Su TikTok spopola un nuovo trend, impacchettare vecchi regali dei genitori per donarli, ma da dove nasce questa scelta? Sul social troviamo tante testimonianze, a volte espresse anche con ironia, di situazioni difficili che spesso trattano il rapporto con i genitori. La necessità di esternare e rendere disponibile a tutti una parte così privata della propria vita ha due motivi, la ricerca di un supporto e la volontà di essere di sostegno per qualcun altro.
Più recentemente i video mostrano ragazzi ma anche adulti che, come ultimo gesto, decidono di dare un segnale chiaro riempiendo una scatola con i regali ricevuti dal genitore, chiudendola e spedendola a qualcun altro a cui potrebbe invece fare del bene, eliminando ogni traccia di ciò che li faceva soffrire della loro vita e dando una nuova vita non solo a se stessi, ma anche a questi oggetti, finalmente lasciando andare qualcosa che sembrava intrappolarli da sempre.
Ne è un esempio il video di @rinispencer: la donna impacchetta i regali ricevuti dalla madre abusiva per inviarli a qualcun altro che ne farà buon uso. Sotto il video troviamo diversi commenti ‘’Io di solito li rispedisco al mittente, ma forse dovrei iniziare a donarli’’ commenta Lindsey , ‘’Anche io come te dono sempre i regali che ricevo da mia madre, non ho bisogno di quell’energia negativa attorno a me’’ la supporta Michelle e ancora ‘’Come ti senti quando vedi i rapporti che gli altri hanno con la propria madre? Io non lo avrò mai.’’ Domanda Maria nella speranza di ricevere conforto.
Questa è solo la punta di un iceberg molto più grande che sta emergendo sulle varie piattaforme social, basta prendere un qualsiasi video con l’hashtag #toxicparents per leggere sotto ad esso innumerevoli commenti dove gli altri utenti mostrano supporto e condividono esperienze simili.
Viene spontaneo chiedersi cosa sia cambiato negli anni, cosa spinga i genitori a comportarsi in questa determinata maniera, ma il cambiamento non risiede nei genitori, bensì nei figli. Purtroppo, le dinamiche tossiche sono un retaggio dei genitori precedenti, una concatenazione di atteggiamenti che si trascinano di generazione in generazione, a volte affievolendosi e adattandosi agli anni correnti, ma rimanendo sostanzialmente immutati.
Il vero cambiamento avviene nei figli: il concetto di amore incondizionato verso il genitore, infatti, si sta lentamente disgregando. Al giorno d’oggi, superati i taboo sulla salute mentale e potendosi esprimere liberamente o quasi, le nuove generazioni non accettano di mettere da parte i propri sentimenti, non accettano di arrendersi davanti all’infelicità solo per il legame di sangue.
Prendere una decisione così estrema non è affatto facile, spesso ci vogliono anni e anni per riuscire a trovare la forza, alcune volte anche con l’aiuto di uno specialista. Nonostante a un certo punto si rendano conto sia l’unica soluzione, nessun figlio è felice di chiudere i rapporti con i propri genitori e ciò traspare nella sofferenza che accomuna tutte le testimonianze.
Nasce quindi una domanda: come possiamo impedire ai nostri figli di allontanarsi da noi definitivamente? La prima cosa da fare è sicuramente ascoltare, interessarsi, non facciamo domande solo per farle, senza davvero dare attenzione alla risposta e soprattutto crediamo alle loro parole. Solo perché non riusciamo a riconoscerci in esse non significa non siano vere.
Concediamo loro il beneficio del dubbio e accettiamo i loro bisogni anche se diversi dai nostri. Non fermiamoci dietro alle nostre esperienze, non giustifichiamo i nostri atteggiamenti solo perché abbiamo subito di peggio, questo non rende il nostro atteggiamento più accettabile. Non vergogniamoci di chiedere aiuto a uno specialista, non vergogniamoci di ammettere i nostri errori. Lasciamo spazio al dialogo, senza giudizio. Concediamoci e concediamo loro di essere solo persone. Sarà un percorso lungo, dissestato, faticoso, ma quello che riuscirete a costruire con i vostri figli, sarà il rapporto più bello che possiate desiderare.
Giulia Naia