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Venezia, riapre il Teatro Verde della Fondazione Giorgio Cini

Dal 10 aprile il Teatro all’aperto, opera dell’architetto Luigi Vietti (1903-1998), torna accessibile al pubblico parzialmente restaurato: fino al 1 maggio sarà visitabile nel contesto di Homo Faber Event, dal 20 maggio con il programma di visite guidate della Fondazione Cini. Al restauro si accompagna un progetto artistico per la valorizzazione del Teatro con un’opera digitale firmata dall’artista Mattia Casalegno e il sound designer Martux_m che, il 9 aprile, presenteranno il trailer visualizzabile anche da dispositivi mobili.

La Fondazione Giorgio Cini, seguendo i suoi principi statutari, presenta un nuovo fondamentale tassello nel piano di valorizzazione dell’Isola di San Giorgio Maggiore: quello dello straordinario Teatro Verde. Voluto da Vittorio Cini e inaugurato nel 1954, l’anfiteatro all’aperto, capace di ospitare fino a 1.500 persone, dal 10 aprile 2022 torna a essere visitabile. Nel corso del 2021 il Teatro è stato oggetto di un grande progetto di recupero che ne ha riportato alla luce l’architettura, valorizzandone tutte le qualità dei materiali costruttori, la struttura botanica circostante, le spazialità e gli straordinari scorci paesaggistici. La Fondazione Cini ha fatto così un primo passo verso un recupero di questa straordinaria architettura. L’intervento, a cura della Fondazione Cini, è stato reso possibile grazie alla partnership con Cartier, maison da sempre attenta alle eccellenze culturali.

I visitatori di Homo Faber Event 2022 potranno accedere al Teatro Verde nell’ambito della manifestazione dal 10 aprile al 1 maggio 2022 (per info homofaber.com), mentre a partire dal 20 maggio 2022 il Teatro sarà inserito nel programma di visite guidate della Fondazione Giorgio Cini (info e biglietti visitcini.com).

Il recupero del Teatro Verde rappresenta oggi un momento cruciale, non solo per la storia architettonica di Venezia, ma soprattutto per la sua vita culturale e artistica, di cui la Fondazione Cini rappresenta da sempre un punto di riferimento internazionale” – afferma il Segretario Generale della Fondazione Giorgio Cini Renata Codello – “L’impegno alla valorizzazione e alla riapertura del Teatro Verde è un piano a lungo termine che abbiamo iniziato con determinazione e che porteremo alla conclusione nei prossimi anni. Inutile dire che gli investimenti necessari per ultimare tutte le fasi del restauro sono molto consistenti ma confidiamo di poter perseguire i nostri obiettivi anche grazie ad alcune partnership che già in questa fase hanno reso possibile il primo intervento e la riapertura.”

Definito negli anni ’50 dall’attrice Katerine Hepburn come “il teatro più bello del mondo” e inserito nel 2016 tra “I Luoghi del Cuore” del FAI, il Teatro Verde è così denominato per le siepi di ligustro collocate sugli schienali delle sedute in pietra e si trova nella porzione meridionale del bosco dell’Isola di San Giorgio Maggiore fondendosi con il paesaggio e assumendo come quinta teatrale la Laguna di Venezia.

L’anfiteatro all’aperto è da sempre esposto all’aggressività dell’ambiente lagunare e alle acque alte. La parte del Teatro che si trova sotto il palcoscenico infatti – contenente camerini, servizi, locali tecnici, depositi e la fossa dell’orchestra – è collocata a una quota inferiore rispetto al medio mare, quindi in più occasioni la fossa dell’orchestra e il seminterrato sono stati sommersi. Per questo motivo già dal 1975 le programmazioni non furono continuative, e frequenti furono gli interventi mirati di restauro: negli anni 2000 per gli spettacoli della Biennale, nel 2007 e infine per un’ultima stagione concertistica a cura di Ponderosa Music & Arts nel 2013-2014.

