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Non c’è battito, di Stefania Vilardo e Michele Gregolin

Apre il 1° giugno al Caffè Pedrocchi a Padova l’esposizione fotografica “Non c’è battito”, un progetto ideato da Stefania Vilardo che ha come obiettivo di inquadrare un tema poco trattato: la morte perinatale.

“Non c’è battito. L’attesa si è interrotta” è il responso medico che viene dato ai futuri genitori quando non si rileva più il battito cardiaco del nascituro.

La morte perinatale, che avviene tra la 28esima settimana di gravidanza e la settimana successiva al parto, è un argomento così delicato da trattare che è quasi, ancora, un tabù parlarne. Quasi come gesto scaramantico ad allontanare questa possibilità.

Eppure, i dati raccolti dal 2017 al 2019 dall’ISTAT rilevano un tasso di mortalità perinatale pari a circa 4 decessi ogni 1000 nati, con una variabilità per area geografica che penalizza il Sud del Paese.

Da qui nasce il progetto dell’artista Stefania Vilardo “Non c’è battito”, che vuole essere una cassa di risonanza di tutte quelle storie invisibili e poco narrate.

L’obiettivo è inquadrare le emozioni che emergono in quei momenti – e che rimangono per tutta la vita – attraverso gli scatti fotografici, ma soprattutto porta a raccontare un tema poco trattato, cercando di fare informazione e sensibilizzare l’utente finale.

Una fotografia umana ed emozionale che si fa strada attraverso l’utilizzo del bianco e nero come tecnica fotografica, un modo per far risaltare ancora di più il concetto di luce e ombra, di vita e di morte, che accompagnano queste storie ed emozioni.

L’autrice, che non è nuova allo sviluppo di progetti al femminile – i precedenti “Liquido amniotico”, rappresentazione di noi nel grembo materno e delle maschere di quando siamo appena nati, e “Crisalide”, che narra della trasformazione del femminile – si è avvalsa della collaborazione di Michele Gregolin per portare a questo progetto la totalità dei punti di vista.

Un’esperienza che vuole portare le due prospettive dei due autori, quella maschile e quella femminile, ad emergere nella narrazione delle storie, pur mantenendo sempre come punto di partenza e di riferimento creativo la figura della donna.

Tre i temi fondamentali dell’esposizione: i primi due, l’anima e la maternità, sono trattati attraverso due trittici di foto racconti.

Il terzo tema, la perdita, che è il focus principale di tutta la mostra e della tematica, vedrà invece alternarsi 5 foto racconti di 5 storie di donne attraverso punti di vista differenti.

Volevo dare il mio contributo all’argomento perché se ne parla poco e quando se ne parla se ne parla male. Il linguaggio che più mi si avvicina è quello della fotografia e siamo riusciti a trasmettere le emozioni che volevo

Stefania Vilardo ideatrice del progetto fotografico

L’esposizione fotografica e l’opera di questi due artisti, quindi, diventa l’occasione per poterne parlare più approfonditamente, grazie a un ciclo di incontri culturali sulle tematiche delicate oggetto della mostra fotografica.

In ogni incontro ci saranno professionisti del settore che tratteranno la tematica sotto diversi punti di vista.

15 giugno ore 18:00-19:00 – La culla vuota

22 giugno ore 18:00-19:00 – Non c’è battito, un responso difficile da accettare.
A questo incontro sarà presente Stefania Vilardo come autrice del progetto fotografico

29 giugno ore 18:00-19:00 – Perdita in gravidanza. Il delicato tema del lutto perinatale.

Il vernissage della mostra fotografica “Non c’è battito” di Stefania Vilardo e Michele Gregolin è previsto giovedì 1 giugno ore 18:00 presso la Sala Verde, a piano terra, del Caffé Pedrocchi.

L’esposizione sarà sempre visibile presso la Sala Verde del Caffè Pedrocchi dal 1 giugno fino al 16 luglio, gli orari di visita saranno quelli delle aperture del locale.

Per maggiori informazioni sugli autori:

artstefania@gmail.com
stefaniavilardo.wix.com/artstefania

mgregolinfotografo@gmail.com
www.michelegregolin.it

Alessandra Collodel

Project Manager e web designer appassionata di cucina e di sport, binge watcher e lettrice nel tempo libero, attraverso la scrittura cerco sempre di trasmettere emozioni.