Il tumore al seno è un problema che esisteva prima del covid, esiste adesso e sopravviverà anche al covid. Per questo è importante giocare d’anticipo. A dirlo i medici del Presidio Ospedaliero “Giovanni XXIII” di Monastier durante la commovente cerimonia che si è tenuta lunedì a Venezia dove le “Trifoglio Rosa Mestre”, donne operate di tumore al seno della squadra di dragon boat della Canottieri Mestre, hanno voluto salutare tutte le loro compagne che purtroppo non ce l’hanno fatta lanciando nell’acqua della laguna delle gerbere rosa: una per ogni donna che nel periodo del lockdown se ne è andata, senza neppure il conforto di un abbraccio.
Nell’occasione il Presidio Ospedaliero “Giovanni XXIII” di Monastier (TV) ha riconfermato ufficialmente, per il quarto anno consecutivo, il proprio sostegno alla squadra di dragon boat rosa donando un assegno di 5mila euro frutto della prevenzione effettuata da altre donne
La cifra è infatti parte del provento degli esami strumentali alle mammelle effettuati durante l’ottobre scorso che è considerato il mese rosa della prevenzione del tumore al seno. “Aiutare queste donne così determinate e coraggiose è per noi un orgoglio. Chi si ritrova a dover affrontare diagnosi e operazioni così importanti ha bisogno di tutto il supporto per continuare a vivere in salute e serenità.” Ha detto Matteo Geretto Responsabile Comunicazionedel Presidio Ospedaliero “Giovanni XXIII” di Monastier (TV) presente alla cerimonia.
Il contributo di oggi getta le basi per la partecipazione delle trifoglio Rosa allo straordinario Festival mondiale di dragon boat delle Donne in Rosa in Nuova Zelanda, dal 28 marzo al 3 aprile 2022.
“Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per farci conoscere il più possibile, perché crediamo che la nostra gioia di vivere debba essere condivisa con tutte quelle donne che ancora sono prigioniere di quella paura, di quella solitudine e di quella sofferenza che ciascuna di noi ha vissuto prima di scoprire il Trifoglio Rosa” ha detto Cristiana Csermely portavoce delle “Trifoglio Rosa Mestre” Cristiana Csermely-
“È fondamentale all’interno di questa pandemia non dimenticare che esistono altre patologie, esistono altri ammalati che hanno lo stesso diritto di essere seguiti assistiti e curati. Il tumore al seno, nonostante i miglioramenti delle tecniche diagnostiche a nostra disposizione e i conseguenti vantaggi in termini di precocità della diagnosi, rimane per la donna la prima causa di morte per ogni fascia di età. Tale incidenza, in relazione ai progressi multidisciplinari in ambito terapeutico specialistico, rimane fortunatamente stabile pur in rapporto al lento ma costante aumento del numero di persone affette da questa patologia – ha detto il dottor Roberto Busolin Primario della Senologia del Presidio Ospedaliero di Monastier
“Una donna durante il periodo Covid deve fare esattamente quello che faceva prima senza essere da questo influenzata o limitata: i controlli annuali completi per le donne oltre i 40 anni con visita, mammografia ed ecografia . Nella migliore delle ipotesi la mammografia vede l’80% dei tumori; abbinando anche la visita e l’ecografia si arriva al 97/98% di probabilità di individuare il tumore al seno. Le donne in età precedente i 40 devono comunque imparare a conoscere il proprio seno con l’autopalpazione e non abbassare la guardia”– ha ribadito il dottor Pasquale Piazzolla chirurgo senologo del Presidio Ospedaliero “Giovanni XXIII”.