L’intervento di restauro

Il progetto di intervento ha preso avvio nel 2021 ed è stato condotto dalla Fondazione Cini anche in collaborazione con l’UIA – Università Internazionale dell’Arte tramite la realizzazione di un cantiere didattico curricolare per la pulitura delle sedute in marmo, con trattamento biocida, per riportarne alla luce la qualità dei marmi impiegati, valorizzando i materiali e le cromie. Sono state messe in atto operazioni di consolidamento del palco; la rimessa in sicurezza delle scale di accesso al Teatro; un intenso intervento di cura o sostituzione del verde, in particolare del ligustro; la potatura di arbusti e alberature per restituirne gli straordinari scorci lagunari.

Parallelamente a questa serie di interventi, la Fondazione Cini sta sviluppando innovativi progetti culturali per la conoscenza e la valorizzazione della struttura, attraverso lo studio della documentazione d’archivio presente all’Istituto per il Teatro e il Melodramma, mediante la digitalizzazione di fotografie e documenti e attivando anche specifici progetti artistici per la fruizione innovativa dello spazio.

La Maschera del Tempo. L’opera di Mattia Casalegno

In occasione dell’apertura ad aprile, sarà possibile vedere un’anticipazione del film site specific, prodotto dalla Fondazione Cini nell’ambito del centro di eccellenza ARCHiVe. “La Maschera del Tempo” è un’opera audiovisiva creata da Mattia Casalegno in quattro atti: la Storia, gli Spettacoli, il Presente e il Futuro. Ispirata alla storia e architettura del Teatro Verde, l’opera parte dall’idea di teatro inteso come luogo di finzione e rappresentazione e si colloca all’intersezione tra Natura e Cultura, indagando sulle relazioni e tensioni che uniscono l’ambiente naturale, l’uomo e le sue tecnologie. Per quest’opera l’artista ha collaborato Factum Foundation partner istituzionale di ARCHiVe che, con un avanzato utilizzo dei droni per la fotogrammetria, ha fornito il completo rilievo 3D del Teatro Verde. Il sound è affidato al compositore elettronico e sound designer Maurizio Martusciello in arte Martux_m. Partendo dalle collezioni e dai fondi negli archivi storici musicali della Fondazione Cini, i due artisti hanno affrontato un percorso produttivo in cui audio e video si fondono in un unico meta-linguaggio espressivo. Il progetto è curato da Ennio Bianco.

Mattia Casalegno, tra i più rinomati artisti multimediali italiani, lavora tra Napoli e New York. Dal 1999 ha esposto in più mostre personali o collettive e in istituzioni quali il MACRO, Museo di Bassano del Grappa, Netmage Festival, Santa Arcangelo dei Teatri e Romaeuropa Festival in Italia, Mutek Festival in Canada, Kuandu Museum of Fine Arts in Taiwan, ISEA – International Symposium of Electronic Arts in Gwangju, Chronus Art Center in Shanghai, Cimatics Festival, Nuit Blanche, Update Biennial in Belgio, Le Cube Contemporay Art Museum in Francia, OFFF in Spagna, ARTES in Portogallo e LACMA, Untitled Art Fair negli Stati Uniti. I suoi lavori sono stati inclusi in varie pubblicazioni internazionali, tra i quali “A Touch of Code” (Gestalten Books), “Deleuze and Audiovisual Art” Manchester Metropolitan University), “Immagine in Tempo Reale” (Mimesis/Eterotopie) e apparsi su riviste a pubblicazioni quali New York Times, Washington Post, Wall Street Magazine, Bloomberg, Art Tribune, Creative Applications, Digicult. Maurizio Martusciello, noto anche con lo pseudonimo di Martux_m, è tra i piu apprezzati compositori e produttori di musica elettronica in Italia. Maurizio Martusciello ha suonato e collaborato con musicisti e gruppi quali Michiko Hrayama, Wolfgang Fuchs, Fernando Grillo, MEV (Musica Elettronica Viva), Dagmar Krause, Tim Hodgkinson, Chris Cutler, Yoshihide Otomo, Giorgio Battistelli, Danilo Rea, Markus Stockhausen. Ha suonato al Villette Numérique, nel 2004, in Parigi e alla Biennale Musica in Venezia. Ha partecipato al MUTEK Festival, al Sonar Festival, al Romaeuropa Festival e AltaRoma Festival. Dal 2003 al 2005 è curatore e direttore artistico di Sensoralia, rassegna di arte elettronica audiovisiva del Romaeuropa Festival, presso il Teatro Palladium di Roma.