Rinascimento in famiglia: Jacopo e Giovanni Bellini
Lo scambio di opere importanti con musei italiani e stranieri ha dato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia la possibilità di creare nuovi racconti, intrecciare nuove storie con dipinti della collezione permanente, parlare di iconografia, di provenienze, di stile. Visto il successo degli appuntamenti già realizzati, il museo presenta ora il nuovo programma Nelle Gallerie, dedicato alle occasioni di incontro e relazione tra opere e istituzioni.
Dopo Il Bravo di Tiziano, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Ritratto di giovane (Il ritratto ‘Brocardo’) di Giorgione, dal Museo di Belle Arti di Budapest, e la Circoncisione di Cristo di Tiepolo, dal Museo Civico di Bassano del Grappa, è ora ospite d’onore un dipinto giovanile di Giovanni Bellini la Madonna col Bambino, nota anche come Madonna Trivulzio, dalla Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano. Viene allestito accanto alla preziosa Madonna col Bambino benedicente e cherubini di Jacopo Bellini – parte della collezione permanente – a cui il restauro appena concluso ha restituito una sorprendente leggibilità nei valori formali e della tecnica esecutiva. Stupefacente è la brillantezza emersa dagli azzurri, costituiti da azzurrite nei cherubini e molto probabilmente da blu oltremare nel manto della Vergine, dai rossi dipinti a vermiglione e lacca, cui le lumeggiature in oro a conchiglia conferiscono un crepitante scintillio.
«Attraverso due capolavori assoluti – afferma il direttore Giulio Manieri Elia – si genera un intenso dialogo artistico tra grandi maestri; le due Madonne con il Bambino a confronto esemplificano un passaggio cruciale nella Storia dell’Arte occidentale vissuto da un padre e un figlio, due generazioni, due tradizioni artistiche. Il padre ancora sostanzialmente legato alla sua formazione tardogotica e il figlio lanciato verso un Rinascimento emergente. Un’occasione imperdibile, dunque, anche per ritrovare la tavola di Jacopo in un tripudio di colore e oro, reintegrati con il restauro appena concluso».
Le due opere sono esposte nella sala III del primo piano dove sono riuniti altri dipinti eseguiti dai Bellini, la più importante impresa familiare della Venezia quattrocentesca, in un arco di tempo compreso dagli anni quaranta agli anni sessanta: le opere qui presenti di Giovanni e Gentile testimoniano in modi e gradi diversi il cammino avviato per affrancarsi dal linguaggio più arcaico del padre Jacopo, aprendosi alle novità del linguaggio rinascimentale elaborate a Padova da Francesco Squarcione ed Andrea Mantegna, sulla base degli stimoli ivi introdotti da Donatello.
«Con questa iniziativa – continua il direttore – le Gallerie dell’Accademia riprendono la loro collaborazione con i musei e istituzioni nazionali e internazionali con l’obiettivo di intensificare legami e relazioni con tali realtà, ma anche proporre significativi confronti e dialoghi artistici fra i capolavori appartenenti alle rispettive collezioni».
Iniziative come questa, che si inquadrano nella più ampia cornice del programma Nelle Gallerie, permetteranno alle Gallerie dell’Accademia di condividere argomenti di studio per approfondire aspetti inediti da indagare, ma anche di offrire, a tutti coloro che lo desiderano, relazioni che nascono dall’incontro delle opere, protagoniste di ogni riflessione tra passato e presente, scoprendo la vita che scorre nella trama dipinta, mettendo in luce le scelte degli artisti e le loro visioni del mondo.