Long Covid: sintomatologia persistente alla guarigione da Covid
Superata la fase acuta dell’infezione e verificata la guarigione tramite tampone dall’esito negativo, è frequente riscontrare nelle persone che si sono ammalate di Covid il persistere di una sintomatologia varia non imputabile ad altre patologie in corso.
Questa condizione viene denominata Long Covid ed è indipendente dalla gravità con cui l’infezione si è manifestata: anche chi ha mostrato sintomi lievi o è stato asintomatico, può trascinarsi uno stato di malessere per mesi dopo essere guarito.
C’è da dire che, più in generale, molti tipi di infezione virale lasciano strascichi nei guariti, quindi non è una condizione esclusiva dell’infezione da Covid.
Fare un quadro epidemiologico è difficile, perché i sintomi sono numerosi e variabili e possono presentarsi in combinazioni diversissime, così che l’identificazione del paziente Long Covid e la determinazione della diffusione della patologia diventano complesse.
In linea generale, possiamo distinguere due categorie di segni clinici: manifestazioni generali e manifestazioni organo-specifiche.
Sono considerate manifestazioni generali: fatica persistente/astenia, debolezza muscolare, dolori diffusi, mialgie, artralgie, peggioramento dello stato di salute percepito, anoressia, riduzione dell’appetito; sono organo-specifiche le manifestazioni a carico dell’apparato respiratorio (dispnea, affanno e tosse persistente) ma non solo, in quanto sono stati descritti anche disturbi cardiovascolari (aritmia), neurologici (mal di testa, insonnia, difficoltà di concentrazione), gastrointestinali (diarrea, dolore addominale), psichiatrici (ansia, depressione, attacchi di panico).
La durata della sintomatologia è variabile e i sintomi possono essere transitori o intermittenti e possono cambiare la loro natura nel tempo, oppure possono essere costanti.
Proprio sulla base della durata, l’OMS definisce questa condizione come un insieme di sintomi che esordiscono in genere entro 3 mesi dall’infezione acuta, che durano per almeno 2 mesi e che non possono essere spiegati da una diagnosi alternativa.
È importante segnalare al proprio medico qualsiasi alterazione dello stato di salute nel periodo successivo alla guarigione. A questo proposito la Società Italiana di Pediatria (SIP) raccomanda una visita a quattro settimane dalla guarigione e un ulteriore controllo a tre mesi, in quanto bambini e adolescenti rientrano tra le categorie a rischio di pazienti con sindrome da Long Covid non diagnosticata. Stesso discorso per pazienti disabili e/o anziani, soprattutto se polipatologici.
Ad oggi non è possibile stabilire la durata della sintomatologia e il trattamento che si mette in atto è quello relativo alla gestione dei sintomi manifestati, senza escludere possibili indagini strumentali utili a valutare la funzionalità d’organo, ad esempio.
Quello che consiglio è di non sottovalutare nessun segnale del nostro corpo, di consultare il nostro medico in presenza di un qualsiasi campanello d’allarme, e di darci il giusto tempo per il recupero: non strafare, concederci una pausa quando necessario, anche più volte al giorno, ma non lasciamoci andare.
Alleniamo muscoli, cuore e cervello, ma con il ritmo che riusciamo a sostenere.
Circondiamoci di affetti e ritagliamoci del tempo per ciò che ci fa stare bene.
L’energia positiva ci terrà lontani da sindromi depressive che, a cascata, si ripercuotono sul nostro stato di salute. Questo vale sempre.
Anche per questa settimana dal mio angoletto è tutto.
#prendetevicuradivoi
Dr.ssa Claudia Cocuzza