C’era una volta un naturalista di nome Philibert Commerson, che durante una spedizione scoprì una pianta dalla corolla composita, che invero erano più fiori raggruppati, e le dette il nome della sua amata, Hortense – Ortensia.
Ma l’amore tra i due, a metà tra realtà e leggenda e, in definitiva, forse frutto di una romantica fantasia, non aveva le basi per maturare a causa delle differenze sociali, così il naturalista fece ritorno alla propria madre patria, la Francia, e l’ortensia assunse il significato di “abbandono sentimentale”, o almeno così viene detto oggi, perché invece una scrittrice contemporanea nonché compatriota di Philibert, Charlotte de Latour, ci dice che il significato dell’ortensia è “sei fredda”, ma non per vicende amorose – per quanto potrebbe essere interessante ricollegarlo nuovamente alla storia di Commerson, immaginando che Hortense non lo ricambiasse –, bensì per il tipo di carattere/bellezza dell’ortensia, di quel tipo algido, che all’inizio colpisce ma a lungo andare raffredda ogni entusiasmo, oltre che l’atmosfera della casa.
Ma al di là di ciò che ci dice la florigrafia delle origini, le interpretazioni odierne continuano a essere varie seppur la base sia sempre la stessa: la leggenda di cui sopra. C’è chi associa il fiore alla malinconia, o addirittura alla nascita/rinascita di un amore, a seconda del colore se blu o rosa. Per alcuni l’ortensia blu significa amore profondo nonostante i capricci della persona a cui è indirizzata, così come è il bianco, anziché il rosa, a rappresentare la nascita di un nuovo amore.
Tuttavia c’è anche un’altra versione, sempre moderna, che ritrova il significato dell’ortensia nel suo nome latino: Hydrangea.
Il nome latino potrebbe a sua volta trovare l’origine dal mostro mitologico greco e romano, l’idra, e quindi l’ortensia sarebbe stata denominata hydrangea per la peculiarità dell’inflorescenza, che ha richiamato alla mente degli osservatori il mostro dalle innumerevoli teste, ma questa in fin dei conti è una mera curiosità che esula dalla florigrafia in senso stretto, a meno che non si voglia dire a qualcuno “hai nove teste”, cosa preoccupante.
Dunque non resta che arrendersi all’evidenza che non ci sia alcuna univocità nel donare l’ortensia, se non rientrando nel detto “patti chiari, amicizia lunga”. In sostanza occhio che le conoscenze siano le medesime, in merito alla friend-zone l’ortensia poco c’entra.
Silvia Costanza Maglio