Maglie Mondiali

Ormai siamo agli sgoccioli. Anche questo mondiale, tra una polemica e lo sport, sta per finire.
Ci siamo abituati a vedere le maglie delle nazionali da 20 giorni, indossate in casa, fuori casa.
Ma le avete mi viste da vicino? Alcune maglie, viste da vicino, hanno delle texture, dei colori, che dalle inquadrature televisive ci siamo persi. Altre hanno rinnovato completamente la divisa per questi mondiali, alcune addirittura cambiando i colori virandoli in tonalità irriconoscibili, come Brasile e Olanda.

Ecco una personalissima classifica delle maglie, con un occhio “grafico” e clinico su dettagli che magari vi siete persi.

Top 5 delle migliori divise

1. Portogallo

Se quest’anno il Portogallo ha perso l’occasione di passare il turno ai quarti, un premio sicuramente l’ha vinto. Per me la migliore divisa, sia in casa che fuori casa, la vince il Portogallo. Il taglio traversale della maglia che crea un tutt’uno con il colore del pantaloncino, è un vezzo grafico così semplice ma così bello da vedere che non ci sembra di vedere una divisa sportiva, ma un’anima intera che corre per quei colori. La divisa fuori casa non è da meno. La fascia orizzontale con i colori della bandiera ed il numero che si posiziona esattamente dove c’è il simbolo portoghese è il massimo della sintesi grafica.

2. Germania

Secondo posto va alla Germania, seconda per miglior kit, sia la maglia in casa che fuori casa sono di un impatti visivo impressionante.
Qualcuno ha scomodato la Bauhaus, per il design minimalista e squadrato.

La fascia nera verticale l’avevamo già vista in precedenza, ma non da sola, e l’impatto visivo è impressionante. I dettagli del colletto e degli orli fanno onore alla bandiera, unico dettaglio colorato oltre allo stemma dorato al centro del petto.

Per la seconda maglia invece un nero e un rosso con un design geometrico creano una texture leggera ma d’effetto.

3. Giappone

Maglia blu, colore consueto per questa nazione, soprattutto per la prima maglia, con una decorazione di trasparenze e semi trasparenze di origami. Un tema che, partita dopo partita, ci siamo abituati ad accogliere anche negli spogliatoi della squadra.

Indosso ai “Blue Samurai”, come sono stati battezzati i nipponici, aveva un effetto manga da non perdere.

4. U.S.A.

La maglia degli U.S.A. è passata un po’ sottotono, ma dal punto di vista grafico è di una essenzialità di grande effetto.

La maglia fuori casa, indossata, riusciva a rendere ancora di più l’idea. Per una volta senza stars and stripes a contornare.

5. Croazia

Se la maglia di casa gioca con gli stessi colori di bandiera di sempre, la maglia fuori casa lascia spiazzati.

Utilizza lo stesso gioco di scacchi della prima maglia, ma su fondo blu e l’azzurro croato della bandiera.

Effetto pixelato, ma sfumato sullo sfondo che non lascia scampo al fascino.

Migliori colori

Quando pensi alla Francia pensi al Blue, quando pensi alla Spagna pensi al rosso melograno, e se pensi al Qatar, io ormai abituata all’atletica e al grande altista Barshim, penso al rosso granata.

Nessuna frivolezza, al netto delle decorazioni cuneate sulle braccia per il Qatar, nessuna texture o grafica.
C’è solo il colore, dei colori azzeccatissimi che sono diventati subito di tendenza e trend setter.

Migliori Pattern

Pattern, con uno stile e una storia.
L’Australia che riprende le sfumature della terra, quasi che la maglia fosse un’estensione della cartina geografica della nazione.
Messico e Ecuador vanno a vincere a mani basse portando alla luce delle texture che sembrano ricalcate dalle pareti di templi precolombiani, nemmeno Indiana Jones avrebbe saputo fare di meglio.

Premio spalline

Sono tornati di moda gli anni 80, e con loro le spalline. Il premio va a Polonia e Inghilterra che, in tenuta monocromatica, hanno decorato le spalline come nel miglior film anni 80, manca solo l’imbottitura.

Old but gold

La casacca dell’argentina è immutabile, e con questa la sua porca figura di sempre.
Bianca a strisce celesti. E sto.

Premio solidarietà sociale

Questo premio lo possiamo assegnare a mani basse alla Danimarca.
Dopo la polemica fascia, non fascia, dobbiamo protestare, non possiamo farlo, nel silenzio dell’integrità morale, la Danimarca decide, insieme al proprio sponsor, di protestare in maniera visiva.

Il logo della federazione, e dello sponsor, sono talmente attenuati nella casacca, come presa di distanza dalla violazione dei diritti umani, che quasi non si vedono.

Terza maglia completamente nera, a lutto per gli operai morti nella costruzione degli stadi.

Alessandra Collodel