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A tu per tu con Elfire

Oh, Italia, patria di santi, navigatori, poeti… e pure DJ!
Per stare al passo coi tempi, la nostra nazione continua a sfornare artisti che non hanno nulla a che invidiare coi corrispettivi stranieri.
Questo è il caso di Elfire, 41 anni, ben conosciuto nella scena delle notti lombarde, che io non frequento ma che mi han detto essere ancora bella attiva, soprattutto dopo quei due anni di pandemia che hanno fatto venire a tutti una voglia matta di recuperare il tempo perduto.
Visto che il mio motto è “ogni lasciata è persa”, procedo subito a presentarvi questo interessante artista.

Sei Produttore e DJ, due cose che vanno di pari passo con la tua passione musicale e la tua evoluzione personale. Cosa c’è in questa tua alta professionalità dell’essere umano che sei?

Buongiorno a tutti e innanzitutto grazie Anna per questa intervista.

La musica mi ha sempre accompagnato: da piccolo non conoscevo le canzoni dei cartoni animati, alcuni dei miei idoli erano Angus Young degli AC/DC e Vinnie Paul dei Pantera.

Immagino che nessuno si aspettasse che un chitarrista Black Metal diventasse anche un DJ di EBM/Dark Industrial Techno, nonché produttore di vari generi: ultimamente mi piace “far viaggiare” il pubblico con sonorità a 432Hz, in uno stile che definisco Emotional/Ambient, perfetto per colonne sonore e momenti di raccoglimento.

Sono certo che ognuno di noi abbia una propria evoluzione e che quindi cambi la propria frequenza; tutto ciò è legato alla conoscenza di uno spettro emozionale (quello di un uomo ad esempio non può essere limitato come quello di un ragazzino).
Ciò che di musicale non era o è in risonanza con me, domani potrebbe esserlo. Ed ecco perché, essendo una persona senza etichette e senza schieramento in un qualche contesto sociale, negli anni ho sentito il bisogno di aprirmi a vari generi, sia come ascolto, sia toccando vari strumenti musicali e sistemi per produrli da autodidatta. Non so perché la mia vibrazione sia sempre d’accordo con generi di nicchia, probabilmente sono allergico alle “commercialate modaiole”, ahahah!

Riassumendo con un mio aforisma: “La vita è l’arte di cogliere l’inaspettato”.

MAGNITUDO 8 mi è parso essere un progetto importante per te, ce ne vuoi parlare?

Certamente!

MAGNITUDO 8 è stato il mio start con Synth e VST.
Un progetto one man band nato nel 2007.
Ormai da qualche anno, a periodi, bazzicavo nelle Dark Night e EBM Night soprattutto del Milanese; DJ del periodo osavano con del Power Noise Electro Industrial e il mio orecchio non poteva risultare indifferente: era ora di dare una svolta al Blackster che ero, con sonorità vicine a quelle di una fabbrica e “cassa dritta” distorta [Questo discorso mi fa venire in mente che, già nel cuore del Novecento, la fabbrica dell’acciaio e delle catene di montaggio aveva costruito un suono che ne interpretava l’anima dura, faticosa, stridente, con i “quattro colpi di sirena” della Seconda Sinfonia di Shostakovich, eseguita nel 1927, per celebrare il decennale della Rivoluzione d’Ottobre – NdA].
Presto, con l’upgrade alla mia strumentazione, mi ritrovai a passare serate in un limbo tra pensieri sulla mia vita e sulla visione del mondo, da un punto di vista più consapevole, eliminando i condizionamenti.
Le aberranti verità occultate, evidenziate da miei studi paralleli, si tramutavano in destabilizzanti rumori con ritmiche spesso sostenute da un ritmo incessante.
“Catastrophe Art” fu il primo demo che regalavo alle serate: non mi sono mai interessati il profitto e la notorietà, semmai la passione e trasmettere emozioni.
Grazie ad un fan di MAGNITUDO 8, partì una collaborazione con l’etichetta X-Record e uscì “Lucro Chimica”, il full album di debutto registrato volutamente in mono.
Ero l’unico in Italia (credo) sotto etichetta a proporre quel genere, di solito made in Germany.
In seguito uscì “Psycho Vanity”, un altro full lenght dove si percepisce la massima espressione del project (peccato che l’etichetta inglese DPR si prese i diritti ma non fece mai uscire l’album!).
Varie collaborazioni, remix, split CD come “Cruel Polar Circle” (Maquinaria Records, Argentina) con la band Arte Disfuncional e qualche live, rappresentano la storia di MAGNITUDO 8.
In parallelo lavoravo su un altro progetto, ma di musica EBM Aggrotech: “Psykoxyde”; eravamo un duo che nel 2013 pubblicava il primo album (“Automa Mind Sanatorium”); successivamente uscì il secondo full lenght, “Borderline” con un altro cantante.

Ora entrambe le band sono congelate, ma non escludo nulla.

Un artista come te deve essere anche imprenditore di se stesso, come concili queste due parti nella tua professione?

Tutti dovremmo essere imprenditori di noi stessi, perché la vita è un cammino atto ad imparare ed evolvere, ma credo che non sia questo il concetto che mi stai chiedendo… diciamo che in Italia non è facile vivere con la musica, soprattutto di nicchia, infatti per me è sempre stata la passione a condurre il gioco, di conseguenza le mie entrate economiche erano frutto di ciò che io definisco “omologazione al sistema”: un compromesso accettabile mantenendo una visione consapevolmente distaccata.
Ora alcune cose sono cambiate in meglio.

Come avrete notato, questa intervista mette in luce un mondo molto settoriale, fatto di termini tecnici.
Se l’argomento vi interessa e volete approfondire, vi consiglio di googlare tutti i termini musicali che sono stati inseriti: scoprirete che il mondo della notte italiano è vivo e vegeto, e prospera dopo lo stop obbligatorio della pandemia!

Anna Castelli

Laureata in arte orientale, OSS, scrittrice part-time, matta per i cani e per i tatuaggi. Sicuramente curiosa della vita.