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Perché il calcio mi è diventato indigesto

I ragazzi di Fefè De Giorgi vincono un mondiale inatteso e meraviglioso, l’Italbasket è a un passo da una storica impresa, la nazionale di ginnastica ritmica si aggiudica la medaglia d’oro mondiale con i cinque cerchi, Sofia Raffaeli incanta e sbanca letteralmente i mondiali di Sofia. E potremmo continuare con successi e prestazioni prestigiose in ogni disciplina cosiddetta “minore”.

Il punto è proprio questo: quale legge universale ha deciso che esista uno sport maggiore – il calcio – e una costellazione di sport minori, che va dalla pallavolo al basket passando per ciclismo, ginnastica, tennis, nuoto, rugby, pallamano, sci, curling, equitazione, canottaggio, sport paralimpici fino alle bocce, la cui nazionale a ottobre 2021 guarda caso è diventata, anche lei, campione del mondo?

Amavo il calcio. Mio padre giocava a calcio. Da piccola ho imparato prima a tirare di collo piede e poi ad andare in bici.

Ogni mondiale, europeo, partita del patronato era una festa. Oggi il calcio mi è diventato indigesto.

Se è vero che, in economia come nella comunicazione, l’offerta risponde alla domanda – e l’Italia è il Paese dei tecnici mancati da divano – è altrettanto vero che si potrebbe fare lo sforzo di provare almeno a cullare il sogno di un’educazione sportiva che rispetti, e sottolineo rispetti, l’impegno, l’abnegazione, il sacrificio, i valori di ogni disciplina sportiva.

Succede così che, all’indomani di uno storico successo inseguito per 24 anni, un Var conquisti le copertine dei principali quotidiani nazionali, e ai campioni del mondo della pallavolo sia riservato un box, con ampi servizi all’interno, per carità. E un riquadrato più piccolo ai ragazzi del Poz.

Ma una bella copertina della Rosa stile “Campioni del Mondo” del 2006, per esempio?

Confesso, mi sarei aspettata un’apertura giornalistica così in ogni quotidiano locale e nazionale, con Ale Michieletto, Fabio Balaso, Gianluca Galassi e il resto di questa bellissima Italia, giovane, umile e sorridente, capitanata da un talento quale Simone Giannelli, eletto non solo miglior alzatore del torneo – il ragazzo sa anche schiacciare, diciamocelo – ma anche MVP del torneo, primo palleggiatore a mia modesta memoria.

Va sinceramente ringraziata Mamma Rai per la premiazione a reti unificate. Chi mastica pallavolo da una vita, ed era abituato a vedere le partite da mezzanotte in su, spesso in differita, ha apprezzato.

credits Coni

Mondiali ed Europei di nuoto, quest’anno, hanno regalato emozioni a iosa e un palmares di medaglie incredibile a pensarsi alla vigilia. La nazionale italiana di baseball è la seconda potenza del continente, con ben 10 ori, 16 argenti e 3 bronzi europei. La pallacanestro è il secondo sport di squadra, per seguito di tifosi e per tesserati.

Eppure sembra che in Italia si giochi solo a calcio. E nemmeno al top, ultimamente.

Inutile chiedersi perché, economia docet. Si va dove vanno le maggiori entrate, i maggiori sponsor. Giovanni Falcone diceva “segui i soldi e troverai la mafia“.

Eppure sogno ancora un mondo in cui ogni atleta che rinuncia a una giovinezza spensierata per amore della propria disciplina sportiva trovi spazio nelle prime pagine dei giornali, sia conosciuto e riconosciuto, invece di essere un illustre sconosciuto medagliato, figlio di uno sport minore.

cricol