Il citofono avvisò che finalmente era arrivato chi stavamo attendendo già da qualche ora, ebbi soltanto il tempo di aggiungere: “Te l’ho detto, sin dal primo momento, ragazzo: una serie di azioni, una serie di incontri, anche casuali, determinano una serie di eventi… niente avviene per caso, Auster. Il procedere lento delle stagioni, i passi del sole nel cielo dall’alba al tramonto, la mutevole faccia della luna… Tutto si ripete ciclicamente in un perenne ritorno, non c’è un inizio e non c’è una fine, perché inizio e fine coincidono scorrendo eternamente in un continuo infinito presente. Ma adesso accogliamo i nostri ospiti, la storia non è ancora finita”
Ci sono autori che ti prendono per mano e non ti lasciano più. Sono quelli che fanno parlare il cuore.
Ci sono libri che iniziano come un giallo, peraltro scritto in maniera magistrale, ma che – fin da subito – fanno intravvedere infinite altre possibilità.
Ci vuole una mente geniale per coniugare passato e presente senza alcuna sbavatura di sorta. Viaggiare attraverso i secoli in uno sfiorar di vibrisse (non a caso) e tornare al presente in un continuum spazio temporale che solo i grandi scrittori sono in grado di creare.
Fiutando il vento, però, è ancora qualcosa di più: sarà che tra le righe si legge l’immenso amore di Maria Elisa Aloisi per gli animali, sarà per le descrizioni di ambienti, personaggi, luoghi e fatti storici che si dipanano nell’incredibile terra ai piedi dell’Etna.
Sarà per i protagonisti di ogni epoca di cui non puoi fare a meno di innamorarti ma anche di detestare: inevitabilmente, pagina dopo pagina, si diventa addirittura interpreti delle vicende nascoste nelle pieghe del tempo, non ci si può esimere: il passato si riflette nel presente come in un gioco di specchi svelando un’antica verità, un segreto che attraversa i secoli.
Senza mai stancare il lettore.
Non a caso “Fiutando il vento” ha vinto il premio “Il Borgo italiano 2019”. Quattrocento pagine che si leggono d’un fiato, impossibile resistere. È imperativo continuare a seguire le vicende, non perdere alcuna sfumatura, tutto ha una ragione d’essere. Tutto ha il suo perché e la sua connotazione.
Spesso succede di leggere libri in cui si è tentati di sorvolare su descrizioni ridondanti, passaggi superflui, personaggi inutili. Qui non è così, addirittura ne vorresti ancora.
Ogni stato d’animo viene colpito dalla narrazione, è semplice passare dalla commozione al sorriso, a volte anche a un pizzico di euforia. E quando ti trovi a “tifare” per i personaggi, quando temi per la loro sorte, allora sai che stai leggendo un Signor Libro.
Una sensazione del genere l’ho provata seguendo Guglielmo Da Baskerville nelle sue sortite alla biblioteca del monastero o Ignazio da Toledo nei suoi incredibili viaggi. Scusate se è poco.
E infine c’è Levante, di cui non ho alcuna intenzione di parlarvi. Scopritelo da soli. Fatevi questo immenso regalo.
È per questo che posso essere ovunque, in qualsiasi luogo, niente per me è impenetrabile. È per questo che non c’è nulla che possa sfuggirmi; nulla, neanche un sussurro, perché ogni parola, ogni bisbiglio si perde nel vento.
cricol