Schwazer a Tokyo? “con un paio di mesi di allenamento molto difficile batterlo”
L’allenatore di Alex Schwazer, Sandro Donati, ospite a 24Mattino di Simone Spetia su Radio 24 non ha dubbi: “Alex Schwazer alle olimpiadi di Tokyo? Con il poco allenamento che ha fatto già in Italia non lo batterebbe nessuno, se si risolve la faccenda a livello politico e lui può rientrare, con un paio di mesi di allenamento lo metterei nella condizione che sarebbe molto difficile batterlo anche a livello mondiale”. Donati ha precisato che Schwazer ha poco tempo per allenarsi perché “deve lavorare per portare avanti la famiglia, ha dovuto restituire premi e spendere un sacco di soldi per avvocati e consulenti”.
“Ci sono stati vicini in maniera chiara soltanto il presidente del CONI e il segretario generale, Malagò e Mornati, vicini dal punto di vista umano e pratico sempre e con discrezione, dovendo stare anche attenti perché sarebbero stati attaccati, per il resto non abbiamo sentito mai nessuno”. Donati ha raccontato che dagli altri atleti la solidarietà è stata “poca, ci sono stati dei mestatori che hanno cercato di aizzare gli atleti contro Alex ma nella realtà non c’è stata una vera presa di posizione”.
“Schwazer, antidoping controllato politicamente occasione per colpire me”
“Non è mai piaciuto che io lavorassi con un atleta che aveva avuto problemi col doping – ha proseguito Donati a 24Mattino di Simone Spetia su Radio 24 – la mia scelta ha destabilizzato un ambiente che aveva bisogno che uno di quei pochi positivi non fosse tolto dalle loro grinfie poiché loro basano la loro credibilità e la loro severità sui pochi numeri che riescono a prendere ogni tanto, l’antidoping è controllato politicamente e tenuto basso nei livelli di efficacia”.
Donati ha raccontato che “nel momento in cui si è creata la falsa positività qualcuno l’ha sostenuta ed è stata l’occasione per colpire me. Io avevo avuto un ruolo molto importante in una precedente indagine in rappresentanza della WADA: mi erano stati affidati materiali giudiziari sequestrati a indagati e in un computer avevo trovato un gigantesco database che ricostruiva 12 anni di analisi ematiche fatta dalla federazione internazionale agli atleti di tutto il mondo con una montagna di valori anomali sui quali la federazione non era intervenuta. Una porcheria incredibile per cui per tanti anni, invece che fare l’antidoping, era stata fatta solo una raccolta di dati”.