Elogio alle buone notizie

I quotidiani sono diventati da buttare. Hanno smesso di funzionare come mezzo di comunicazione. Sono arrivati alla loro forma finale: un mezzo per diffondere paura. Basta aprire un qualsiasi giornale e lo vedrete da voi. Le prime pagine sono sempre e solo dedicate a notizie negative.

Attenzione, questo atteggiamento non è presente soltanto da quando è arrivato il nostro nemico Covid, ma da sempre. I giornali si sfidano al grande gioco della vendita, e noi, come bestie attratte dalle notizie più crude e sanguinolente, vogliamo leggere di morte, dati spaventosi, ecc…

Piccolo “massaggino” dell’Ego!

Si può collegare ad una tendenza a volersi sentire vittime? Oppure al fenomeno della Schadenfreude? Ad ogni modo, le grandi testate danno al macello principalmente storie nere, calpestando tutto quello che di positivo nasce ogni giorno. È ovviamente da pazzi pensare di non rendere evidenti determinate storie, come quelle delle morti e dei contagi che aumentano, ma se sono solo queste le notizie che si danno in pasto ai cittadini, allora il virus vincerà anche quando sarà sconfitto. Lo stesso paragone si può fare con le elezioni americane. Trump è stato sconfitto da Biden, ma l’ex presidente non era (per molti) la malattia che appestava l’America, era solamente un sintomo di un problema più o meno nascosto. Difatti quasi la metà degli americani alla fine hanno votato per Trump. Anche se il partito democratico ha vinto, lo “spirito” di Trump non è morto con la sua sconfitta. Il Covid-19 avrà la sua vittoria in questo modo. L’uomo, per essere tale, ha bisogno di alcuni principi di umanità, lo dice il nome stesso: I grandi principi etici e morali che sono stati nutriti nel corso di anni di storia, grazie all’arte e all’evoluzione.

Nei momenti di “panico”, come questo della pandemia, l’uomo non deve abbandonare questi ideali di umanità. Se così succedesse, una volta scomparso il virus, gli uomini smetterebbero di essere tali. L’atteggiamento che si sta avendo è quello di abbandonare l’umanità per una causa maggiore. Una volta eliminato il Covid, dopo un grande periodo di disumanità, è difficile credere che tutto d’un tratto l’uomo torni ad essere quello di prima. In sé per sé non è una cosa così negativa, alla base dell’umanità infatti c’è l’evoluzione. Il Problema è che ciò che scaturisce dal Covid altro non è che sfiducia e allontanamento dal prossimo. Di conseguenza un mondo post-Covid-con-atteggiamenti-disumani porterebbe a grandi evoluzioni tecnologiche, per esempio, ma con l’effetto contrario/negativo di uccidere lo spirito umano e la collaborazione tra i singoli. Lo Stato costringe l’uomo a privarsi sempre più delle proprie libertà.

Per capire meglio prendiamo il modello proposto dal filosofo Thomas Hobbes: l’uomo per poter vivere civilmente deve cedere parte della sua libertà al Leviatano. Quello che ci costringono a fare è consegnare sempre più libertà personale a favore della sicurezza generale. Un esempio? Le mascherine. È importante indossare la mascherina, questo è indubbio; però privarsi di metà della nostra espressione facciale è cedere una buona parte della nostra libertà. Nutrire solamente la paura nei cittadini non fa altro che spingere sempre di più a negare uno dei nostri principi guadagnati con tanta fatica. E il problema sorge perché vengono proposte solamente notizie catastrofiche che, iniettando il germe della paura, costringono ad abbandonare il pensiero critico e, per l’appunto, la fiducia nei nostri vicini. Bisogna nutrire l’anima. L’anima si nutre con le buone storie. Con il cinema. La passione. La filosofia. L’amore. Come scrive Baricco in Novecento: “Non sei mai fregato veramente se hai una buona storia da raccontare”

Il Covid ha ucciso il teatro, il cinema… e le pagine di giornale. Se la giornata tipo di un italiano è diventata quella di ingoiare solamente brutte notizie, riguardanti morte e disperazione, come possiamo immaginare che crescano le future generazioni?

Saranno adulti “deficienti”, minorati sul piano intellettuale. C’è sempre più bisogno di un elogio delle buone notizie. Non stiamo negando il fatto che qualcuno dal suo cubicolo di potere censuri tutto quel che c’è di positivo al mondo. Assolutamente no. Cercando, le buone notizie si trovano.

Il problema è che queste non devono essere cercate. Le buone notizie ci dovrebbero accompagnare la mattina mentre prendiamo caffè e cornetto, spiattellate in bella mostra. Che giornata è quella in cui l’unica cosa che sappiamo è quante morti ci sono state ieri?

Scenario utopico: la mattina accendete la radio, e invece di chiasso e numeri, mandano in onda una poesia. Poesia che non capite. Sulla quale riflettete tutto il giorno, e che si è annida nel vostro cervello e piano piano sta dando nutrimento a un piccolo seme che potrebbe diventare infinite cose. Non dare stimoli del genere fa presagire una futura umanità priva di felicità. La felicità si trasformerebbe in serenità. Ma la serenità, di per sé, è impotente. Nei momenti di crisi bisognerebbe anzi alimentare ancora di più gli stimoli all’immaginazione e alla creatività. Non bisogna eliminare completamente chi eravamo per pianificare chi dovremmo diventare. I miti greci fungevano da salvagente. Raccontavano di come un uomo si doveva comportare per non diventare un animale… o una statua.

Ovviamente noi non dobbiamo prendere ad esempio i miti greci, diciamo che sono abbastanza datati, ma la cultura del nostro tempo. Dobbiamo conservarla. Non solo nei musei, ma soprattutto dentro di noi. Cosa ancora più importante dobbiamo farla crescere e per far sì che questo accada abbiamo bisogno di persone “sane”, non dal punto di vista medico.

Per avere persone sane c’è bisogno di un mondo che non appaia solo nero, ma che rifletta tutti i colori. Il Giornale delle Buone Notizie è una delle tante medicine che si possono offrire, ma come ogni cosa deve essere solo un primo passo. L’obiettivo deve essere quello di far “scomparire” il Giornale delle Buone Notizie, per far sì che esista un giornale unico, nel quale, come nei migliori mercati aperti il sabato mattina, tutte le spezie siano presenti. Bisogna far si che l’uomo non debba scegliere A o B. Entrambe le scelte fanno parte del mondo. Entrambi gli aspetti devono essere conosciuti. Creare, immaginare non è un talento che hanno in pochi; tutti possono e devono essere artisti, nel senso lato del termine, e per poter poterlo essere bisogna nutrirsi bene. In questo momento stiamo solo mangiando hamburger e patatine fritte o almeno questo è quello che ci danno sulla pubblica piazza; e mangiando solo così, il nostro corpo morirà. Per fortuna abbiamo proprio qui un piccolo spazio dover poter fare yoga e prendere un bel respiro di aria pura.

Matteo Abozzi