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Tutto il mondo animalista per MJ5

Come da tradizione della Provincia di Trento, la sentenza per l’orso accusato di aver aggredito un uomo è stata già preannunciata anche se il plantigrado non ha causato alcun tipo di problema per ben 18 anni. LNDC Animal Protection diffida la PAT dal procedere e si prepara a ricorrere all’autorità giudiziaria come già fatto in passato per altri orsi. Comparotto, presidente Oipa: Ci appelliamo al buon senso e al rispetto per la fauna del ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin che solo una settimana fa evocava il “dovere imprescindibile di tutelare la fauna selvatica e all’obiettività dell’Ispra“. Anche Enpa e Lav scendono in campo: “Giù le mani da MJ5”.

La Provincia Autonoma di Trento ha annunciato di aver identificato l’orso coinvolto nell’incidente di qualche giorno fa e ha già annunciato la condanna a morte per il plantigrado. Il Presidente Fugatti ha infatti fatto sapere che è stato richiesto il parere dell’Ispra, come previsto per legge, ma che l’intenzione è di procedere comunque con la sua uccisione a prescindere dal responso.

L’orso è stato identificato con un esame genetico: si tratterebbe di MJ5, un maschio di 18 anni nato nel 2005 da Maja e Joze, orsi sloveni che hanno dato avvio al progetto Life Ursus sulle Alpi negli anni Novanta. Un orso anziano, dunque, che finora non ha mai manifestato aggressività nei confronti dell’uomo. Condannarlo a morte per un unico incidente è plausibile?

Tutto questo nonostante MJ5, per stessa ammissione di Fugatti, non abbia mai creato problemi nei suoi 18 anni di vita.

Queste dichiarazioni sono perfettamente in linea con la tradizione della PAT che da sempre mostra ostilità verso la fauna selvatica“, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “È inaccettabile che questa amministrazione continui a pensare di risolvere i problemi di convivenza con gli orsi e gli altri selvatici solo e soltanto tramite l’uccisione indiscriminata, in questo caso addirittura basata su un singolo episodio che peraltro non ha avuto nemmeno conseguenze particolarmente gravi. Se MJ5 avesse voluto fare realmente male, l’uomo che oggi sostiene di essere stato aggredito, e a cui facciamo gli auguri di pronta guarigione, non sarebbe in grado di raccontarlo. Quando si invade l’habitat dei selvatici bisogna mettere in conto che ci possono essere dei rischi e le istituzioni dovrebbero fare in modo di prevenirli, fornendo le giuste informazioni e insegnando alle persone come comportarsi in questi casi. Non si può sempre intervenire a posteriori, condannando a morte un animale solo perché si è comportato secondo la sua natura senza peraltro – è sempre bene ricordarlo – fare gravi danni”.

Ovviamente non resteremo a guardare e siamo già pronti a ricorrere all’autorità giudiziaria come abbiamo già fatto diverse volte in passato per difendere gli orsi in Trentino e spesso con risultati positivi. Nel frattempo, il primo passo sarà sicuramente quello di diffidare formalmente l’amministrazione dal procedere in questo senso ma chiaramente non ci fermeremo qui e tenteremo tutte le strade per salvare la vita di MJ5″, fa sapere Michele Pezone – Responsabile Diritti Animali LNDC Animal Protection

Sconcertanti le dichiarazioni odierne del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, intenzionato a chiedere un parere positivo all’Ispra che gli consenta di abbattere l’orso che domenica scorsa ha ferito un escursionista in Val di Rabbi con quello che con ogni probabilità è stato un “falso attacco” per proteggersi”, commenta l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa).

L’Oipa si appella anche all’Ispra affinché, chiamata in causa, conservi l’obiettività necessaria per emettere o non emettere la sentenza di morte del plantigrado.

