Mufloni del Giglio, ricorso straordinario al Presidente della Repubblica
L’eradicazione di questi animali, disposta dalla Regione Toscana, è da considerarsi illegittima: questa la posizione di LNDC Animal Protection, VITADACANI odv – con la Rete dei Santuari di Animali Liberi – ed ENPA, le quali si appellano alla massima autorità dello Stato per difendere i pochi mufloni rimasti sull’isola.
La Regione Toscana, partner del progetto LIFE ‘LetsGo Giglio: less alien species in the Tuscan Archipelago: new actions to protect Giglio Island habitats’, ha consentito l’abbattimento pretestuoso dei mufloni del Giglio, con la motivazione di un controllo faunistico non necessario, non voluto e ingiustificabile sotto vari profili, venendo meno anche gli accordi presi con le Associazioni animaliste coinvolte, che più volte, dal 2019 a oggi, hanno diffidato la Regione dal proseguire nel suo piano di abbattimento.
Per questo, a seguito della diffida presentata dalle Associazioni animaliste nei confronti della Regione Toscana contro il Piano di abbattimento dei Mufloni, LNDC Animal Protection, VITADACANI odv – con la Rete dei Santuari di Animali Liberi – ed ENPA, fanno ricorso al Presidente Mattarella illustrando i motivi scientifici e giuridici per cui i mufloni dell’Isola del Giglio devono essere salvaguardati e protetti, anziché sterminati. Le Associazioni, all’unisono, chiedono infatti l’annullamento del provvedimento che sta decimando gli ultimi esemplari rimasti di questa popolazione.
I mufloni protagonisti di questa triste vicenda sono mammiferi originari dei bovidi introdotti nel 1955 in Toscana, nell’Isola del Giglio, nella Riserva del Franco, grazie a un progetto di cui si occuparono alcuni noti studiosi naturalisti (Augusto Toschi, Alessandro Ghigi, Ugo Baldacci e Renzo Videsot) con lo scopo di tutelare e salvaguardare questa specie dalla possibile estinzione. Venne scelto il Giglio per le analogie che aveva con l’isola della Sardegna, da cui questi animali provenivano. I mufloni dell’Isola del Giglio appartengono quindi alla “popolazione sarda” e il Muflone “sardo” è quindi da considerarsi particolarmente protetto.
Importanti docenti e studiosi delle Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, di Sassari e di Siena hanno evidenziato, in un importante studio pubblicato nell’agosto 2022 sulla prestigiosa rivista scientifica Diversity, che i mufloni portati a suo tempo in Toscana sono ormai gli unici che mantengono alcune delle caratteristiche genetiche originarie della popolazione sarda di tale specie. Non essendo presenti pecore domestiche al Giglio con cui i mufloni possono accoppiarsi e, dunque, dare vita a degli incroci, il muflone del Giglio presenta caratteristiche genetiche e fenotipiche pure ed oramai perse in altri luoghi dove il muflone è protetto, come ad esempio la Sardegna, Cipro e la Corsica. Ciò fa del muflone del Giglio un serbatoio genetico di vitale importanza per la biodiversità della specie e soprattutto per la conservazione della popolazione sarda a rischio di estinzione.
L’eradicazione del muflone del Giglio, dunque, rappresenta un gravissimo danno sostanziale alla biodiversità in quanto perdita di un patrimonio genetico unico, minando non solo gli obiettivi del programma Life, ma anche della strategia per la biodiversità 2030 dell’UE e sottoscritto dall’Italia. Inoltre, la scelta di “eradicare” è priva di base scientifica, irrazionale ed illegittima violando la legge n. 157/1992 sulla Tutela della fauna, ma anche dell’art. 9 della Costituzione che pone la tutela della biodiversità tra i doveri dello Stato.
Per questo, le Associazioni chiedono alla più alta carica dello Stato un intervento urgente per tutelare la popolazione di mufloni dell’Isola del Giglio, così benvoluti anche dall’opinione pubblica, dall’estinzione.