessivo progetto del Memoriale, realizzato per stralci successivi dal 2009.
Il Memoriale della Shoah di Milano ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana da parte della Triennale e del MiBACT (IV Edizione, 2015 – Menzione d’Onore Interni), il Decreto di tutela monumentale del MiBACT (2017), l’iscrizione quale “Opera di eccellenza” nel registro delle “Architetture del Secondo Novecento” del MiC (2019) e il Premio Nazionale In/Architettura 2020.
L’opera è oggetto di numerose pubblicazioni nazionali e internazionali ed è stata presentata nelle sedi di istituzioni e università in diversi Paesi, oltre che in Italia.
Commentano gli autori Guido Morpurgo, docente all’Università Iuav di Venezia, e Annalisa de Curtis: “fare Memoria attraverso la pratica artistica dell’Architettura in un luogo originale della Shoah ha significato per noi mettere innanzitutto a nudo la preesistenza. Questa ‘fase archeologica’ ci ha permesso di rimisurare il sito attraverso i nuovi interventi. È questa l’essenza del nostro progetto perché è grazie al principio del distanziamento fisico e concettuale che si ricostruisce “l’intervallo perduto” tra l’opera e il suo contesto, con cui si rivela il sito attraverso la vita delle forme architettoniche.
Distanziamento è sguardo critico che ci ha consentito di intervenire in questo grande interno tragico, mantenendo sempre uno spazio di rapporto con esso, una pausa silenziosa di rispetto della sua storia. Ma anche di riflessione che suggerisce uno straniamento da un luogo che è l’emblema della perdita di ogni senso. La Biblioteca rappresenta la quintessenza del progetto perché è solo attraverso la cultura e la rielaborazione della memoria che possiamo risignificare questo documento ripensandolo. Memoria significa sempre qualità ed è per questo che abbiamo disegnato al vero ogni dettaglio come fatto spaziale che rivela il legame ineludibile tra la parte e il tutto, principio primo che dà forma all’intenzionalità dell’opera“.
credits foto Matteo Piazza