Piantaggine: un aiuto dalla natura contro i malanni di stagione e non solo
Di certo l’abbiamo vista centinaia di volte: in Italia la piantaggine è una pianta erbacea infestante.
La troviamo in prati asciutti, in terreni aridi e ricchi in calcare, dal mare alla collina fino ai 2000 metri di altitudine; è perenne, quindi estate o inverno non fa differenza.
È una pianta erbacea alta dai 10 ai 60 cm e i fiori, presenti tra aprile e novembre, sono raggruppati in spighe cilindriche.
Della piantaggine si usa praticamente tutto: il succo fresco, le foglie, le radici, i semi maturi.
È così comune che da sempre ne viene fatto un impiego medicinale: Plinio il Vecchio la chiama “erba magica”.
Per cosa viene usata?
È principalmente un mucolitico ed espettorante, per cui la troviamo come componente di preparati per il trattamento delle affezioni respiratorie, ossia tosse, tracheiti, faringiti, raffreddore, sinusite e bronchite; a livello respiratorio, inoltre, esplica anche un’importante azione antiinfiammatoria e antibatterica, grazie alla presenza di glucosidi iridoidi quali l’aucubina.
Trova applicazione anche in preparati per uso topico, sempre come antibatterico e antiinfiammatorio, in oculistica per il trattamento di congiuntiviti e blefariti (affezioni palpebrali), in dermatologia su lesioni e brufoli, in particolare se associati ad acne rosacea, e come lenitivo per le affezioni della mucosa del cavo orale e dell’apparato urogenitale.
Ha infine attività antistaminica e viene utilizzata per fare impacchi da applicare su pelle e occhi in caso di bruciore e lacrimazione, oltre che in formulazioni da assumere per via orale.
L’utilizzo è sicuro; bisogna considerare la possibilità di interferenza con lassativi ˗ in quanto contiene tannini, ad azione astringente ˗ e con alcuni farmaci antiipertensivi.
Per questa settimana dal mio angoletto è tutto.
#prendetevicuradivoi
Dr.ssa Claudia Cocuzza