È la colonna sonora di questo Inverno in salsa Covid. Picchietta e scroscia, rimbalza e ticchetta per poi proseguire in un crescendo via via più intenso, inizialmente perfino gradevole all’orecchio fin quando non si trasforma in un rombo assordante, continuo, angosciante.
Da mesi ci accompagna nelle lunghe, troppo lunghe giornate fatte di clausura casalinga, questa pioggia incessante. Acqua come lacrime di un cielo anch’esso basito e incredulo per quanto è accaduto e sta accadendo al Pianeta. Un cielo abituato alle follie umane e a tanta nostra “stupidità” di ospiti, in fin dei conti temporanei, ma assai molesti nelle loro infinite sfaccettature. Un cielo che mai avrebbe creduto di dover assistere a una guerra tra chi si trova al vertice della catena alimentare e un infinitesimale nemico che lo sta tenendo in scacco da mesi e mesi e mesi.
L’arma finale sembra stia arrivando, il comandante “Vaccino” sta prendendo le redini di questa guerra silenziosa e la sua strategia sembra stia dando le prime vittorie.
Ma la pioggia non cede, allaga e distrugge. Non bastava un virus agguerrito e cattivo, no non bastava.
Quando tutto sarà finito è il refrain sulla bocca di tutti, un refrain di speranza che si scontra su una parola e la rende terribilmente ansiogena: “quando” .
Un’economia che rischia il crollo totale, il futuro di tanti che hanno perso il lavoro è denso di dubbi e di speranze che sembrano affievolirsi di giorno in giorno. Reagire, ci dicono, ma nessuno spiega come.
Questo è “Il giornale delle Buone Notizie” e lo amo da anni, tanti. Lo abbiamo sempre avuto nel cuore anche quando sembrava spegnersi lentamente per stupide incomprensioni e sciocchi personaggi che, sbagliando in totale buona fede, facemmo entrare tra sorrisi e sinceri abbracci di benvenuto. Personaggi che non sono però riusciti ad affossarlo.
Siamo tornati in una sera magica, con una magica telefonata che ha soffiato sulla brace ancora vivida riportando nel cuore e nella mente lo stesso fuoco che ci aveva acceso tanti anni fa, talmente tanti che ci sono sembrati un normale ieri.
Siamo stati in grado di capire dove sbagliammo e la lezione è servita alla grande e ora possiamo contare su splendide persone che si sono innamorate dello stesso nostro amore. A volte le cose incredibili accadono. Buone notizie? Meglio di questa ne ho avute ben poche.
Insomma, per dirla con Socrate e limitandomi a scimmiottarlo senza permettermi di salire al Pensiero di uno dei più grandi filosofi che l’umanità abbia avuto l’onore di conoscere; “so una sola cosa, di nulla sapere”. Ergo: caspita, ma allora qualcosa la so!
Ma se anche studiassi fino alla fine dei miei giorni saprò sempre un’unica cosa: di nulla sapere.
Ecco la magia di questa pioggia da Covid, ecco la Notizia Buona scesa da questo cielo fatto di nuvole colore del piombo: stiamo riscoprendo la gioia, il gusto di conoscere i nostri limiti e di proseguire lungo la strada del sapere, con la consapevolezza che in fondo non sappiamo nulla.
Ma in fondo, meraviglioso Socrate, qualcosa la sappiamo. Eccome.