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Alla fine, è solo una partita

Argento. Vicecampioni d’Europa. C’è chi farebbe i salti di gioia. E se un po’ di tristezza c’è, inutile negarlo, perché volevamo vedere l’oro al collo della nuova Generazione di Fenomeni, c’è anche un’immensa, profonda gratitudine per quello che abbiamo visto in campo… e in panchina.

Sabato 16 settembre 2023 la Polonia ha dato tutto quello che aveva. Ha sbagliato pochissimo ed è stata in grado di mettere in estrema difficoltà gli Azzurri.

C’è ben poco da recriminare.

Nello sport si vince e si perde. Ma l’umiltà, la consapevolezza, i valori che abbiamo visto nei ragazzi di Fefè vanno ben oltre l’argento europeo e una semplice sconfitta.

Come sempre, non vi parlerò della partita.

Parto da lontano, da quel gesto che mi ha colpita dritta al cuore e che non dimenticherò mai.

Battute conclusive di Italia – Belgio di quest’Europeo. Sul 19 a 13 De Giorgi invita Alessandro Bovolenta a prepararsi.

Ultimo punto del match. La palla è per Alessandro Michieletto. Il Giovin Signore, erede di una famiglia ricca di valori che conosco troppo bene, fa qualcosa di inaspettato e meraviglioso.

Appoggia delicatamente la palla sul muro avversario così da farla rigiocare a Simone Giannelli, indicando chiaramente la parte opposta del campo dove si trova il compagno più giovane (manco fosse Matusalemme alla fine della carriera).

Il capitano capisce al volo: palla a Bovo. È suo l’ultimo punto del match.

E l’Alessandro “vecchio” esulta per il punto dell’omonimo compagno “giovane” come se l’ultima schiacciata della partita (vinta 3 a 0) l’avesse piantata lui nel campo avversario.

Alzi la mano chi non si è trovato con le lacrime agli occhi.

Potrei chiudere qui.

Ma continuo con un gruppo che invece di esultare dopo la vittoria contro la Francia di giovedì scorso si fionda in panchina ad abbracciare Simone Anzani, finalmente “abile” al gioco dopo un periodo difficile per la sua salute.

Sapete cosa mi ha fatto più male, stasera? Vedere la delusione nel volto di Simone, Riccardo, Alessandro, Mattia, Daniele, Tommaso, Yuri, Alessandro, Giovanni, Gianluca, Roberto, Leandro, Fabio, Leonardo.

Quest’attaccamento alla maglia, alla famiglia che ha saputo creare in due e due quattro Fefè De Giorgi è qualcosa che va molto oltre una partita.

È qualcosa che andrebbe insegnato nelle scuole.

E raccontato ai nipoti.

In ogni caso, siamo ancora Campioni del Mondo.

E allora sorridete, ragazzi, avete messo alla prova le coronarie di una nazione, il pubblico non vi ha abbandonato mai – tantomeno nei momenti peggiori – e anche ora, nei social, ha solo parole di gratitudine.

Alla fine, è stata solo una partita.

È il viaggio che conta.

Grazie per averci accompagnati fino a qui.

Adesso un po’ di riposo e testa al Pre-Olimpico in Brasile dal 30 all’8 ottobre prossimi.

E chissà che sia la volta buona.

cricol

credits foto Federvolley