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Fango euganeo, farmaco green a norma d’igiene

Università di Padova e Centro Studi Termali presentano lo studio sulla qualità microbiologica del fango termale euganeo: i nuovi dati permettono di conoscere e preservare un profilo igienico-sanitario ottimale mantenendo tutte le proprietà terapeutiche.

Fra i primi in Italia e sullo scenario internazionale a studiare con prove di laboratorio la qualità igienico-sanitaria del fango termale in un’ottica di verifica e controllo della filiera di coltivazione, i risultati dello studio rappresentano l’ennesima conferma del felice connubio tra la consolidata tradizione termale del Bacino Euganeo e le pratiche innovative basate sull’evidenza scientifica.

In un’ottica green di salvaguardia ambientale, che ha imposto un quantitativo limite di attingimento annuale di fango naturale, le strutture si trovano a dover rigenerare più volte il prodotto dopo la sua prima applicazione. Ecco che emerge, in tutta la sua importanza la necessità di garantire il ripristino delle proprietà terapeutiche e l’indispensabile sicurezza igienico-sanitaria.

La ricerca progettata dal Dott. Fabrizio Caldara, direttore del Centro Studi Termali e condotta in collaborazione con il gruppo della Prof.ssa Tatjana Baldovin del Dipartimento di Scienze Cardio-Toraco-Vascolari e Sanità Pubblica (Laboratorio di Igiene e Microbiologia Applicata) dell’Università di Padova, si è conclusa con la pubblicazione dei risultati sull’autorevole rivista multidisciplinare International Journal of Environmental Research and Public Health.

Un riconoscimento della qualità del lavoro che rafforza la consolidata collaborazione scientifica tra il Centro Studi Termali “Pietro d’Abano” e l’ateneo patavino.

I dati delle analisi sono stati confrontati con diversi parametri del processo di maturazione del fango e con il rispetto delle procedure previste dal rigoroso disciplinare, così da individuare condizioni che assicurino sempre sicurezza e qualità. I risultati, pur confermando l’abbondante e ricorrente presenza di specie microbiche ambientali nei campioni di fango vergine, hanno mostrato tuttavia come il profilo igienico dei fanghi maturi rigenerati sia garantita soprattutto attraverso l’imperativo rispetto delle temperature previste per ogni fase della lavorazione.

In questo modo siamo in grado di assicurare l’efficace eliminazione delle più comuni specie microbiche contaminanti, facendo invece prosperare quelle che rilasciano sostanze antinfiammatorie necessarie per la cura. Per ottenere il risultato serve qualche sforzo organizzativo, a partire dalla formazione specifica degli operatori, ma questo ci permette di non scendere a compromessi con le qualità di un prodotto che per scelta vuole restare naturale. La ricerca ha il compito di riportare l’attenzione sui fondamentali del termalismo, che sono l’identità del territorio, e rappresenta un sostegno moderno e autorevole al rilancio dei nostri trattamenti medici” spiega il Dott. Fabrizio Caldara.

La coltivazione del fango è, di fatto, un percorso complesso e articolato su più fasi, ciascuna delle quali dev’essere finemente calibrata alla luce delle evidenze scientifiche.

Il fango vergine, ancora privo delle sue piene proprietà terapeutiche, proviene dai sedimenti lacustri di apposite concessioni del Bacino Idrominerario Euganeo. Una volta consegnato alle strutture che erogano la fangoterapia, viene maturato per mesi a contatto con l’acqua termale dentro apposite vasche, in condizioni ambientali ottimali per la crescita delle specie terapeutiche.

Terminata la maturazione e poche ore prima dell’applicazione, la temperatura dell’acqua termale viene mantenuta molto alta in modo da sanificare il fango e fargli raggiungere la viscosità desiderata.

Lo studio ha coinvolto la partecipazione attiva di 30 strutture termali, che hanno fornito le diverse tipologie di fango (in maturazione, in uso e in rigenerazione) nel corso di due intere stagioni turistiche termali. Abbiamo messo a punto una metodica di campionamento dedicata ed un protocollo di laboratorio ad hoc per l’analisi di appropriati indicatori microbiologici di qualità igienico-sanitaria” prosegue la Prof.ssa Baldovin.

È evidente lo sforzo compiuto per adeguare le storiche e consolidate tradizioni delle cure termali alle mutate esigenze della vita moderna – commenta Emanuele Boaretto, Presidente del Centro Studi Termali Pietro d’Abano le modalità della maturazione del fango sono le stesse da centinaia di anni, ma i controlli sulla qualità del fango, non sono più empiriche, bensì improntate a studi moderni che ne esaltano le qualità e tutelano l’utente. Oltre a proporre un prodotto green, possiamo porre le ricerche a garanzia dell’ospite e a sostegno dell’economia termale”.

In questo momento in cui, anche in chiave promozionale, è fondamentale dare rassicurazioni sulla sicurezza del prodotto questo tipo di ricerca ci viene particolarmente in sostegno – aggiunge Umberto Carraro, Presidente Consorzio Terme Colli Marketing –  continuare ad arricchire il fango termale euganeo di riconoscimenti scientifici e confermarlo oggetto di ricerca universitaria è fondamentale anche per la proposta turistica dell’intero bacino e per il product placement nell’ambito della salute e del benessere”.

Link alla ricerca: https://www.mdpi.com/1660-4601/17/14/5040. Titolo: “Microbiological Hygiene Quality of Thermal Muds: A Pilot Study in Pelotherapy Facilities of the Euganean Thermal District (NE Italy)” – «International Journal of Environmental Research and Public Health» – 2020. Autori: Tatjana Baldovin, Irene Amoruso, Fabrizio Caldara, Alessandra Buja, Vincenzo Baldo, Silvia Cocchio e Chiara Bertoncello.