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Disabili forse, veri atleti di sicuro

Veri atleti che nulla hanno da invidiare ai loro colleghi più fortunati (?). Totalmente concentrati sulla gara, completamente determinati a raggiungere lo scopo finale: mettercela tutta per vincere, divertendosi un mondo e divertendo istruttori e aspiranti tali, giudici e spettatori (rigorosamente piazzati al di fuori dello spazio destinato alla gara come da misure anti-Covid), ma soprattutto facendo felici genitori, fratelli e sorelle.

La prima gara di Tiro con l’Arco a livello nazionale che ha visto insieme la Federazione Italiana di Tiro con l’Arco (Fitarco) e la Fisdir (Federazione Italiana Sport paralimpici degli Intellettivo Relazionali) si è svolta domenica 18 ottobre al poligono di tiro della Compagnia Arcieri Tor di Quinto di Roma. Un vero successo! E la cronaca finisce qui.

Adesso è il momento di parlare di loro, dei ragazzi “disabili” di questi fantastici personaggi che sono onorato di allenare insieme con due meravigliosi istruttori federali come Marina Lanzetta e Roberto Maggiore.

Li ho visti determinati come non mai, li ho visti concentrati e sicuri, li ho visti molto più sereni dei loro “coach”, ho visto atleti veri pronti a mettersi in gioco con la felicità di farlo insieme con i loro amici/avversari.

E qui, in quella felicità assoluta, ho visto qualcosa che mai mi era capitato di vedere nelle parecchie gare alle quali ho partecipato come atleta: ho visto i veri Sportivi, si, quelli con la S maiuscola che si esaltano per un centro fatto da un avversario, che si sentono anch’essi parte di quel punto che porta qualcun altro verso il podio. Ho visto la totale e assoluta partecipazione spirituale nel sentirsi partecipi nel successo di qualcuno che non sia noi stessi.

E poi ho visto qualcosa che mi ha scavato l’anima inchiodandocisi dentro: l’orgoglio e la felicità che sgorgavano dagli occhi dei genitori, dei fratelli e delle sorelle di questi giovanissimi giganti dell’esistenza.

Non so se sarò mai in grado di ringraziarli per le enormi soddisfazioni che sanno dare a noi aspiranti istruttori e ai più blasonati “federali”, certezze nella vita ce ne sono poche ma tra quelle poche una non può non esserci, è la sicurezza di non abbandonarli mai fin quando loro vorranno essere nostri amici e se dovessero decidere per il contrario nessun problema, ciò che ci hanno dato non si cancellerà dalla nostra vita.

Grazie ragazzi per tutto quello che mi date e che avete dato.

E ora basta. Subito ad allenarvi, lavativi!

Ettore Collini