Glass Beach e il Mistero della Spiaggia dai Sassolini Colorati

Colorati, semitrasparenti, levigati, arrotondati, una miriade di sassolini popolano la spiaggia di Glass Beach, California. Pietre preziose? no. Reperti preistorici? no. Cristalli di quarzo? Neppure. Pepite di… Acquamarina? Battutaccia. Miracolo della Natura? Diciamo di sì, qualcosa del genere. Un indizio: questa, e altre spiagge di vetri colorati in tutto il mondo, si trovano tutte vicino ad antiche discariche.
Sì, proprio così, hai indovinato: Rifiuti. Ma… com’è possibile? ebbene, fino a 100 anni fa e oltre, era vizio comune e diffuso scaricare in mare ogni sorta di detriti, soprattutto di vetro, in ingenti quantità. Il vetro, si sa, è di difficile smaltimento, non si degrada facilmente. Inoltre a quei tempi il termine “riciclo” era un illustre sconosciuto.
L’imbottigliamento di liquidi veniva effettuato quasi esclusivamente in contenitori di vetro. Bottiglie dagli sgargianti colori, per rendere più appetibile il prodotto etichettato. I processi di smaltimento incontrollato hanno fatto sì che, data la fragilità del vetro, questi contenitori si rompessero in numerosi frammenti più o meno piccoli. E qui interviene la Natura: queste spiagge non sono solo belle esteticamente, ma rappresentano anche uno dei rari casi in cui la Natura vince sull’inquinamento, trasformando la spazzatura in bellezza. Il Tempo e il Mare, hanno preso in carico l’opera deplorevole dell’uomo, trasformandola in una meraviglia (quasi) naturale, divenuta poi attrazione turistica: il mare, con la sua alta salinità, unita all’azione battente incessante delle onde, corrode tutto, lima spigoli e punte, arrotonda le forme, ovalizzandole. Così, mescolati con i sassolini di calcare, questi vetri “accarezzati” dalle onde, hanno abbellito molte spiagge. Ne citiamo alcune, a partire da Glass Beach.
Fort Bragg (Glass Beach)
La cittadina di Fort Bragg si trova lungo la Route 1, a circa 3 ore da San Francisco e la sua Glass beach è la più nota tra quelle della categoria, forse anche grazie alla sua posizione, in California.

Agli inizi del Novecento i residenti di Fort Bragg iniziarono a gettare i rifiuti dove adesso si trova la bellissima spiaggia e continuarono così fino al 1967, appiccando dei fuochi di tanto in tanto per ridurne la mole. Quando la discarica venne chiusa, si intervenne con diversi programmi per ripulire la zona e riparare i danni fatti, ma nel frattempo anche le onde avevano già avviato il loro lavoro, trasformando i pezzi di vetro in bellissime pietre colorate. Oggi la spiaggia viene visitata da migliaia di turisti, i quali, dal canto loro, non possono fare a meno di sottrarre qualche chilo a titolo di Souvenir (anche se vietato). In foto Glass beach, Fort Bragg
La spiaggia della caccia al tesoro : Davenport, California
La particolarità di questa spiaggia, che, come la precedente, si trova in California, a nord di Santa Cruz, è che i suoi vetri colorati non provengono da una discarica: per questo non se ne trovano una miriade, come nelle altre location, ma quelli che, con un po’ di fortuna, riusciamo a trovare, sono come gioielli e, a differenza di altre spiagge, qui non c’è alcun divieto, perciò, quello che si trova può essere portato via tranquillamente.
La storia legata a questo posto è molto bella: vicino alla spiaggia, fin dagli anni settanta, c’è un laboratorio di vetro artistico, il Lundberg Art Studio. Durante un temporale il negozio fu allagato e grossi contenitori, pieni di pietrine di tutti i colori, furono rovesciati, i vetri trascinati in mare dalle onde. A differenza delle pepite provenienti dalle discariche e lavorate dal mare, questi vetri si presentano in tantissime tonalità diverse e in diversi motivi.
In foto Davenport, California

