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Tra due settimane torna ufficialmente la primavera, ma ufficiosamente si inizia già ad avvertire il cambiamento: le giornate sono notevolmente più lunghe, il vento meno tagliente, il sole più caldo e, soprattutto, in giardino hanno iniziato a crescere i primi fiori.
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Una leggenda metropolitana, risalente al medioevo, vuole che sia di ritorno la primavera quando camminando si calpestano almeno sei margherite dei prati, e qui la situazione è proprio questa, c’è una distesa di graziose pratoline dai petali bianchi che però sembrano esclamare “ci penserò!”, come se non volessero ancora assumersi l’onere di dichiarare a piena voce l’arrivo di Persefone. E in effetti è proprio questo il significato stesso delle pratoline “ci penserò”, che fa riferimento a un’usanza del tempo dei cavalieri, in cui una dama si ornava il capo con una corona di margherite di prato quando non si sentiva pronta né ad accettare, né a rifiutare la corte di un pretendente e allora si concedeva del tempo per, appunto, pensarci.
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Le pratoline non sono gli unici fiori spuntati in questi giorni, anzi, sono ampiamente accompagnate dalle miosotidi, anche dette myosotides (o miosotide/myosotis nella forma singolare), e più note con il nome di nontiscordardimé, che invero è il significato.
Dietro al significato delle miosotidi risiede una tragica leggenda raccontata da Aimé Martin, uno scrittore francese vissuto tra il XVIII e il XIX secolo, che narra di due giovani innamorati intenti a passeggiare sulle sponde del Danubio alla vigilia del loro matrimonio.
A un tratto i due videro un fiore celeste che rischiava di essere travolto dall’irruenza del fiume e il ragazzo si precipitò a coglierlo per evitare che venisse inghiottito dalle acque. Sfortuna volle che fosse lui, invece, a cadere tra le rapide e rimanerne vittima, ma non prima di riuscire a compiere un ultimo gesto, ovvero lanciare il piccolo fiore verso la fidanzata urlando “amami, non ti scordar di me!”.
Silvia Costanza Maglio