“Take the long way home” (prendi la lunga strada per casa) cantavano i Supertramp, “Sweet home Alabama”, “Take me home country roads” e molte altre fantastiche canzoni, parlano di tornare a casa, del “percorso” che abbiamo fatto e stiamo facendo, dei viaggi che abbiamo intrapreso per poi tornare nel luogo a cui apparteniamo. “To the place I belong” (nel posto dove appartengo). Già, qual è il posto a cui appartengo? Dove si sente completo il mio Io? Ve lo siete mai chiesto? Qual è il vostro “posto”? Dove vi sentite “a casa?” State già vivendo dove avete sempre voluto? C’è un posto che vi chiama e vi dice di andare? Spesso, mi accade di sentire parlare amici e conoscenti, di luoghi che non hanno mai visitato ma ne vengono attratti da quando hanno memoria. C’è un feeling particolare con un luogo che per qualche motivo, per cultura, curiosità, studi o “una vita precedente” sappiamo che è dentro di noi. A volte, appena raggiungiamo un Paese, una città, un’isola, un villaggio che non abbiamo mai visitato, sentiamo di esserci già stati e nel giro di pochi giorni ci si sente a casa. La sensazione è quella di essere nel luogo dove ci sentiamo noi stessi, si rinasce. L’energia che ci circonda, le persone stesse, ci portano a dire: ”questo è il mio posto.”
Quando nasciamo, non necessariamente la città o il paese dove veniamo al mondo è il nostro posto. Talvolta sento dire: ”Sono nato/a nel Paese sbagliato”. Sei nato/a lì e non è detto che tu ti debba fermare. Quello è il punto di partenza, che per una ragione a noi sconosciuta, ti è stato dato. Starà poi a te vivere, esplorare, cercare il luogo dove raggiungerai il tuo centro. Ho sempre “invidiato” chi mi diceva: ”sono nato qui e lo amo talmente tanto che non mi muoverò mai, questa è la mia città”. Che gioia, sapere che quello è il tuo posto, chissà quanto hai “vissuto” per trovarlo. Invece ci sono poi persone che, come me, avevano la valigia pronta appena usciti dalla pancia. Occhi e orecchi ben aperti per cominciare a capire come e dove andare, senza riuscire a stare nello stesso posto per troppo tempo. Sapevo già dove volevo vivere, credo dall’età di cinque anni ma prima di farlo, dentro di me, c’è sempre stata la voglia di vedere il mondo e capire cosa c’era intorno. Era come fermarsi a provare il salato senza assaggiare il dolce.
Già da bambino sapevo che mi piaceva il caldo, il sole, il mare, il verso dei gabbiani ma allo stesso tempo le grandi città, l’euforia, il movimento, l’arte, la movida, il multiculturalismo, l’internazionalità. Era come se fossi lontano da casa, dalla città a cui appartenevo. Non è mai stato solo entusiasmo o il piacere di dire (come tantissimi altri luoghi che ho visitato) voglio vedere quella città. E’ come un: ”lì mi sento a casa, è il mio posto”. Ho capito negli anni e viaggiando, la differenza tra il posto che sentivo come casa, nel mio quotidiano e i luoghi che invece mi attraevano, dove divertirmi e ritirarmi per ricaricare le batterie.
Ci sono persone, che non amano spostarsi troppo e, ogni volta che si allontanano dalla loro casa, dal loro posto, stanno bene solo per poco tempo. Mi ricordo un amico, un’estate di studio a Londra, che non vedeva l’ora di tornare a Venezia, la sua città. Ogni giorno era un tormento per lui e, mentre allora non capivo perché non riuscisse a godere di quella prima e fantastica esperienza oltremanica, oggi capisco che non poteva perché era fuori dal suo centro. Lui sapeva e sa tutt’oggi dove vuole stare, ogni giorno. Ci sono quelle persone che organizzano una vacanza o un viaggio ancor prima di finire quelli in corso e, forse, dico forse, stanno cercando il loro posto, inconsapevoli di scappare il più possibile da dove credono di aver messo radici. C’è poi quella persona che viaggia e cerca tutta la vita e poi, un giorno, si ferma e capisce che il suo posto è a pochi chilometri da dove è cresciuto.
Vi siete mai trovati in posti dove non avreste mai pensato di andare o viverci? Trasferte che sono diventate traslochi, gite che sono diventate luoghi di vita quotidiana. È come innamorarsi per caso, quando meno te lo aspetti, uno sguardo, un sorriso e tutto cambia. Non c’è età per questo. Una persona mi ha detto: ”ho raggiunto la mia felicità in tarda età. Dopo tanti anni ho deciso e sono partita e ora sono dove sento di appartenere. Mi alzo la mattina, faccio il caffè e quando guardo fuori, vedo i tetti rossi delle case che ho sempre voluto vedere.”
Non è detto che il posto che amiate o sentite di più, sia quello dove viviate o andrete a vivere a breve. La vita, ci porterà a prendere quelle decisioni che ci faranno essere qui e ora ma finché avremo la frenesia di muoverci e non ci arrenderemo “all’ormai” sapremo che la nostra “isola che non c’è” è lì che ci aspetta.
La città dove mi sento “io” è New York City.