Presa di posizione dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi) che esclude la necessità di ricorrere all’abbattimento degli orsi JJ4 ed MJ5 attualmente confinati al Casteller di Trento. Intanto l’Oipa ha inviato al Ministero dell’Ambiente un documento in cui presenta alcune proposte per la gestione della popolazione ursina in Trentino come concordato con il Dicastero durante l’audizione del 26 aprile a Roma.
Le osservazioni e le analisi di Oipa Italia, insieme a quelle che trasmetteranno altre associazioni, serviranno alla redazione del Piano strategico per la gestione degli orsi e di tutti gli animali selvatici che il Ministero ha intenzione di realizzare in tempi brevi attraverso una propria task force.
“Anche i medici veterinari reclamano giustamente un ruolo nel tavolo del Ministero dell’Ambiente sulla gestione degli orsi in Trentino per dare il proprio contributo sia nella valutazione scientifica sia nell’attuazione tecnica di interventi di riequilibrio zooantropologico che consentano una serena convivenza tra l’uomo e i plantigradi – osserva il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. – Come professionisti della sanità animale, i veterinari dell’Anmvi hanno correttamente fatto notare l’assenza di esigenze di ordine epidemiologico e sanitario tali da giustificare interventi soppressivi di questi esemplari concordando sugli indirizzi dati dal Tar di Trento nei suoi decreti che hanno sospeso i provvedimenti del presidente Maurizio Fugatti rispondendo positivamente alle richieste dei nostri ricorsi”.
Ecco in sintesi 12 punti contenuti nel documento, ognuno dei quali è stato sviluppato nel documento inviato:
1. Aggiornamento dei parametri di valutazione della pericolosità di un orso previsti nel Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (Pacobace). Necessità d’inserire una procedura chiara e trasparente in caso d’incidenti evitando che gli accertamenti siano eseguiti esclusivamente dalla Provincia autonoma di Trento.
2. Attuazione del Pacobace nella parte che prevede la creazione di corridoi faunistici al fine di favorire la dispersione naturale dei plantigradi su un più vasto areale.
3. Monitoraggio mediante radiocollare di tutti gli orsi presenti sul territorio che garantisca un controllo in tempo reale degli esemplari sul territorio.
4. Gestione rigida e programmata dei rifiuti organici nelle zone interessate alla presenza dell’orso.
5. Incentivi agli apicoltori per strutturare le arnie in maniera adeguata.
6. Impianto di alberi da frutta in alta quota, per esempio dei meleti, da lasciare a disposizione esclusivamente per l’alimentazione degli orsi, evitando che gli stessi si spostino in zone non idonee alla ricerca di sostentamento.
7. Programmazione e incentivazione di azioni volte a informare e sensibilizzare la popolazione residenziale e turistica in Trentino sulla presenza degli orsi e su come comportarsi nel loro habitat.
8. Coinvolgimento dell’Ordine dei medici veterinari del Trentino nella valutazione delle questioni attinenti la gestione e convivenza con l’orso
9. Quanto alla proposta del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, di spostare forzosamente 70 orsi dal Trentino, a parte la difficoltà attuativa di tale proposta (e sicuramente impopolare) che metterebbe in discussione il rispetto di uno dei criteri di cui alla Direttiva Habitat ovvero la conservazione della specie di orso bruno, ancora nella lista di quelle in pericolo di estinzione, s’insiste nell’opportunità di procedere con una dispersione naturale mediante i corridoi faunistici su tutto l’arco alpino nelle Regioni che hanno sottoscritto il Pacobace.
10. Creazione di un tavolo nazionale, con incontri periodici e programmati, di esperti per la valutazione e la programmazione di interventi atti alla gestione dell’orso al quale partecipino esponenti di vari settori, del Trentino e non solo, compresi rappresentanti delle associazioni protezionistiche riconosciute dal Ministero dell’Ambiente.
11. Creazione di una partnership, per il tramite del tavolo tecnico di cui al precedente punto e con il supporto delle associazioni protezionistiche, con organizzazioni che gestiscono strutture situate all’estero per accogliere i plantigradi “oggetto” di provvedimenti irreversibili che ne impediscano la relativa rimessione in libertà.
12. Supportare la possibilità di spostamento dell’esemplare M49, giovane orso bruno da tempo custodito al Casteller in una struttura idonea all’estero di cui al precedente punto o in altro luogo suggerito dalle associazioni protezionistiche.