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Venezia, un profumo che ha 6000 anni di storia

La città più difficile da descrivere è quella in cui si è nati. Che ci siano ricordi belli o meno belli, c’è un attaccamento emotivo che la rende magica, unica. E unica è la città da cui provengo io. Venezia.

Di Venezia ce n’è solo una.

Quando si parla di bellezza e meraviglia, si possono elencare migliaia di città, ma se foste in un quiz televisivo e il presentatore vi chiedesse: “città unica in Italia e nel mondo”. Quale sarebbe la vostra prima risposta? Venezia. Non si può dire altro.

Venezia è l’unica città al mondo ancora più bella con la nebbia. Immaginate, una sera: nebbia, silenzio, la luce fioca dei lampioni, l’acqua che batte sui gradini della riva, ponti “sospesi” che vi portano da un lato all’altro quasi stiate fluttuando e, se vi voltate, è come se foste arrivati dal nulla.

Palazzi che si intravedono e vi salutano, quasi in un abbraccio: l’unico rumore è il vostro passo che sfiora il pavimento, è ovattato, delicato, pronto a ricordarvi che la città, insieme a voi, è avvolta in una nuvola e sta riposando. È come una magia, la stessa, al contrario, che poi accompagnerà tutti i Veneziani con i dolori cervicali fino alla vecchiaia. Il prezzo da pagare per vivere con cotanta bellezza. 

Ogni città ha un suo odore, un suo aroma e Venezia ha il suo: a volte pungente e unico. Quello che per molti turisti è sinonimo di puzza, per i Veneziani è profumo. Sono i suoi canali, la sua Laguna, la sua acqua. Se quando entrate a Venezia sentite questo profumo, non pensate a un odore salmastro o a uova marce come dicono alcuni, pensate che state osservando e attraversando una laguna che si è formata 6.000 anni fa.

Ora, io mi annoio facilmente ed ero uno di quelli che quando si facevano le gite scolastiche, ascoltava la guida con gli occhi e guardava tutto il resto con le orecchie. Il tipico studente da: ”il ragazzo è sveglio ma non si impegna”.

Però quando sentite 6.000 anni fa non vi fa un certo non so che? Era glaciale. Wow. E’ nato tutto da lì e poi l’uomo nei millenni è riuscito a deviare fiumi, unire isole, costruire ponti, creando il magnifico spettacolo di canali e palazzi che vediamo oggi.

Palazzi dai marmi più prestigiosi, costruiti come le palafitte e su legni di larice o rovere. Questa è Venezia, con la sua allure aristocratica, intellettuale, sofisticata, che si scopre però nelle sue calli, nei modi semplici della sua gente, nelle sue osterie, nei suoi piatti di nervetti con le cipolle e sardee in saor. È come incontrare una donna, una dama di piume e velluto vestita che darà il suo cuore solo all’uomo che capirà la sua vera natura.

C’è un modo solo per vivere e sentire questa città e sono qui a dirvi che la cosa più bella che potete fare è: ”perdervi”. Cominciate camminando tra le calli e lasciate che la curiosità e il cuore vi guidino, alzate sempre la testa perchè le sue bellezze sono spesso nascoste sopra di voi, oltre ai piccioni che battezzano più o meno tutti una volta nella vita.

Porta fortuna dicono, quindi siatene felici. Da un ponte all’altro, attraverserete campi (le piazze a Venezia) campielli, rii, calli (le sue vie). Ci sono una sola strada e una sola via, chiamate come tali. Vedrete la bellezza dei panni stesi riflessi nell’acqua, sentirete la melodia di un pianoforte tra le voci dei passanti e allo stesso tempo il chiacchierio di donne meravigliose affacciate alla finestra della cucina che, con i loro grembiuli, ci ricordano le nostre mamme ma vedrete anche il calzolaio nella sua piccola bottega, che a Venezia non smette mai di lavorare.

Continuerete a camminare tra punti d’ombra misteriosi e raggi di sole improvvisi, che vi illuminano appena girate l’angolo. Come in un labirinto cercherete di trovare l’uscita e ogni volta che perderete la via, questa città vi stupirà con una nuova meraviglia e vi farà ricominciare a cercare.

Sì, perchè è lì che volete arrivare, nell’unica Piazza, dove tutto si apre e respira, dove la ua magnificenza si esprime al massimo, dove i mercanti trattavano, i marmi di Bisanzio risplendono, dove il più elegante salotto del mondo vi aspetta. Se osserverete bene, Hemingway vi sorriderà dal suo Caffè preferito.

Ora potete fermarvi e vedere il meraviglioso bilancio e amore tra arte e natura. L’acqua e la sua piazza, i suoi colori, la sua Basilica, il suo Palazzo, il suo Campanile, le sue Procuratie.

Ogni tanto l’acqua va a trovarli da vicino e tutto si fonde come in un quadro. Quello che per l’uomo è un disastro, è un modo per l’acqua di ricordare alla sua città che la bellezza è fragile e non è per sempre e Venezia, fiore unico al mondo, rimane lì, a guardare in silenzio il suo splendido riflesso.