L’avete mai visto l’ingranaggio di un orologio analogico?
È una cosa affascinante.
Rondelle grandi, rondelle piccole, tubicini dentellati e molle che si incastrano alla perfezione gli uni agli altri.
Ogni rondella fa parte di quel meccanismo a lancette che siamo così abituati a vedere ogni giorno, ogni meccanismo, che muove quelle tre lancette a noi tanto care, gira a diverse velocità.
Tutto si muove in un’armonia meccanica perfetta.
Ogni tubicino, rondella e pezzettino, in base alla grandezza, alla sua posizione e al suo incastro, fa girare le rondelle incastrate ad una velocità diversa. Allora quelle più grandi girano più lentamente e quelle più piccole girano più velocemente, proprio come le lancette dei secondi, dei minuti e delle ore.
Mi sembrava l’immagine perfetta per descrivere ogni singolo individuo in questa società. Tutti noi siamo un piccolo ingranaggio, incastrato in mezzo ad altri.
Un incastro perfetto che gira alla sua velocità più propria rispetto al proprio ruolo.
In un’epoca in cui ci siamo abituati a guardare più esternamente a noi che internamente, ed in cui il confronto sociale è così estremizzato dai social, per cui quello che vediamo lo vogliamo emulare o peggio diventare, ci dimentichiamo di ricordarci quale è il pezzettino del nostro orologio sociale in cui siamo inseriti.
Chi rondella grande, chi rondella piccola, chi tubicino dentellato…
Insomma, a volte vorremmo girare veloci, come quelle rondelle fighe che vediamo sempre in movimento, anche se il ruolo del pezzetto di cui facciamo parte è di girar lente.
Ognuno è parte di questo meccanismo perfetto.
Perfetto in ogni parte proprio perché si incastra e si muove in questa armonioso ticchettìo che è la vita.
Alessandra Collodel