Un sacchettino di cavoli propri

Evidentemente una mamma che si porta in giro la figlia è argomento di fiumi di articoli, tweet, post di Facebook e via andare. Dagli empatici ai ridicoli, passatemelo.

Che il presidente del Consiglio Giorgia Meloni porti sua figlia di sei anni a Bali in occasione del G20 mi riempie di tenerezza, appoggio incondizionato al di là di ogni credo politico, sia chiaro, e tantissimi ricordi: le interviste con la mia, di figlia, in marsupio. Piccolissima. Il sindaco dell’epoca che viene a trovarmi in ospedale, i colleghi che le dedicano un trafiletto nel quotidiano con cui collaboravo. Le risate nei posti più improbabili, i viaggi in macchina sbagliando spesso strada, la gioia di rientrare in albergo a notte fonda dopo una partita in trasferta e ficcarmi nel lettone accanto a lei, respirando il profumo dei suoi capelli.

Momenti indimenticabili e davvero preziosi. Mia figlia è venuta con me, finora, ogni volta che ho potuto, quand’era piccola, e ogni volta che ha voluto, ora che è adulta.

Perché, cari detrattori, un figlio è la persona più importante del mondo, per una mamma. E una mamma che lavora fa letteralmente i salti mortali per dedicare tempo di qualità alla propria prole. Di qualità, non so se mi spiego. Perché c’è chi ha la fortuna di passarci giornate intere e chi, invece, ritaglia ogni nano secondo possibile per stare con l’amore della sua vita. E magari starebbe più volentieri a casa, ma non può. Oppure le piace lavorare ma questo non significa che i figli vengano al secondo posto.

E hanno ragione le donne che protestano vivacemente contro le pontificazioni ad libitum. E non va bene se lavori e li lasci alla tata. E non va bene se li porti al nido invece di stare a casa. E non va bene se li schiaffi ai nonni. Per non parlare di quando te li “tiri” dietro a cene di lavoro che “poverini era meglio andassero a dormire”.

Avete mai chiesto, ai figli, cosa vogliono, tanto per cominciare? E a noi mamme? E, detta proprio sinteticamente, ¿que te importa?

È proprio di questi giorni la decisione della Giunta per il Regolamento della Camera di consentire alle mamme deputate di portare i loro bimbi nell’aula di Montecitorio per poterli allattare. Prima potevano farlo solo fuori.

“È una buona notizia – scrive in una nota ufficiale Giorgia Meloni. – È un segnale importante di attenzione nei confronti della maternità, dell’infanzia e della famiglia e un passo avanti sulla strada della conciliazione vita-lavoro”.

Appunto. Voglio salutarvi con le parole che mercoledì scorso il presidente del Consiglio italiano ha postato su Facebook:

Mentre torno a casa dalla due giorni di lavoro incessante per rappresentare al meglio l’Italia al G20 di Bali, mi imbatto in un incredibile dibattito sul fatto che sia stato giusto o meno portare mia figlia con me mentre andavo via per quattro giorni. La domanda che ho da fare agli animatori di questa appassionante discussione è: quindi ritenete che come debba crescere mia figlia sia materia che vi riguarda? Perché vi do una notizia: non lo è. Ho il diritto di fare la madre come ritengo e ho diritto di fare tutto quello che posso per questa Nazione senza per questo privare Ginevra di una madre. Spero che questa risposta basti per farvi occupare di materie più rilevanti e vagamente di vostra competenza.

In sintesi: “ma farsi un sacchettino di cavoli propri” no, eh?!

cricol