“Come sempre procederemo con l’accesso agli atti per comprendere l’esatta dinamica dei fatti, anche in vista di un eventuale ricorso al Tar – annuncia il presidente dell’Oipa Massimo Comparotto. – Anche stavolta assistiamo a uno scarico di responsabilità da parte del presidente Fugatti, che in questi anni ha fatto conoscere a tutta l’Italia le sue prassi nei confronti della fauna selvatica che popola la sua terra. La Provincia pensi a prevenire questi episodi, anche informando la cittadinanza e gli escursionisti come ci si comporta in montagna, invece di evocare come sempre catture e abbattimenti”.

Opia invita la Provincia, invece di lavorare per la morte, ad avviare iniziative per una serena convivenza tra uomo e animali selvatici per lo meno con una maggiore ed efficace informazione a residenti, turisti ed escursionisti, sistemi di dissuasione che allontanino la fauna dall’abitato, corridoi ecologici per evitare incidenti.

“L’identificazione dell’orso coinvolto nell’incidente con l’uomo e il suo cane in Val di Rabbi, Mj5, è coincisa immediatamente con una dichiarazione di condanna a morte del plantigrado: come Protezione animali ci opporremo con ogni mezzo a questa decisione ingiusta che sa tanto di campagna elettorale”, prosegue Enpa.

“Ricordiamo – si legge nella nota dell’Enpa – che Mj5 ha vissuto per 18 anni in Trentino senza mai mostrare comportamenti negativi verso l’uomo: non ha mai fatto del male alle persone, e anche i danni a suo carico sono limitati. Ma in seguito a un unico incidente, la cui dinamica fa ascrivere l’evento ai casi di orso che reagiscono in modalità difensiva, parte la condanna a morte, benché il Pacobace preveda anche il radiocollaraggio, senza arrivare alla soppressione”.

“Gli orsi non possono essere condannati a morte semplicemente perché si comportano da orsi, sarebbe come voler uccidere un gatto perché fa le fusa, ci troviamo di fronte a un delirio di onnipotenza da parte di un’amministrazione provinciale che dopo avere reintrodotto gli orsi in Trentino oramai 23 anni fa non è mai stata in grado di impegnarsi per diffondere le informazioni basilari per la prevenzione degli incidenti con gli orsi – è il commento indignato di Massimo Vitturi, responsabile Lav Animali selvatici. -No a qualsiasi ipotesi di uccisione, si proceda esclusivamente con la radiocollarizzazione dell’orso e successivo monitoraggio, come previsto dal Pacobace, siamo pronti a denunciare chiunque dovesse macchiarsi dell’uccisione non necessitata dell’orso MJ5, per questo chiediamo al Corpo Forestale provinciale di Trento la ragionevolezza e l’equilibrio che manca alla politica di quelle parti, facendo obiezione di coscienza all’uso dei fucili contro un animale che in diciotto anni non aveva mai dato problemi, come ammesso dallo stesso presidente Fugatti”. 

Per il WWF, “l’ordinanza di abbattimento è sproporzionata. Questa dev’essere solo l’ultima ratio, l’animale non si era mai reso protagonista di episodi negativi in 18 anni. Prima di considerare l’ipotesi di abbattimento o rimozione vanno analizzate con cautela le dinamiche che hanno portato all’attacco, compreso il comportamento della persona coinvolta”.

Il WWF auspica che la Provincia Autonoma di Trento riprenda un percorso fondato sulla promozione della convivenza, partendo dalla conoscenza e non dai pregiudizi. L’espansione della popolazione di orso in Trentino e sull’arco alpino necessita di essere ulteriormente consolidata, ma questo processo è possibile solo lavorando nella direzione di una gestione equilibrata, senza il ricorso ad abbattimenti “facili”. Comunicazione e sensibilizzazione sui corretti comportamenti da adottare in montagna e la liberalizzazione dello spray al peperoncino anti-orso, considerato ancora illegale in Italia, e che invece ha dimostrato la sua efficacia in Nord America, sono tutte opzioni incruente e auspicabili, che possono aiutare a costruire una coesistenza reale e ad evitare episodi simili in prospettiva futura.

credits foto WWF