È uscita il 13 dicembre su Netflix la serie di animazione dello studio giapponese Sanrio, lo stesso creatore di Hello Kitty.
Un divertissment fuori dai canoni occidentali, solo i giapponesi possono concedersi questo tipo di storie fuori dagli schemi, riuscendo però a catturare il pubblico giovane e adulto.
Più che una serie è un insieme di corti: sono 10 minuti a episodio per un totale di 8 episodi, che ci narrano una storia molto curiosa.
Avete mai fatto da piccoli il gioco del “se fossi”? Se fossi una spazzola? Se fossi un cane? E se fossi un uovo?
Ecco questa serie di short narra proprio l’ultima eventualità: se fossi un uovo caduto dal suo contenitore, cosa faresti? Se fossi Gudetama molto probabilmente niente.
Il nostro protagonista infatti è un uovo pigro e cinicamente svogliato, nomen omen visto che Gudetama in giapponese è letteralmente formato nella prima parte dall’onomatopea gudegude (ぐでぐで?), che viene utilizzata per descrivere qualcosa di pigro e privo di energia e nella seconda parte dalla parola tamago (たまご?) che significa uovo.
Il suo compagno d’avventura? Shakipiyo, un pulcino nato da uovo fecondato nel suo stesso frigo, pieno di vita e motivazione nel raggiungere un’unica missione in cui coinvolge, suo malgrado, il suo pigro amico Gudetama.
Nascono così le avventure di questo incredibile viaggio tra animazione 3D e riprese reali dei luoghi coinvolti in questo viaggio “eggcellent”.
Tra pigro cinismo e forza di volontà motivazionale, viaggeremo con questi piccoli protagonisti in un’avventura tra l’assurdo ed il surreale, lasciandoci però intrisi di un senso di appartenenza esistenziale.
Può un uovo spiegarci il senso della vita?
Alessandra Collodel