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Una “Stanza della Meditazione” alla Casa Circondariale Pagliarelli di Palermo

È stata inaugurata la prima “Stanza della Meditazione” in un istituto detentivo: nella Casa Circondariale Pagliarelli “Antonio Lorusso” di Palermo dal 25 ottobre scorso polizia penitenziaria, personale civile e detenuti potranno meditare insieme in uno spazio specificatamente dedicato alla cura del sé, del proprio ambiente interiore, dalla sfera emozionale alle proprie relazioni.

La meditazione in un istituto penitenziario oggi non è più un tabù: viene esercitata in diverse strutture in Italia, ma la Casa Circondariale Pagliarelli è la prima ad aver dato vita a una vera e propria stanza dedicata, con tanto di cartello accanto alla porta che la riconosce come tale. La “Stanza della Meditazione” è un progetto che nasce dall’impegno dell’area Giustizia dell’associazione My Life Design ODV nel portare percorsi di educazione alla consapevolezza, alla responsabilità e alla libertà interiore rivolti alle persone detenute in vista del reintegro in società: è iniziato con l’attività “Caro Amico ti scrivo” nel 2021 ed è proseguito poi con “Liberi Dentro” avviato a luglio scorso.

L’esperienza della “Stanza della Meditazione”, unica nel suo genere e naturale prosecuzione dei progetti attuati, mira a garantire un luogo dedicato nel quale sia le persone recluse sia il personale civile e di polizia penitenziaria possano concedersi uno spazio di silenzio. Inoltre, in questo luogo le persone detenute, che hanno scelto di intraprendere un percorso finalizzato alla pratica della meditazione, con il tempo avranno la possibilità di trasmettere questa pratica di benessere ai propri compagni.

«Condivido l’idea di fondo di questi progetti, Liberi Dentro e la Stanza della Meditazione, per la quale abbiamo anche ricevuto un elogio. Auspico che, come Istituto, possiamo replicare l’esperienza per il personale trattamentale e di polizia anche fuori servizio, individuando una stanza appositamente dedicata anche al di fuori delle sezioni, avviando un progetto pilota mirato, a cui abbinare rilevazioni scientifiche per monitorarne gli effetti», dichiara Maria Luisa Malato, direttrice dell’Istituto.

Aggiunge Rosalba Petruso, funzionaria giuridico-pedagogica: «Per me questo è stato un giorno speciale, nel quale ho realizzato un grande desiderio: portare nel luogo di lavoro, fatto di grande sofferenza, una prospettiva nuova, un modo diverso di vivere la condizione detentiva, restituendo il suo significato più profondo di opportunità trasformativa ed evolutiva della persona. È una grande opportunità, di questo sono profondamente grata a Daniel Lumera, Cristina Franchini, Francesca Macaddino e tutta la My Life Design ODV».

Per Daniel Lumera «questo è un primo passo importante verso la diffusione di un approccio innovativo nell’ambito della giustizia, a beneficio di tutti coloro che abitano a vario titolo il carcere e della comunità intera. Il nostro intento è dimostrare, dati alla mano, l’efficacia di istituire spazi come la Stanza della Meditazione e percorsi di educazione a consapevolezza, responsabilità e libertà. Per questo collaboriamo con università e realtà che possano rilevarne scientificamente gli effetti».

Conclude Cristina Franchini, referente regionale dell’associazione: «Siamo grati alla direzione dell’Istituto e ai suoi funzionari che hanno fortemente voluto questi progetti, in cui crediamo tantissimo, a partire dall’esperienza diretta di questi anni in tante carceri. L’entusiasmo delle partecipanti a questo percorso, unico in Italia, che le vedrà apprendere e poi trasmettere a loro volta tecniche di meditazione e consapevolezza, ci fa davvero ben sperare».

Durante la settimana, a supporto dell’avvio della “Stanza”, ci saranno incontri quotidiani in carcere condotti da Daniel Lumera, Cristina Franchini e Francesca Macaddino.

Lumera dialogherà con detenuti, personale civile e polizia penitenziaria attraverso i “Dialoghi del Perdono”, per esplorare il valore del perdono quale processo che migliora la qualità della vita sotto l’aspetto personale, relazionale e sociale, e può essere applicato in ogni ambito.

Il perdono, inteso proprio “per-dono”, appartiene alle abilità e virtù basilari di un nuovo modo di essere umani, è un allenamento neuronale del cervello che sviluppa capacità fondamentali nella sfera personale, relazionale e sociale, quali trasformare i problemi in risorse, gestire i conflitti, sviluppare l’empatia matura e la cultura integrata della pace.

Sono molteplici gli studi attorno agli effetti benefici della pratica del perdono e le più recenti ricerche scientifiche nell’ambito delle neuroscienze hanno evidenziato le ricadute positive sul sistema circolatorio, immunitario e nervoso, consacrandolo come strumento fondamentale per la salute e la qualità della vita, oltre ai soli ambiti psicologico e spirituale; da qui è derivata una vera e propria “scienza del perdono” che sta avendo un impatto sociale ed educativo sempre maggiore in vari campi di attuazione.

E l’Organizzazione di Volontariato My Life Design, nell’ambito dell’area Giustizia, ha incontrato dalla sua costituzione ad oggi oltre un migliaio di persone recluse, in una quindicina di istituti penali, solo in Italia.

Costituita nel 2018, la My Life Design ODV accoglie l’eredità della My Life Design Foundation nata in Spagna nel 2008 e formalizzata in Italia nel 2017 per raccogliere il lavoro pluriennale già svolto sul territorio nazionale, come i “Dialoghi sul Perdono” nelle scuole, occasione di incontro e di scambio cui hanno preso parte centinaia di studenti per riflettere sul concetto del perdono come abilità di vita.

Successivamente l’iniziativa è stata estesa anche alle carceri, portando alla realizzazione di “Liberi Dentro”, il progetto pilota di educazione alla consapevolezza negli istituti penitenziari. Il metodo dell’Associazione si ispira al modello creato da Daniel Lumera in collaborazione con medici, psicologi e scienziati del My Life Design®, che affonda le proprie radici nei valori universali e nella sapienza millenaria dell’essere umano per una radicale trasformazione sociale. Le attività principali vedono la realizzazione di progetti sociali in molteplici settori, oltre la giustizia, come educazione, salute, integrazione sociale, economia e ambiente, e nascono grazie a modalità partecipate, come risultato del contributo e delle potenzialità di ogni membro dell’organizzazione

La cerimonia di intitolazione dello spazio e la prima pratica inaugurale hanno visto la partecipazione di Daniel Lumera, biologo naturalista, esperto di scienze del benessere e fondatore dell’associazione My Life Design ODV, che tra le varie attività statutarie porta progetti di giustizia consapevole nelle carceri del nostro Paese fin dal 2017. Insieme a Lumera, hanno partecipato all’inaugurazione la Direttrice dell’Istituto Maria Luisa Malato, le funzionarie giuridico-pedagogiche Rosalba Petruso e Simona Patelmo, la capo area trattamentale Rosaria Puleo, la responsabile dell’area Giustizia della My Life Design ODV Cristina Franchini, la referente regionale dell’associazione Francesca Macaddino e alcune delle detenute che parteciperanno all’intero percorso intensivo, per apprendere e poi trasmettere a loro volta pratiche e tecniche che mettono insieme antichi saperi e moderni riscontri scientifici.