C’era una volta una regina che voleva un vestito nuovo.
Lo voleva così bello che fece chiamare il sarto più famoso del suo impero.
La regina: “Questa è la seta più pregiata del mio impero, l’unica così preziosa da poter toccare il mio corpo. Tieni e crea il vestito più bello che tu abbia mai fatto.”
Il sarto prese la stoffa e tornò nella sua bottega e si mise subito al lavoro.
Dopo una settimana tornò a palazzo con l’abito fiero di sé con l’abito pronto.
Con grande orgoglio, porgendolo alla regina disse: “Maestà eccolo, è meraviglioso. Il più bello che io abbia mai cucito, guardate che meraviglia!”
La regina, appena indossato l’abito, con aria di sdegno urlò: “È orribile! Che affronto mi stai facendo è il peggior abito che abbia mai visto!”
Ordinò poi alle sue guardie: “Da questo momento è proibito a quest’uomo di fare il sarto nel mio regno. Vai via!”
Il sarto rimase di stucco, disorientato, raccolse l’abito e a passo lento, dismesso, si avviò al suo laboratorio con la testa piena di dubbi e pensieri. Decise di andare da un vecchio saggio e gli spiegò l’accaduto e chiese un consiglio.
Il vecchio saggio: “Prendi il vestito, torna al tuo laboratorio, distendilo sul tavolo da lavoro, cucilo tutto e separa tutte le stoffe. Poi ricucilo nuovamente come prima e riportalo alla regina.” Il sarto era ancora più confuso, non capiva il perché di questo consiglio ma il saggio insistette.
Il sarto quindi rimise l’abito sul tavolo da lavoro, lo scucì, separò le stoffe e piano piano, con grande pazienza lo ricucì tutto esattamente come prima.
Tornò dalla regina e con grande paura glielo porse: “Maestà… Ecco il vostro abito…”
La regina lo indossò ed esclamò: “È meraviglioso! È l’abito più bello che abbia mai visto: bravo, sei il miglior sarto del mio regno!”
Ordinò poi alle sue guardie: “Ricompensate questo sarto con tutti i tesori che lui chiederà!”.
Sempre più disorientato, il sarto tornò dal vecchio saggio per chiedergli il perché di tutto ciò e il saggio: “Certo, il vestito era sempre lo stesso ma sei tu ad essere cambiato: il primo lo hai cucito con orgoglio, il secondo con umiltà.”
Paolo Abozzi
Liberamente ispirato ad una novella di Alexander Jodorowsky
Paolo Abozzi
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