Era il tempo degli antichi Romani, quando il dio Lupercus cacciava le ninfe per propiziare riti alla fertilità. Detto tra noi, a leggere la storia, viene proprio da pensare che era una bella trovata pagana per “uscire dalle righe”: i sacerdoti di questo ordine, i Lupercali, entravano nella grotta in cui, secondo la leggenda, la lupa aveva allattato Romolo e Remo, e qui compivano sacrifici propiziatori. Contemporaneamente lungo le strade della città veniva sparso il sangue di alcuni animali, sacrificati per l’occasione. I nomi di uomini e donne che adoravano questo Dio venivano inseriti in un’urna e poi mischiati; quindi un bambino estraeva i nomi di alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità, affinché il rito della fertilità fosse concluso.
Arrivò la Chiesa a mettere in ordine le feste pagane e in breve Lupercus, insieme al rito di fertilità e ai sacrifici animali, si vide sostituito dal vescovo Valentino da una più romantica festa dell’amore.
Ma anche su San Valentino, vescovo, patrono di Terni e dell’amore, le leggende e le vicende sono tante. Fonti raccontano che Valentino nato a Terni nell’anno 175 d.C., dedicò la sua vita alla comunità cristiana di una città poco distante da Roma, dove infuriavano le persecuzioni contro i seguaci di Gesù.
Valentino, di nascosto, celebrava i matrimoni delle giovani con i soldati romani, i quali, invece, non avrebbero dovuto sposarsi, per essere più efficienti in battaglia. Così, quando fu scoperto dall’imperatore Claudio che aveva vietato i matrimoni, iniziò la persecuzione nei confronti di Valentino, finalizzata poi dal successore Aureliano, con la decapitazione.
Un’altra storia narra che San Valentino aiutava a far scappare i prigionieri cristiani perseguitati dall’imperatore Aureliano. Quando fu catturato venne flagellato lungo la via Flaminia, lontano dalla sua gente, per evitare che ci fossero rivolte e venne martirizzato.
Un’altra leggenda intorno a questo Santo racconta che, mentre sposava due giovani innamorati, numerose coppie di piccioni volteggiavano intorno agli sposi, lasciando poi a ricordo la famosa espressione: “piccioncini”.
Un’altra ancora riguarda proprio il Santo che, in attesa di essere giustiziato, s’innamorò della figlia cieca del suo carceriere e, salutandola con un bigliettino, il suo amore e la sua fede le diedero la vista cosicché la ragazza poté leggerlo.
Ma non finiscono qui i racconti. Un giorno, per caso, Valentino sentì due giovani fidanzati litigare, si avvicinò e dopo averli aiutati a riappacificarsi, unì le loro mani intorno al gambo di una rosa e li invitò a pregare perché il loro amore restasse in eterno e, il 14 febbraio, i due fidanzati tornarono da lui per sposarsi.
Per ultima la storia del centurione romano Sabino che per amore di Serapia, giovane cristiana di Terni, si convertì al cristianesimo pur di sposarla, e si fece battezzare da Valentino. Ma Serapia si ammalò di tubercolosi e, quando Sabino andò dal suo maestro per chiedere aiuto perché non avrebbe potuto vivere senza di lei, Valentino si recò al suo capezzale e, pregando per loro e con loro, i due si addormentarono nella pace eterna.
Forse, se cerchiamo bene, troveremo altre storie intorno a quest’uomo buono e semplice e la storia del suo giardino è forse la più bella e avvincente.
Nel suo giardino, Gioia ed Amore erano di casa, e tante le persone che si recavano dal Santo per ricevere preziosi consigli. Ma i frequentatori più assidui del suo giardino erano i bambini della zona che andavano da lui a giocare. Valentino, rallegrandosi della loro spensieratezza e della loro purezza, spesso si fermava ad osservarli, soprattutto per essere certo che non corressero pericolo alcuno. Quando il sole iniziava a tramontare, egli si recava tra loro e a ciascuno regalava un fiore, che i bambini avrebbero dovuto portare alle loro mamme. Un piccolo stratagemma, per essere certo che i fanciulli si dirigessero subito a casa, senza far troppo tardi.
Un gesto piccolo ma immensamente grande che fa di lui il Santo del vero amore.
Fu consacrato vescovo della città nel 197, dal Papa San Feliciano. Il 14 Febbraio del 273 d.C. San Valentino fu decapitato, alla veneranda età di 97 anni, per mano del soldato romano Furius Placidus, agli ordini dell’imperatore Aureliano.
Nel 496 d.C. Papa Gelasio annullò la festa pagana decretando che venisse seguito il culto di San Valentino: da allora, divenne il protettore dell’amore in tutto il mondo.
Vincent
Scrittore, Musicista, Informatico
Fonti : Wikipedia, Agiografia del Santo,