Vetri colorati in paradiso : Eleele, Hawaii

Anche nel paradiso tropicale delle Hawaii c’è una Glass beach.
La particolarità di questa spiaggia, situata vicino a Port Allen Harbor, è che i vetri sono piccoli, quasi tutti color ambra o trasparenti e risaltano nel contrasto con la pietra naturale della spiaggia: il basalto nero.
North Beach, Port Townsend, Washington
Restiamo in America, ma ci spostiamo sulla costa orientale, a Port Townsend. La storia di North Beach non è dissimile a quella di quasi tutte le altre spiagge di vetri colorati: anche qua, fino alla fine degli anni sessanta, c’è stata una discarica. Con i frammenti di bottiglia, le onde hanno creato la magia e il resto dei rifiuti è stato ripulito dalla città. La particolarità della spiaggia è che, oltre ai vetri colorati, qui si possono trovare anche pietre semi-preziose come il quarzo, il basalto e il diaspro.
Sea Glass Beach, Okinawa, Giappone
Quando si pensa a un viaggio in Giappone, solitamente non si immagina una vacanza al mare, e pochi sono gli stranieri che si spingono fino alle isole Okinawa, un luogo decisamente diverso dal resto del paese dal clima tropicale, e dove si trovano le spiagge più belle della Nazione.
L’arcipelago è formato da tante isolette che circondano un’isola più grande, quella principale, e si trova a circa 3 ore di volo da Tokyo. Le isole di Okinawa sono geograficamente più vicine alla Cina che al Giappone e, insieme alla Sardegna, vantano il primato di popolazione più longeva del mondo. Tornando a parlare di spiagge, anche qui ne troviamo una fatta di vetri colorati e sicuramente tra le più belle nel suo genere perché vi si trovano colori inusuali, come il rosso, il viola, il turchese e il giallo. In foto, i vetri rari di Okinawa

Spiaggia di vetro alla fine della Transiberiana: Ussury Bay, Vladivostock, Russia

Vicino Vladivostock, città capolinea della famosa ferrovia Transiberiana, si trova una zona protetta con una bellissima spiaggia, dove un tempo venivano gettati gli scarti di una fabbrica di porcellana, e altri rifiuti vari, tra cui bottiglie di vetro, per lo più di Vodka (d’altronde siamo in Russia!). La spiaggia è circondata da scenografiche scogliere, e, in inverno, i vetri colorati spiccano luccicanti sulla neve, come tanti gioielli in un paesaggio da fiaba.
La spettacolare Ussury bay. Foto di Anna Pozharskaya (The Siberian Times)
Isola di Helgoland, Mare del Nord, Germania
Maren Lohmeyer è una dei 1300 abitanti di questa minuscola isola, situata in mezzo al mare del nord. Fin da bambina colleziona vetri colorati e pietre semi-preziose, trovati sulla spiaggia. Oggi ha una casa museo dove raccoglie tutti i suoi ritrovamenti e sono molti i collezionisti che arrivano a Helgoland. La spiaggia nella parte nord-est dell’isola è proprio chiamata (guarda caso) “Glass Beach”. Lì, ancora oggi, si possono trovare i vetri colorati. In foto, Il Museo della Signora Lohmeyer a Helgoland. Foto di Maren Lohmeyer

Il vetro dei pirati nel Mar dei Caraibi
Il fascino di queste pepite colorate deriva soprattutto dal fatto che molti di questi vetri hanno una loro storia, in certi casi lunga perfino centinaia di anni! Pare siano i resti delle bottiglie provenienti dalle navi dei pirati affondate. Dove trovarli? Per esempio sulla piccola isola di Vieques, che appartiene a Puerto Rico, e dista circa mezz’ora di traghetto dalla capitale San Juan. Altre spiagge nei Caraibi dove pare si trovino vetri colorati in abbondanza sono sull’isola di Grenada, nella Baia di Guantanamo a Cuba e sulle spiagge nella part nord di Aruba.
Seaham, Inghilterra

Intorno alla metà dell’800 una ditta produttrice di bottiglie aprì, una dopo l’altra, ben sei case di produzione a Seaham, un piccolo villaggio nel nord dell’Inghilterra. Alla fine di ogni giornata le rimanenze venivano semplicemente gettate in mare. Il risultato sono i bellissimi sassolini di vetro multicolore che ancora oggi è possibile trovare.
L’uomo semina, la Natura trasforma e l’uomo raccoglie? Così funziona in Agricoltura, non certo con le discariche chimico-inorganiche. La Natura ha aiutato l’uomo a limitare i danni derivati dalle discariche di 100 anni fa, ma è un’eccezione. Questi sassolini, malgrado non abbiano alcun valore, vengono costantemente raccolti da turisti, fino ad esaurimento, che non tarderà. Oppure l’azione corrosiva delle onde riporterà il vetro alla materia dalla quale è stato originato: sabbia. “Polvere eri e polvere ritornerai” (Bibbia, Genesi III, 19). L’uomo danneggia, la Natura ripara? No, non è sempre così, anzi non lo è quasi mai. Dubito fortemente che l’inquinamento un giorno possa diventare ossigeno, o che la plastica che affolla e degrada i mari possa trasformarsi in palline di gomma. L’uomo prende sempre più di quanto di buono riesca a restituire alla Natura, e “Le Stelle non stanno a guardare”. Ma questa è un’altra storia.
Vincent
Scrittore, Musicista, Informatico
Fonti: Focus TV – lolaviaggia.it articolo “Spiagge di vetro colorato: cosa sono e dove si trovano”