Le hai vissute anche tu quelle notti buie della vita. Notti dove non si vede il barlume di una speranza, anche piccola, che illumini la tua via: problemi di lavoro, d’amore, di vita. Insomma quel buio pesto che non ti fa intravedere la minima via di uscita per tornare… al sicuro, a casa.
Mi ricordo di una storia.
Era il tempo della Seconda Guerra Mondiale: Jim, un pilota americano, a bordo del suo Banshee stava ritornando da una missione sul campo di battaglia e cercava la portaerei Shangril, là dove sarebbe dovuto atterrare.
Era notte, la portaerei era in stato di combattimento, quindi non era illuminata per non farsi individuare dal nemico. Il problema era che l’aereo di Jim aveva subìto molti danni durante la missione e gli strumenti che potevano aiutarlo a trovare la portaerei erano fuori uso: il radar danneggiato e il radiofaro aveva delle interferenze che lo stavano facendo perdere sopra lo sterminato Oceano scuro.
Accende la luce in cabina per leggere la mappa ma… Un cortocircuito fa saltare tutte le luci. Il carburante era quasi finito e si faceva strada nella sua testa l’ipotesi di ammarare, ma le probabilità di sopravvivenza sarebbero state minime.
Quando tutta l’oscurità avvolse Jim, fuori e dentro di sé, guardò in basso e vide con stupore una sorta di scia luminosa verdastra. Era la luminescenza delle alghe frullate dalle eliche di una grande nave: la portaerei!
Quella scia luminosa lo avrebbe riportato alla sua portaerei, a casa.
Se le luci dell’abitacolo non fossero andate fuori uso non avrebbe potuto vederla nell’oscurità.
“Non sai mai quali siano gli eventi che ti riporteranno a casa!”
Paolo Abozzi
Ispirato a un dialogo nel film Apollo 13
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